IRENE MARIA SCALISE, la Repubblica 14/2/2010, 14 febbraio 2010
IL TESSUTO-CENERENTOLA CHE HA STREGATO I RE
Ha fatto innamorare i ricchi anche se era stato pensato per i poveri. Nato per vestire gli operai, oggi sfila nelle settimane dell´haute couture e trionfa nei negozi a cinque stelle. Incredibile protagonista di una favola simile, per magia, solo a quella di Cenerentola. il tessuto jeans. Artisti del calibro di Damien Hirst, dopo averlo dipinto come una tela preziosa, lo hanno trasformato in un ambitissimo pantalone a edizione limitata.
Icona simbolo di un´ascesa sociale involontaria, il jeans nasce quasi per caso in Liguria dove, nel Cinquecento, era usato sulle navi per coprire le merci dalla furia del mare. Alla fine dell´Ottocento Levi Strauss, giovane commerciante emigrato in America in cerca di fortuna, deposita il brevetto per il primo pantalone a cinque tasche. Da quel momento ogni convenzione salta. In principio quella tela blu e resistente si trasforma in un abito da lavoro: tute, pantaloni sformati e camicioni. Ma nell´immediato dopoguerra il denim raggiunge il dorato mondo dell´upper class. Sarà perché divini come Marlon Brando, Paul Newman e James Dean fanno sospirare le platee femminili affascinate da quel semplice pantalone che, per la prima volta, lascia intuire il lato B degli uomini. Da allora tutti vogliono i jeans. I figli di papà lanciano lo stile preppy, accoppiando il denim con pregiati golf di cachemire. I giovani del ´68 lo indossano con l´eskimo, trasformandolo nella divisa della rivoluzione. Per non parlare delle donne che, per merito di quella tela, conquistano un´ulteriore parità dei sessi.
Oggi i jeans sono di tutti e per tutti. Bambini compresi. Economicamente parlando non conoscono confini. Si va dalle follie dei modelli tempestati di Swarovski, all´intramontabile classico di un cinque tasche disponibile per qualsiasi portafoglio. Il jeans sempre più spesso esce dai tradizionali confini e diventa altro: borsa, giacca, scarpa o cappello. Ed è sdoganato anche il total look: ovvero il jeans che si accoppia con il jeans. L´importante è che la tela blu sia ben lisa. Spesso senza mezze misure: il denim può essere strappato, lacerato, rovinato, scucito, rattoppato con stoffe patchwork. O, all´opposto, perfetto. Non mancano quelli coloratissimi. O ancora il vintage e il cotone biologico.
Una scelta versatile anche negli accoppiamenti: i jeans donano con un paio di scarpe da ginnastica e una maglietta di cotone e, allo stesso modo, mettono in risalto camicie di seta e tacchi vertiginosi. Per gli uomini, poi, indossati con una giacca blu o in velluto sono la classica via di mezzo non impegnativa. Tra le ultime manie, prediletta dai designer dell´arredamento, abbinare questo fustagno irresistibile a poltrone, mobili e complementi d´arredo.