Egidio Bandini, Libero 14/2/2010, 14 febbraio 2010
IL DIZIONARIO BIOGRAFICO DI LIBERO - A
cura di Francesco Borgonovo
MANZONI, Carletto (pittore, 1909 1975)
Manzóni, Fildiferro (detto Carletto). Nonostante la sua formazione si sia svolta alle scuole serali, inizia molto precocemente la carriera di disegnatore, frequentando artisti come Munari e Gelindo Furlan che gli affidano il completamento del famoso ”Manifesto tecnico dell’Aeroplastica”. Firmato il manifesto, Fildiferro si appassiona al giornalismo e inizia a disegnare per notissimi periodici, come ”Il Cartoccino dei Piccoli”. Entrato nel 1936 in redazione al ”Bertoldo”, conosce Saul Steinberg, un immigrato romeno che cerca lavoro come disegnatore. Data la scarsa conoscenza della lingua italiana, Steinberg ha difficoltà a scrivere le battute per le vignette, così il Manzoni provvede a compilare la didascalia in calce ai disegni.
Dal 1945 è redattore del ”Candido”, dove tiene una rubrica di carattere zoologico, che provocherà, nel ”47, un contraddittorio vibrato coi lettori, dopo che Fildiferro definì «mammifero» un pescecane. La polemica rischiava di protrarsi all’infinito, ma per buona sorte del Manzoni intervenne Giovannino Guareschi che, dall’alto della propria preparazione zootecnica, mise fine alla diatriba, definendo i pescecani, non solo selaci, ma anche cetacei, mammiferi, gallinacei, sirenoidi e celenterati.
Nel 1950, grazie ad una simpatica vignetta che ritraeva il Presidente Luigi Einaudi circondato da un rilevante numero di bottiglie del proprio Nebiolo, ottenne un premio alla carriera, consistente in una condanna ad otto mesi di carcere. Premio che però, grazie alla sua innata modestia, Fildiferro si rifiutò di ritirare. In un momento di debolezza, gli scappò scritto un brano dal titolo ”Il dolore” che reca evidenti i segni della maestria di un autentico scrittore. La critica ancor oggi ne consacra la fama, anche dopo le solenni celebrazioni, lo scorso anno, nel centenario della nascita.
Dal 1975 Fildiferro riesce a far perdere le proprie tracce, sembra in riva al mare, come emerge da un suo scritto: «Un’onda venne a bagnarmi le dita di lacrime tiepide, ma erano lacrime di gioia. Sembrava mi stringesse la mano e quando si ritirò nel mare, se la tirò con sé come un invito ad andare».