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 2010  febbraio 14 Domenica calendario

LA CORSA DEI CLAN PER LA TORTA GRANDI OPERE

Che il Consorzio Stabile Novus sia infiltrato da Cosa Nostra e Camorra in ambienti giudiziari è cosa nota, pazienza se è riuscito comunque ad aggiudicarsi l’appalto di 12 milioni di euro per la piscina Valco San Paolo per i Mondiali di Nuoto romani. Il Consorzio nel biennio 2008-09 raggruppava una decina di aziende campane e siciliane, tra cui la Opere pubbliche e ambiente Spa di Francesco Mario De Vito Piscicelli, quello che rideva al telefono col cognato sulla tragedia d’Abruzzo, indicato nell’ordinanza del gip Rosario Lupo come ”per - sonaggio alquanto importante in tale inchiesta”. Poi c’è l’impresa fiorentina Baldini Tognozzi Pontello (Btp), che con il Consorzio costituì un’associazione temporanea d’i m p re s a e al cui presidente Riccardo Fusi fu chiesto un milione e mezzo di euro da De Vito Piscicelli, nel febbraio 2008. La Btp fu sponsorizzata fortemente da De Vito Piscicelli al Dipartimento sviluppo e turismo della presidenza del Consiglio. Tra fine 2007 e inizio 2008, infatti, De Vito Piscicelli mette in contatto prima Vincenzo Di Nardo e poi Riccardo Fusi (legale rappresentante e presidente del Cda di Btp) proprio con Angelo Balducci e con Fabio De Santis. Così Di Nardo e Fusi avrebbero avuto la preventiva assicurazione dell’assegnazione di diversi appalti. Ma De Vito Piscicelli si offriva soprattutto di fare in modo che la Btp partecipasse alla ”spar tizione dell’enorme torta dei 465 milioni di euro stanziati per la realizzazione di ulteriori diciassette o p e re ” relative al 150° dell’Unità d’Italia, oltre ad aver già tentato di sbloccare la situazione per il lavori della Scuola Marescialli nell’area di Castello a Firenze, appalto per discutere del quale Fusi incontra il suo amico Verdini, coordinatore Pdl - sul quale si concentrano voci di un possibile coinvolgimento giudiziario - , e il ministro Matteoli. Proprio qualche giorno prima dello scoppio della ”Bertolaso Connection” il ministero delle Infrastrutture ha riconosciuto alla Btp la titolarità del cantiere a Castello, escludendo la Astaldi. Ora Btp chiede addirittura un 26% in più di costi rispetto al contratto iniziale. Ma la pista seguita dai Ros rivela come proprio la Btp – i cui vertici devono rispondere non solo di corruzione ma anche di associazione a delinquere con tanto di aggravante di mafia – possa essere stata usata come una sorta di ”cavallo di troia” da imprese afferenti al Consorzio – quindi infiltrate – per permettere alla Camorra di mettere le mani sugli appalti. Una storia di usura scoperchia il tutto: De Vito Piscicelli, nel corso di numerosi dialoghi intercettati, spiega di aver ”dovuto contrarre un prestito di 100 mila euro con soggetti campani, per soddisfare alcune richieste avanzategli dall’ufficio di via della Ferratella”, arrivando a restituire una somma di 140 mila euro. Un prestito usuraio, quindi, pagato con assegni a due persone indicate al cognato, in conversazioni telefoniche, da De Vito Piscicelli come pericolose: ”Son quella gente che è meglio che ci stai lontano… se si sgarra è la fine… io già l’a l t ra volta dal 5 al mese… sono passati al 10”. I due soggetti campani a cui De Vito Piscicelli fa riferimento sono – nell’ordinanza del gip – Roc - co Lamino (diretto destinatario degli assegni) e Antonio Di Nardo, intermediario fra i due. Quest’ultimo funzionario ministeriale in contatto con altri soggetti indiziati di appartenenza ai clan. Proprio Di Nardo ”gestiva occultamente” il Consorzio. E per le intermediazioni con il Dipartimento Sviluppo e Turismo De Vito Piscicelli chiede poi a Fusi un riconoscimento economico di 1,5 milioni, pronto a dargli anche una villa all’Argentario. Perché era il minimo vista ”l’entrata assicuratagli presso il Dipartimento di via della Ferratella – scrive il gip ”, asserendo che la rete di rapporti intessuta con il gruppo di funzionari facente capo all’ing. Balducci, messa a disposizione del Fusi, costituiva il ”bac - kground di dieci anni di buttamento di sangue’ e alludendo a una serie di ”sacr ifici’ che aveva dovuto sostenere per assolvere alle richieste più disparate che gli erano pervenute dai funzionari ministeriali”.