Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  febbraio 18 Giovedì calendario

MAKE-UP STORY


Come si cambia, per esigenze di copione. Ma soprattutto per evoluzioni di pellicola, per il passaggio dal bianco e nero al colore, per aderire ai canoni estetici di una femminilità in mutamento o anche per l’avvento di nuovi ruoli, costumi, mode e tendenze. Le foto di queste pagine, che raccolgono il backstage del trucco di 50 anni di nostri film (tratte dal libro ’Una Notte in Italia, Il Nuovo Cinema Italiano a Tavolara’, a cura di Marco Navone e Antonio Maraldi, Ed. Il Ponte Vecchio) costituiscono un trattato antropologico versione lookbook. E ci fanno sorridere e riflettere, proponendo una serie di interrogativi anche bizzarri: perché tutte le attrici degli anni ’50 avevano un’espressione tanto drammatica? Come mai le ragazze degli anni ’70 sono tutt’occhi? E perché quelle dei ’90 appaiono trasparenti fino quasi all’annullamento? Le risposte? Eccole.

Anni 50 Col passaggio dalle pellicole in bianco e nero al colore, l’aspetto delle attrici cambia per esigenze cinematografiche, seguito da quello delle donne ’normali’, che alle dive si rifanno e alle case cosmetiche chiedono prodotti capaci di ricreare i loro look.

"Fino a quel momento, le labbra venivano disegnate con rossetti rosso scuro, violacei e tendenti al nero, per essere più in contrasto con le altre gamme di grigi del volto", spiega Simone Belli, National Make up artist di L’Oréal Paris. "Le sopracciglia avevano un andamento ascendente e questo, unito alle labbra serrate e scure, rendeva l’espressione delle attrici drammatica e un po’ amara. Ma, con l’arrivo del colore, da metà anni ’50 sparisce l’esigenza di contrasti così forti: la bocca si fa rosso acceso e morbida, piena. Le aziende cosmetiche si impegnano a proporre delle paste brillanti, laccate e non più opache. la stagione di Marilyn, della sua suprema bellezza. Il mutamento delle sopracciglia si deve però a Audrey Hepburn, che inaugura la mai finita stagione dell’arco ad ’ala di gabbiano’, che viene richiesto moltissimo anche oggi, specie dagli uomini. purtroppo non a tutti dona".

Anni 60 Abbandonata già da fine anni 50 l’idea dell’incarnato da ’re’, cioè compatto, rigido, bianco e un po’ spettrale, si va via via verso volti più dorati, più veri. Non c’è più l’aspetto diafano ma rossiccio. E, come conseguenza, cambia il colore del rossetto, che diventa pastello: rosa antico o albicocca. l’epoca di Brigitte Bardot, ma anche di Twiggy. Le labbra perdono di importanza e di conseguenza il risalto va agli occhi, su cui compare l’eyeliner. Sarà che questa è la stagione dell’emancipazione e di Mary Quant, ma qui le donne sembrano più interessate a spalancare gli occhi sulla realtà, per guardare e prendere posizione, che ad attrarre l’attenzione con labbra color ciliegia. Perché la bocca serve più per parlare che per farsi baciare.

Anni 70 Anni di ribellione e di una femminilità stilizzata, quasi graficizzata. "L’eyeliner la fa ancora da padrone, insieme alle ciglia finte a fascia piena, intervallate anche da brillantini", puntualizza Simone Belli. una donna un po’ artefatta, quasi esagerata: colori fluo, glitter, piume e paillettes. "Gli occhi sono in primo piano, mentre sulle labbra al posto dei rosa albicocca compaiono colori naturali, come il biscotto. Dall’Oriente arrivano suggestioni esotiche che si manifestano, nel trucco, con ghirigori sulle guance, da figli dei fiori. Prenderei come icone di questa decade tre donne molto diverse, perché varie sono le anime degli anni ’70: Ursula Andress, più naturale, Gloria Guida, hippie ed erotica insieme, e poi Catherine Deneuve, più raffinata".

Anni 80 Non è più solo il cinema a anticipare e guidare il look delle donne della decade. L’avvento di Mtv e dei video musicali, in cui si dà spazio alla creatività e alla personalità delle pop star, amplifica l’effetto mimetico delle giovani verso le loro beniamine e decreta l’affermarsi di alcuni cosmetici-chiave in modo massificato. I mascara diventano colorati (blu, verdi), i rossetti perlati in toni forti come il fucsia, le sopracciglia sono scure e disegnate, a volte in contrasto con la capigliatura, che può essere bionda. Il trucco è policromatico, in tonalità anche dissonanti. L’emblema supremo della decade non è dunque un’attrice ma una videostar, Madonna. Negli anni ’80 il makeup non è completo se non è associato agli accessori (orecchini, cerchietti con fiocchi, fermagli), i colori sono esplosivi dal giallo canarino al verde smeraldo, e la tendenza è abbinamenti arditi. Non a caso una grande maison cosmetica propone per la prima volta un kit di ombretti con cinque alternative di colori, con i quali divertirsi.

Anni 90 Tocca a questo decennio ridimensionare tutto (era anche l’ora, dopo le esagerazioni degli anni ’80). La moda si fa asciutta, ai colori squillanti si preferiscono il nero, il blu, il bianco. Le forme si semplificano e anche i volumi. Minimalismo? Sì, e anche il make up segue. "Il fondotinta perde spessore", spiega il make up artist L’Oréal, "si fa quasi trasparente per incarnati luminosi, perfetti, sublimi come quello di Nicole Kidman". La Kidman da un lato, più eterea e distaccata, e dall’altro Julia Roberts, più vicina alla realtà quotidiana. Entrambe però testimoni di una stessa tendenza. "Sembrano quasi non truccate, perché il paradosso è che si usa il make-up per sembrare assolutamente naturali. arrivato il Nude Look". Le case cosmetiche si adeguano e, supportate dalla ricerca, sfornano fondotinta che trattano come creme, mascara con sieri che rinfoltiscono le ciglia e fard dai colori neutri per donare luminosità più che ’scolpire’ il viso. Il punto di attrazione sono gli occhi: kohl neri li rendono languidi, attraenti ma non sfacciati.

E oggi? L’evoluzione del nude look è la ricerca di un make up che faccia apparire le donne belle come se mamma le avesse fatte così. Che vorrebbe dire, tradotto, che le ciglia non devono apparire rinforzate dal mascara ma dare l’impressione di essere naturalmente così folte e scure. Stesso per l’incarnato, che non deve sembrare coperto da fondotinta ma fresco. La chiave per capire questi anni è la ’personalizzazione’. Che si ottiene anche grazie a ricerche sempre più mirate, ricorrendo anche al Dna, se necessario, per trovare un fondotinta massimamente in sintonia con la propria pelle, come se veramente ’fossimo nate così’. Il tentativo è quello di assecondare ogni caratteristica personale, senza omologazione. "Il trucco degli anni Duemila non racconta più un’epoca, ma dà profondità al personaggio in scena, alla personalità di ogni singola donna nella vita", conclude Simone Belli. Ma allora. c’è il trucco.