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 2010  febbraio 16 Martedì calendario

BERLUSCONI STUDIA LE ALTERNATIVE: DUBBI SULLA "TENUTA" DI BERTOLASO

Dalla bufera che si è abbattuta sulla Protezione Civile, Silvio Berlusconi non sa ancora come uscirne anche se nelle ultime ore è aumentato il suo scetticismo sulla possibilità di tenere ancora a lungo Bertolaso sulla poltrona di capo della Protezione Civile. Malgrado il grande attivismo di Gianni Letta, il Cavaliere ieri ha interrogato più di un suo collaboratore su nomi di possibili successori alla guida della più efficiente struttura della pubblica amministrazione. Tra una rosa di prefetti, dove spunta anche quello di Napoli, potrebbe esserci il nome del possibile successore di Bertolaso anche se c’è chi consiglia il Cavaliere di assumere su di sè le deleghe dell’attuale sottosegretario in attesa di individuare un successore degno e adeguato al compito.
Subordinate, queste, valutate dal Cavaliere con estrema attenzione anche se per ora si punta e si spera di poter tenere Bertolaso al suo posto rinviando ogni decisione a dopo le elezioni regionali. Tutto è ovviamente legato all’eventualità che escano sui giornali altri particolari su una vicenda che potrebbe allargarsi anche ad altri nomi e non tutti del centrodestra.
Chiuso ad Arcore e con una buona dose di rabbia anche per quel clima da tangentopoli che riempie i giornali per le disinvolte chiacchierate di uno dei coordinatori del Pdl (Denis Verdini) e per l’astuzia di un ”allegro” consigliere comunale del Pdl (Mirko Pennisi), il Cavaliere si è detto «sorpreso» per la leggerezza con la quale fidati collaboratori hanno infilato il governo e la maggioranza «in un tunnel di rapporti dove ora sguazza la magistratura».
L’attesa di nuove rivelazioni - magari anche un po’ bipartisan - rende Berlusconi cauto, anche perché il coinvolgimento di uno dei tre coordinatori del partito complica ulteriormente l’intera faccenda sulla quale nel frattempo alleati e cofondatori tentano, secondo il premier, di lucrare qualche consenso in più cercando di intestarsi lo stralcio delle norme sulla spa dal decreto.
Silvio Berlusconi per tutta la giornata si è chiesto quale fosse la strada per uscire da un pantano che rischia di complicare ancor più l’appuntamento elettorale di fine marzo. Non se l’aspettava il Cavaliere un altro campagna di quello che continua a definire il «solito circo mediatico-giudiziario». Soprattutto non si aspettava che le procure puntassero direttamente su palazzo Chigi e la struttura che più ha dato in questi mesi lustro al governo.
La decisione di evitare di andare ad uno scontro prima di tutto interno alla maggioranza, ha alla fine convinto il premier della necessità di stralciare dal testo la parte relativa alla spa. Ora che il decreto è stato «depotenziato», per dirla con Gianfranco Fini, Berlusconi deve evitare che lo stesso effetto lo subisca il governo. Oltre a scongiurare che le «mele marce» infettino il lavoro fatto dal governo a Napoli e in Abruzzo e in tante altre situazioni, Berlusconi vuole evitare che nella maggioranza riprenda quota quel di incertezza che caratterizzò i mesi di Noemi e delle feste in villa.