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 2010  febbraio 16 Martedì calendario

LONTANO DA QUESTA GENTE, SE SI SGARRA E’ LA FINE

Ditte amiche, politici che raccomandano e fanno ottenere appalti in cambio di spiccioli, di alberghi prenotati, di viaggi a sbafo. E poi l’ombra di massonerie più o meno armate. Sì, anche imprenditori e colletti bianchi che ci portano a Corleone e a Gomorra.
Davvero viene da chiedersi cosa c’entri tutto questo con Guido Bertolaso, la Protezione Civile, i Grandi Eventi: il G8 e le celebrazioni per l’anniversario dell’Unità d’Italia.
Nel vortice dell’inchiesta, oggi come ieri, sono finiti anche esponenti politici. Coinvolti a vari livelli e con diverse responsabilità (penali o morali). Di sicuro sponsor, amici, avversari di cordate di imprenditori e «servitori dello Stato» coinvolti, loro sì, nelle indagini fiorentine.
Denis Verdini, l’eccellente. Il coordinatore nazionale del Pdl, personaggio e personalità fiorentina. Compare in decine di intercettazioni telefoniche. «La mattina dell’11 marzo del 2009 - scrivono gli inquirenti - l’onorevole Verdini chiede a Fusi (Riccardo, della impresa Btp, ndr) di mettersi in contatto ”Vito”». Alla Bpt, azienda protetta e sponsorizzata da Verdini, verranno poi promessi lavori nell’ambito del vertice del G8 della Maddalena e per l’anniversario del 150° anniversario dell’unità d’Italia.
Ma chi è Vito? E’ l’imprenditore ed europarlamentare Vito Bonsignore, un tempo Dc ed ora approdato al Pdl. E Fusi segue il consiglio: «Siamo qua a lottare, mi avevano detto di darti uno squillo». Bonsignore: «Sì, sono a Strasburgo... ho una ipotesi che poi volevo discutere con te... domani che rientro in Italia ti chiamo...».
Sospettano gli inquirenti: «Non è da escludere che i riferimenti all’onorevole Vito Bonsignore abbiano attinenza con l’esecuzione di alcune grandi opere riferibili al parlamentare europeo». Si tratta, forse, dell’aggiudicazione di gare milionarie per lavori stradali: il governo infatti sbloccherà una serie di fondi Cipe per opere in Sicilia e Lazio.
Loiero si raccomanda
E all’improvviso tra le carte fiorentine spunta anche il governatore della Calabria, Agazio Loiero. L’ex senatore democristiano calabrese Franco Covello, approdato al Pd, parla con Angelo Balducci: «ti volevo dire... siccome io sono con il Presidente della Regione Calabria... verso le 12,30... se puoi memorizzare ... ti chiamo e te lo passo ... gliel’ho detto per la figliola ...okay? …ti abbraccio». Balducci acconsente: «Come no? ... va benissimo...va bene, va bene.».. Annotano gli investigatori: «Parrebbe quindi che, in una cornice di scambio di favori, Covello intenda richiedere a Balducci un favore per la figlia del presidente della Regione Calabria».
I carabinieri che indagano sul malaffare fiorentino dedicano ampio spazio ai rapporti tra gli ingegneri Angelo Balducci e Fabio De Santis con un imprenditore, Guido Ballari, in buoni rapporti con il senatore Guido Viceconte e con il parlamentare Mario Pepe: «Lo sviluppo investigativo consentirà di rilevare che l’onorevole Mario Pepe, a cui si aggiungerà anche il senatore Viceconte, sono interessati a far aggiudicare lavori pubblici all’imprenditore Guido Ballari».
Gomorra

Nella megainchiesta compare anche il fantasma della criminalità organizzata che in alcuni casi tenta l’inserimento negli affari degli imprenditori, in altri riesce ad avere un ruolo diretto. Non basta: c’è un caso, clamoroso, di una tangente pagata con soldi chiesti in prestito ad usurai, collegati al clan casertano dei Casalesi.
«In questo contesto - scrivono i magistrati della Procura di Firenze nella richiesta d’arresto - sono state registrate più conversazioni riferite a una somma di 100.000 euro da destinare nel periodo natalizio del 2007 ai funzionari di via della Ferratella (dove ha sede il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, ndr), somma che Piscicelli (l’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli, indagato nella inchiesta, ndr) ha preso in prestito a tassi usurai da Antonio Di Nardo, originario di Giugliano in Campania, dipendente del ministero delle Infrastrutture e dall’imprenditore Rocco Lamino».
E’ una figura importante nell’inchiesta, Di Nardo. A lui, scrivono i pm, è «direttamente riferibile il Consorzio Stabile Novus con sede a Napoli che, tramite il Piscicelli, è entrata in rapporti con Bpt Spa», e partecipa all’interno di una cordata di imprese alla gara per l’aggiudicazione dei lavori del nuovo teatro di Firenze, gara poi persa.
Ma chi è Di Nardo? Il suo nome è citato nelle note della Divisione investigativa antimafia di Napoli nell’ambito di indagini coordinate dal pm Raffaello Falcone della Dda di Napoli su soggetti inseriti nel clan camorristico dei Casalesi. Che con questa gente non si scherzi lo si capisce dal tenore di una telefonata intercettata dai carabinieri del Ros, in cui Piscicelli dice testualmente: «Sono quella gente che è meglio che ci stai lontano... se si sgarra è la fine...».
Di Nardo si dà un gran daffare per trovare finanziamenti per la campagna elettorale di Luigi Cesaro, candidato (vincitore) delle Provinciali di Napoli. «Antonio Di Nardo associa il suo impegno nella raccolta di contributi... trasparenza casa Cesaro... va bene ....ti ringrazio e spero, insomma di fare un buon lavoro».
La piovra

Ma Sull’inchiesta fiorentina incombe anche il fantasma di Cosa nostra. Il personaggio chiave, discusso, fino adesso uscito sempre indenne da tutte le inchieste sui rapporti tra Cosa nostra e i colletti bianchi, è il commercialista Pietro Di Miceli. Il professionista più volte indagato ma sempre prosciolto dalle accuse era in rapporti con l’imprenditore Riccardo Fusi, anch’egli della Btp. «Nel corso dell’attività d’indagine - si legge nella richiesta d’arresto - è emerso che Fusi ha avuto rapporti con l’indiziato mafioso Di Miceli Pietro, interessato, quale mediatore, con organi amministrativi della provincia di Frosinone per la realizzazione dell’aeroporto e di un Centro d’accoglienza a Roma. Sebbene tali contatti non abbiano ancora sortito alcun risultato concreto, Pietro Di Miceli, seppur successivamente assolto, è stato imputato in procedimento della Dda di Caltanissetta per concorso in associazione mafiosa, indicato da collaboratori di giustizia in stretti rapporti d’affari con Raffaele Ganci, già capo della famiglia Palermo-Noce, e inserito nello schieramento Corleonese».
Non basta. In un esposto anonimo indirizzato alla Procura di Palermo, Di Miceli era descritto come un personaggio che aveva rapporti con esponenti di spicco di Cosa nostra, della massoneria, del mondo politico, dei Servizi segreti e di ambienti finanziari e imprenditoriali siciliani e nazionali». E il nome del commercialista siciliano viene accostato anche, nella inchiesta fiorentina, allo Ior, la banca vaticana. Il particolare emerge in una intercettazione telefonica. A parlare è Riccardo Fusi: «Questo sarebbe un alto personaggio dello Ior... Vaticano... capito? quindi è uno che monta operazioni in tutt’Italia e all’estero...».
«Ha visto le stelle»

Si è perso, quella notte Guido Bertolaso: «Come esco Simone?» «Allora guarda... c’è direttamente sulla destra o sulla sinistra... vicina a una delle porte... vicino a una rotella quella rossa fagli fare due scatti in alto.. verso sinistra.. hai visto gira quella..verso sinistra... verso l’alto diciamo..». E’ disperato il sottosegretario: «Non riesco ad aprirla...». Simone Rossetti: «Arrivo..arrivo...».
Tre minuti dopo, al cellulare. «Fiz uma masagem maravilhosa nele, que ele viu estrelas...». Ho fatto un massaggio meraviglioso... lui ha visto le stelle... L’incontro è appena terminato. Sono le 23,07 del 14 dicembre del 2008, Monica ha appena lasciato Guido Bertolaso ed è in compagnia di Simone Rossetti, il gestore del «Salaria Sport Village». Simone le passa Regina Profeta, brasiliana come lo è Monica.
Regina le chiede: «Hai finito? Tutto okay, ragazza?». Monica: «Tutto sicuro...non fece niente...Grazie a Dio... non c’è niente da raccontarti... guarda... a lui è piaciuto... l’ha adorato». E Regina: «L’importante è che gli sia piaciuto...».
La dignità calpestata

Il 29 agosto del 2008, Daniele Anemone dai cantieri del G8 della Maddalena invia al fratello Diego un lungo sms lamentandosi del comportamento di Mauro Della Giovampaola, responsabile del controllo sui cantieri del G8 di La Maddalena: «Io credo che sia opportuno fare un punto perché la situazione non è più sostenibile noi siamo persone serie e corrette ma qui abbiamo a che fare con una serie di persone, primo Mauro, che i valori non sa nemmeno cosa significano. Quindi mio grosso rammarico sia dal lato economico che da lato umano».
«Io qui non torno, più capisco che un lavoro così non capita più ma io ho una dignità e alla persona che abbiamo garantito il risultato - cosa che si ottiene senza troppi problemi- non merita quello che sta succedendo. Un famoso saggio diceva che quando un cane morde va soppresso altrimenti ti può mordere. Scusa per lo sfogo ma Mauro è proprio una persona che con noi non c’entra niente un bacio Daniele».
Cani raccomandati

L’architetto fiorentino Marco Casamonti lavora per la «Giafi Costruzioni» di Valerio Carducci, una impresa che ha vinto un appalto per i lavori a La Maddalena. Casamonti è al telefono con l’architetto Stefano Boeri al quale riporta il colloquio avuto con Della Giovampaola sul ruolo dell’architetto Giovanni Facchini.
Casamonti: «Ho parlato con Mauro Della Giovampaola, che è una persona in gamba...il quale mi ha detto... "guarda Marco tu sei venuto qui portato dall’impresa ...noi abbiamo questo albergo fatto da questi Facchini che sono dei cani ...però non li possiamo mandare via perchè son quelli di Berlusconi" ...uno lavora per Berlusconi uno per il Vaticano ... "l’unico problema è che se noi diamo retta a questi"… mi ha fatto vedere i disegni ..."noi qui non finiamo ...e siccome poi il culo ce lo rimette Bertolaso e Balducci abbiamo chiesto a Giafi di intervenire e Giafi ci presenta voi ...quindi voi in questo momento fate i progetti ma state sotto tono ...non dite niente ...noi sarà Balducci ...a fare in modo che voi facciate questo pezzo e che Facchini lo concentra sulla parte alberghiera delle camere"».
Boeri: «Eh, fantastico ...tieni anche conto che ...Soru (Renato, all’epoca governatore della Sardegna, ndr) ha fatto di tutto per farglielo cambiare questo progetto».
Casamonti: «Lo so ...me lo ha detto, è una cosa oscena: ha due conchiglioni dalle parti...».
Boeri: «...(inc. a causa dei rumori di cantiere) io ho ...anch’io fatto un progetto in segreto ...l’ho dato a Soru che ...(inc) per ... (inc) ... quelle due cazzo di granchiate».
Casamonti: «... ma due cagate mortali sono ...(omissis)».
Paolo Berlusconi

Alle ore 17.32, con un sms, l’arch. Giovanni Facchini informa l’ing. Fabio De Santis che Paolo Berlusconi desidera incontrare il capo, alludendo ad Angelo Balducci: «Ciao Fabio ti stavo cercando solo per avvertirti che Paolo voleva vedere il tuo Capo e che quindi non avendoti potuto parlare lo cercherà direttamente. A presto Giovanni».
Effettivamente proprio nello stesso momento Paolo Berlusconi chiama Angelo Balducci per chiedergli un incontro per l’indomani; Balducci ribatte di essere impegnato l’indomani a Napoli; i due restano d’accordo per risentirsi per fissare l’incontro.
Balducci: «sì, pronto?» P. Berlusconi :«... Angelo?». Balducci: «Sì, pronto». Berlusconi:... «Paolo Berlusconi, ciao». Balducci: «Ehi ! ciao Paolo, come stai?». Berlusconi: «Ti sento occupato, vuoi che ti richiamo più tardi?». Balducci: «No, ma che scherzi...?....ci mancherebbe...». Berlusconi: «Senti, io sono a Roma... domani riusciamo a vederci cinque minuti?». Balducci: «Guarda....io domani mattina vado a Napoli e c’è il Presidente ... però torno nel pomeriggio...anzi, tra l’altro torno insieme a lui... tu ti fermi anche domani, oppure». Berlusconi: «Io parto la sera alle otto....ho l’aereo alle otto...». Balducci: «Ah, guarda Paolo, facciamo così...io, se non ti dispiace, domani quando so esattamente l’ora del rientro, quindi ... io lo saprò intorno a mezzogiorno...». Berlusconi: «Perfetto». Balducci: «Ti chiamo...e poi ti raggiungo da qualche parte...». Berlusconi: «Allora puoi chiamare me o anche Giovanni ... il mio numero dovresti averlo adesso ricevuto ... però o me o Giovanni...».
Balducci: «Ok...». Berlusconi : «Ok?...grazie!....ciao».
Guido Ruotolo
Fulvio Milone