Giordano Tedoldi, Libero 16/2/2010, 16 febbraio 2010
LA LIBRARIA PARIGINA CHE HA FATTO IL ”900
Era una musa lesbica e grassoccia, capelli biondi e una gonna grigia lunga, gilet avvitato su una camicia bianca inamidata e occhi scuri e sporgenti come quelli del poeta William Blake, Adrienne Monnier. Amica amorosa di Sylvia Beach, la libraia di ”Shakespeare & Co.” ricordata in tutte le testimonianze sulla Parigi anni ”20, a cominciare da Festa mobile di Hemingway, era stata invece Adrienne, giusto dall’altra parte di Rue de L’Odéon, al numero 7, a aprire cinque anni prima dell’amica ”La Maison des Amis des Livres”; più che una libreria un rifugio, biblioteca libera, nonché ufficio prestiti per i più grandi scrittori del Novecento, da Joyce a Beckett, da Benjamin a Hemingway, da Gide a Valery. E se è vero che Joyce, a tarda sera, preferiva passare da ”Shakespeare & Co.”, specializzata in letteratura anglofona, è lui a definire «mademoiselle Adrienne la socia più intelligente di Sylvia», il lato forte e la direttrice amministrativa della coppia.
La storia di Adrienne Monnier (18921955) riaffiora dai suoi ricordi pubblicati postumi e ora tradotti in italiano da Elena Paul in Rue de l’Odéon. La libreria che ha fatto il Novecento (:duepunti edizioni, pp. 224, euro 12).
ROMANZO PORNOGRAFICO
L’incontro con Joyce risale a una cena dell’estate 1920, a un party estivo. Fu Sylvia ad avvicinare l’irlandese dall’aspetto cagionevole e cupo (con Adrienne lo chiamavano «Cristo in croce» e «Gesù la malinconia»). Joyce viveva in un piccolo appartamento in affitto al 5 di rue de l’Assomption con la moglie Nora e i due figli, lavorava a Ulysses da cinque anni e non riusciva a trovare un editore né in America né in Inghilterra; il romanzo era giudicato pornografico per via dei frequenti riferimenti dei personaggi a questioni sessuali.
Adrienne mise a disposizione di Joyce il suo tipografo Darantiere, e Sylvia gli fece da correttrice di bozze. Joyce, tra una correzione e l’altra, ne approfittava per scrivere ex novo intere parti del romanzo, che infine uscì per la ”Shakespeare & Co.”, in mille copie, nel febbraio 1922. Ma nei quindici mesi di lavoro sul romanzo Adrienne e Sylvia, che nel frattempo erano andate a convivere in un appartamento di rue de l’Odéon, prestarono soldi a Joyce, al punto da mandare quasi in bancarotta la libreria.
A pochi mesi dalla pubblicazione fu Adrienne a organizzare ne ”La Maison” un reading di passi tradotti in francese di Ulisse. La libreria traboccava di pubblico che alla fine scoppiò in applausi, Joyce si era nascosto nel retro. Lo scrittore Valery Larbaud lo tirò fuori, rosso di vergogna, e gli diede due baci sulle guance. Ulysses divenne un caso e nel 1929 Monnier ne pubblicò la prima edizione francese, mentre Joyce continuava a spillare soldi a Sylvia chiedendo anticipi sulle vendite.
UNA LETTERA DI FUOCO
Fu Adrienne a causare la rottura definitiva con una lettera di fuoco a Joyce: «Ciò che Gide non sa, è che tu sei, al contrario [di quanto pensava Gide], molto preoccupato del successo e dei soldi. Desideri che gli altri arrivino al limite, li guidi attraverso dure prove fino a una qualche Dublingrado alla quale non sono interessati. A Parigi corre voce che sei viziato, che ti abbiamo rovinato con i nostri travolgenti elogi e che non sai più quello che stai facendo».
Nel 1936 l’amore tra Adrienne e Sylvia finisce, poi viene la depressione e il suicidio. Ma senza la tenacia e la passione di mademoiselle Monnier forse Joyce sarebbe rimasto un insegnate d’inglese alla ”Berlitz School” per tutta la vita.