15 febbraio 2010
Antonio Fazio detto Nino, 41 anni. Avvocato di Messina, quattro anni fa s’era separato dalla moglie, l’insegnante Stefania Signorino, e da allora tra gli ex coniugi era iniziata una guerra così violenta per l’affidamento dei tre figli di 13, 11 e 4 anni che nel gennaio 2009 la nonna materna Giuseppa era fuggita con due dei nipotini prima che finissero tutti e tre, per otto mesi, in una casa famiglia
Antonio Fazio detto Nino, 41 anni. Avvocato di Messina, quattro anni fa s’era separato dalla moglie, l’insegnante Stefania Signorino, e da allora tra gli ex coniugi era iniziata una guerra così violenta per l’affidamento dei tre figli di 13, 11 e 4 anni che nel gennaio 2009 la nonna materna Giuseppa era fuggita con due dei nipotini prima che finissero tutti e tre, per otto mesi, in una casa famiglia. Sabato 3 febbraio il Fazio incontrò l’ex suocero Giuseppe Signorino di anni 62, impiegato comunale in pensione, per prendere per il week-end il figlioletto minore Gabriele, ma vedendo che il bambino era sul sedile anteriore anziché su quello posteriore dell’auto fece una scenata all’ex suocero e poi gli soffiò in faccia «per sfregio» il fumo del suo sigaro, «ben sapendo che non lo sopportavo». La domenica successiva il Signorino, tornato sotto casa del Fazio per riprendere il nipote, dopo aver adagiato sulla sua Panda il pupo che dormiva prese dal cofano il suo fucile calibro 12 e sparò all’ex genero due colpi in piena faccia, rendendolo irriconoscibile. Quindi portò il piccolo a casa della figlia nell’hinterland catanese e s’andò a costituire dai carabinieri: «L’ho ucciso perché da anni la mia vita e quella di mia figlia erano diventate un inferno. L’ho ucciso per tutelare i miei nipoti». Verso le 20 di domenica 14 febbraio all’incrocio tra via Placida e via Santa Maria dell’Arco, in prossimità di Piazza S. Vincenzo, in pieno centro di Messina.