Stefano Sansonetti e Alessandra Ricciardi. ItaliaOggi 14/2/2010, 14 febbraio 2010
LA MOGLIE DEL SOTTOSEGRETARIO HA UNA FAMIGLIA DA BUSINESS
Si chiama Piermarini. Il cognome è di Gloria, consorte del capo della protezione civile, Guido Bertolaso. Ma Piermarini, con tanto di cognati e suocero del sottosegretario, di fatto sta quasi a indicare un gruppo che ha interessi, affari e business a dir poco caleidoscopici. Si va dallo smaltimento rifiuti, con società che hanno ramificazioni nientemeno che in Bulgaria, alla produzione di film sulla Shoah, dalla gestione di eventi all’attività edilizia. Il tutto con società-meteora, che nascono e muoiono nell’arco di pochissimo tempo, e con soci eccellenti, che magari risultano proprietari di immobili affittati addirittura a qualche ministero.
Il perno, dicevamo, è la cinquantottenne moglie del sottosegretario, Gloria Piermarini. Suo fratello, Francesco Piermarini (citato nell’ordinanza del gip di Firenze nell’ambito delxl’inchiesta sulla Madallena), è stato tempo fa coinvolto nell’avventura di due società. Una è la Mystic River, srl nata il 12 gennaio del 2006 e cessata il 27 dicembre del 2007. Francesco ne deteneva il 40%, mentre un altro 30% era a carico del papà, Guido Piermarini, suocero di Bertolaso. Ma cosa ha fatto in nemmeno due anni questa società? Qualche indizio può essere rintracciato nel suo oggetto sociale, che tra le altre cose parla di «organizzazione e realizzazione di convegni, congressi, conferenze, esposizioni»; «realizzazione e gestione di centri congressi»; «la costruzione, ristrutturazione, compravendita, locazione e gestione di beni immobili». A dir poco laconico l’unico bilancio depositato dalla Mystic River, chiuso al 31 dicembre del 2006, con fatturato zero e 318 euro di perdita di esercizio. Vita ancora più breve, ovvero un anno e mezzo, ha contraddistinto la Ecorescue International. Questa srl, nata il 28 giugno del 2004 e cessata il 31 dicembre del 2005, aveva come oggetto sociale, tra le varie opzioni, «la consulenza nello smaltimento e nel trasporto di sottoprodotti e rifiuti». Francesco Piermarini ne è stato amministratore unico, liquidatore e detentore di una quota di capitale del 25%. E anche in questo caso un altro 30% era in carico al papà Guido. E pure qui l’unico bilancio approvato, chiuso al 31 dicembre del 2004, è piuttosto asciutto. Ma contiene un dettaglio curioso. Dal documento risulta che la srl era in possesso del 50% del capitale sociale della Eco Group Management, con sede in Bulgaria, a Plovdiv. Con un capitale sociale di 50 mila leva (corrispondenti a 25.564 euro), la società bulgara venne costituita a fine 2004. E qui ci si ferma. C’è poi una società che risulta essere ancora attiva. Parliamo della Le Grand Bleu, una srl fondata il primo ottobre 2002 che si è distinta per aver prodotto un film dal titolo «Il servo ungherese» sulla Shoah. Come emerge dal bilancio chiuso al 31 dicembre del 2003, il costo di produzione dell’opera è stato di poco inferiore ai 3 milioni di euro. Di questa società Francesco Piermarini è stato socio di maggioranza con il 66,66% del capitale.
Infine nella galassia Piermarini ci sono soci eccellenti. In questo caso bisogna partire dalla Sviluppo Tevere, srl in liquidazione dal 9 luglio del 2007. In essa il 55% del capitale faceva capo a Gloria Piermarini. Prima di andare a vedere l’altro socio di spicco, si può dire che la società ha provato a svolgere attività immobiliare. Lo si evince dall’ultimo bilancio approvato, quello chiuso al 31 dicembre del 2007,dal quale si apprende che la srl era stata messa in liquidazione «essendo il mercato immobiliare fermo e non si è riusciti a vendere nessun immobile». A ogni buon conto si dà il caso che un altro 42% del capitale facesse capo a Margherita D’Amico. Chi è? Stiamo parlando di un rampollo della famiglia D’Amico, gli armatori che comandano da tante generazioni la Fratelli D’Amico Armatori, una spa da 56 milioni di fatturato proprietaria di 8 navi cisterna iscritte in bilancio al valore di 175 milioni di euro. E c’è una curiosità. La Fratelli D’Amico Armatori possiede anche l’immobile di via Liguria, a Roma, che viene affittato al ministero dello sviluppo economico.