Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  febbraio 16 Martedì calendario

I FAVORI E GLI APPALTI. LA RETE DEGLI AMICI DALL’ENAC ALLA RAI

Aveva tentacoli ovunque la «combriccola». Dalla Rai all’autorità di vigilanza sugli appalti, passando per iministeri, funzionari e imprenditori potevano contare su una rete di persone alle quali chiedere favori e appoggi. Molto attivo nel sostenere le aziende napoletane che vogliono prendere i lavori si rivela l’onorevole Luigi Cesaro, attuale presidente della Provincia di Napoli. Ma per far valere le proprie ragioni costruttori e professionisti non esitano a rivolgersi a Paolo Berlusconi, il fratello del presidente del Consiglio.
«Lavorano per il Vaticano»
Quando si tratta di difendere i propri interessi, i funzionari non mostrano remore. Il 30 luglio 2008 Fabio De Santis, delegato alla gestione Grandi Eventi, «sollecita il collega Raniero Fabrizi di attivarsi per bloccare una norma, in fase di approvazione, che restringe la possibilità per i pubblici dipendenti di avere emolumenti per collaudi e arbitrati su opere pubbliche. Gli spiega di aver già interessato l’architetto Giovanni Facchini affinché riporti le loro lagnanze a Paolo Berlusconi e aggiunge che ha intenzione di attivare anche due parlamentari con cui è in rapporti, il senatore Guido Viceconte e l’onorevole Mario Pepe». Facchini è uno dei professionisti che lavorano a La Maddalena in vista del G8. Il primo agosto «l’architetto Marco Casamonti riporta al collega Stefano Boeri i contenuti di un colloquio con il funzionario Mauro Della Giovampaola. E riferisce: "Mi ha detto guarda Marco tu sei venuto qui portato dall’impresa... noi abbiamo questo albergo fatto da questi Facchini che sono dei cani... però non li possiamo mandare via perché son quelli di Berlusconi. Uno lavora per Berlusconi, uno per il Vaticano. L’unico problema è che se noi diamo retta a questi noi qui non finiamo e siccome poi il culo ce lo rimette Bertolaso e Balducci abbiamo chiesto a Giafi di intervenire... quindi voi fate i progetti ma state sotto tono».
Il 3 settembre è Paolo Berlusconi a contattare Angelo Balducci. Paolo Berlusconi: «Paolo Berlusconi, ciao...». Balducci: «Ehi! ciao Paolo, come stai?». Paolo Berlusconi: «Ti sento occupato, vuoi che ti richiamo più tardi?».
Balducci: «No, ma che scherzi? ci mancherebbe...
Paolo Berlusconi: «Senti, io sono a Roma... domani riusciamo a vederci cinque minuti?».
Balducci: «Guarda... io domani mattina vado a Napoli e c’è il presidente... però torno nel pomeriggio... anzi, tra l’altro torno insieme a lui... tu ti fermi anche domani, oppure...».
Paolo Berlusconi: «Io parto la sera ho l’aereo alle otto...».
Balducci: «Ah, guarda Paolo, facciamo così... io, se non ti dispiace, domani quando so esattamente l’ora del rientro, quindi... io lo saprò intorno a mezzogiorno... ti chiamo... e poi ti raggiungo da qualche parte...».
Paolo Berlusconi: «Ok? grazie!».
Gli appalti dell’Enac
La lettura delle intercettazioni conferma l’aiuto di Denis Verdini al suo amico Riccardo Fusi. Il 16 settembre 2009 lo chiama «e gli passa al telefono Vito Riggio, l’attuale presidente dell’Enac».
Riggio: «Vediamoci... io dunque... se per caso siete a tiro magari nel pomeriggio che la mattina c’ho un po’ di casino». Fusi: «Va bene, a che ora?». Riggio: «Diciamo dopo le 5... ci possiamo vedere anche in centro, 5 e mezza al Caffè Farnese». Fusi: «D’accordo». Annotano gli investigatori: «Dopo circa 20 minuti l’onorevole Verdini richiama Fusi per dirgli che con Riggio ha parlato molto chiaro, facendo riferimento alle sue sollecitazioni per far ottenere al Fusi qualche appalto». Fusi: «C’è possibilità?». Verdini: «Non di quelle lì perché... insomma... quelle due cose sono state fatte... però c’è tante altre... non quelle cose...». Fusi: «Va bene...». Verdini: «Però mi ha detto che si mette a disposizione... ti spiega... per grandi progetti per il futuro... per cui...». Fusi: «Domani alle 17.30...». Verdini: «Perfetto, ciao».
Nell’anticamera di Palazzo Chigi
Il 12 maggio 2009 lo stesso Fusi è a Roma. Parla al telefono con diversi interlocutori e si capisce che si sta occupando della costituzione di un consorzio di imprese a L’Aquila. Annotano gli investigatori: «Alle 17.17 chiama una sua amica, Eva Viti e, attivando una cella di via del Corso, le riferisce di essere a Palazzo Chigi in attesa di essere ricevuto dal sottosegretario Gianni Letta: "Ora sono a Roma... perché sono qui a Palazzo Chigi... sono da Letta qui... capito?... e quindi... sono in sala d’attesa... e niente... non so che ora farò qui quando esco».
Alle 18.49 lo chiama il geometra Liborio Fracassi «per riportargli la viva soddisfazione degli amici aquilani facendo evidentemente riferimento all’esito dell’incontro a Palazzo Chigi che si è appena concluso: «Ho sentito gli altri amici, sono tutti contenti, soddisfatti».
La fiction con la Falchi
A metà settembre 2008 l’imprenditore Diego Anemone contatta Giancarlo Leone, alto funzionario della Rai, il quale «è in amicizia anche con Angelo Balducci». I tre devono vedersi a una cena e «l’argomento che Balducci intende affrontare con Leone riguarda l’inserimento del figlio Lorenzo nel cast della produzione Rai di cui ha già parlato Anemone. Infatti quest’ultimo lascia intendere che è al corrente che il regista ha effettuato dei provini sta per effettuare le sue scelte». Ci sono diversi incontri, anche perché Anemone si sta occupando della ristrutturazione della casa di Leone. E a novembre si ha la conferma che il giovane è stato preso, ma Anemone chiama Leone «e gli rappresenta il pericolo che Lorenzo Balducci, per il fatto che si è tagliato troppo i capelli, venga escluso dal cast della produzione della fiction Rai ove peraltro è stato inserito a seguito dell’appoggio fornito dallo stesso Leone».
Anemone: «Quel ragazzo lì no... c’ha avuto un problemino che c’ha una situazione in corso e s’è rasato... e domani c’è un ulteriore ... diciamo incontro». Leone: «... no, no ma la decisione è presa». Anemone: «Eh ... non c’ha più capelli e non fa niente più... lui era disperato s’è messo a piangere».
Dopo pochi minuti Giancarlo Leone riferisce a Anemone che «seppur con qualche difficoltà, è riuscito a far rientrare il problema... allora effettivamente la situazione è pesante... per fortuna ho un rapporto personale di grande stima reciproca Pare che sia successo questo .. che lui ha raccontato ... due filmetti per la Falchi... per la produzione della Falchi... cose che loro erano al corrente ... e gli hanno detto... mi raccomando non alterare la tua condizione perché noi cominciamo a metà novembre ... dice che si è presentato con capelli corti a taglio militare».
Fiorenza Sarzanini