Camillo Langone, Libero 14/2/2010, 14 febbraio 2010
IL DIZIONARIO BIOGRAFICO DI LIBERO - A
cura di Francesco Borgonovo
CERGOLY, Carolus (scrittore, 1908-1987)
Cergoly,chieracostui?Semplicemente il più grande scrittore triestino di tutti i tempi. Pensavate fosse Claudio Magris? No, scusatemi, non volevo offendere, solo dei lettori del Corriere della Sera possono essere caduti nella trappola di colui che si definisce (o si fa definire dal suo editore, cambia poco) «l’intellettuale italiano più autorevole e seguìto».
Il conte Cergoly nemmeno volendo si sarebbe potuto rendere così ridicolo: ha vissuto i primi settant’anni completamente tagliato fuori dai giri che contano, scrivendo per editori di provincia, giornali di provincia, lettori di provincia. Nato a Trieste nel 1908, quando sulle pareti c’erano i ritratti di Francesco Giuseppe, e ivi morto nel 1987, quando al posto dell’Asburgo c’era Francesco Cossiga, e si capisce che sono traumi, all’anagrafe si chiamava Carlo Luigi Cergoli Serini e se aggiungeva una Y non era certo per millanteria bensì in memoria degli avi austro-ungarici e balcanici fra cui Nikola Zrinski, il leone della Cristianità morto a Seghedino al comando di un’eroica, disperata sortita contro le truppe quarantaquattro volte più numerose di Solimano il Magnifico.
Come poeta (in triestino) ha superato Saba in cantabilità, come prosatore (in italiano) ha superato Svevo in destrezza.
Il suo capolavoro si intitola Il complesso dell’Imperatore, romanzo Mondadori uscito nel 1979, quando l’amata aquila bicipite (campeggia in copertina) era stata spennata già da moltissimi anni. Ma non è un libro triste, anzi, Cergoly è un autore dionisiaco precipitato chissà come nel Novecento mesto: donne e vino nelle sue pagine non mancano mai. Un libro reazionario, ovvio, anche se dal punto di vista formale è vicino a James Joyce, non certo un passatista delle lettere.
Un libro monarchico, eccome. Un libro in apparenza anti-italiano e pure questo ha contribuito a farlo percepire come un corpo estraneo dal culturame ottuso. Bisogna saper superare la logica binaria per capire come si può, contemporaneamente, vilipendere la bandiera di Garibaldi e onorare la lingua di Dante. Disprezzava le nazioni e amava le patrie, l’amabile Cergoly.