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 2010  febbraio 04 Giovedì calendario

Trans: si ricomincia da casa di Brenda A tre mesi dal suo inizio, la sceneggiatura della Piero Marrazzo Story cambia

Trans: si ricomincia da casa di Brenda A tre mesi dal suo inizio, la sceneggiatura della Piero Marrazzo Story cambia. Prima sembrava il colorito set di un film di Ferzan Ozpetek, ora pare una scena del crimine alla Csi. Anzi, alla Ris – Delitti imperfetti. E’ proprio dal monolocale di via Due Ponti in cui all’alba del 20 novembre scorso è morta Brenda (all’anagrafe Wendell Mendes Paes) che ripartono le indagini. Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, legali della sua famiglia, hanno infatti chiesto a Luciano Garofano, fino a pochi mesi fa capo dei Ris di Parma, di coordinare le perizie di parte per stabilire come siano andate le cose. L’incendio che ha ucciso Brenda fu doloso? La scena del crimine può dare altre risposte? Garofano e il suo pool di esperti lo scopriranno appena la Procura di Roma permetterà loro di fare un sopralluogo nell’appartamentino annerito dal fumo. Non ha invece fornito elementi utili il computer di Brenda, inizialmente considerato potenziale fonte di indizi su chi potesse desiderare la morte della trans e perché. I 130 gigabyte dell’hard disk sarebbero irrilevanti per le indagini. Che però proseguono sulla pista dell’omicidio volontario, e si arricchiscono di un dettaglio: i legali dei Paes hanno ricevuto la telefonata anonima di un sedicente testimone, che dice di aver visto due persone allontanarsi da casa di Brenda, quella notte. La segnalazione fa il paio con quella arrivata a Chi l’ha visto? nel dicembre scorso: una vicina di casa di Brenda parlò di tre uomini che sostavano fuori dal tugurio prima che bruciasse. Non sembra invece avere nulla a che fare con le storie di via Cassia l’omicidio di Carlos Eduardo Fernandes, in arte Giovanna, 31enne trans dell’Eur trovata morta a Ostia Antica a Natale. Giorgio T. e il giro di video Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il sostituto Rodolfo Sabelli continuano a indagare sui carabinieri coinvolti nel tentativo di estorsione ai danni dell’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo. Sull’irruzione del 3 luglio 2009 a casa della trans Natalì (José Alexandre Vidal Silva), certo, ma anche sul presunto giro di video compromettenti usati a scopi estorsivi. A ribadire questo scenario è stato il testimone, scovato da Novella, Giorgio T., ascoltato nuovamente pochi giorni fa dai Ros e da Capaldo: Brenda e altre trans della zona, dice Giorgio, erano costrette a suon di minacce a filmare i clienti Vip e consegnare i video a due dei quattro carabinieri indagati, Carlo Tagliente e Nicola Testini. Gli inquirenti cercano riscontri, e nel mentre è ricomparso anche Marrazzo, fotografato con la moglie Roberta Serdoz. Ma a chiedere in giro un commento sul fatto che la giornalista del Tg3 sia rimasta accanto al marito dopo lo scandalo, solo risatine: «Lei sapeva tutto pure prima, lo chiamava e gli diceva di stare attento». E al solito non si capisce se son fatti, opinioni, maldicenze. Che poi è quello che stanno cercando di appurare gli inquirenti a proposito della deposizione in cui la trans Paloma dice di aver incontrato Marrazzo e di aver con lui consumato cocaina negli uffici della Regione. I primi riscontri rendono inverosimile il suo racconto, e nell’ambiente la sincerità di Paloma non gode di gran credito. Ma la sua uscita ha rischiato di mettere nei guai Marrazzo: se le circostanze di cui parla fossero fondate, anche lui verrebbe indagato. Rischio che corre anche la tran China (Edson Menezes Vasconcelos ) che in Tv a Porta a porta aveva ammesso che le capita di comprare cocaina per conto dei clienti. Nella smania di apparire, non si è accorta di essersi autoaccusata di spaccio. La versione di Jhennifier Grazie alla collaborazione della fidanzata trans Jhennifer (Adriano Da Motta), sono a una svolta anche le indagini sulla morte del pusher informatore dei carabinieri Gianguarino Cafasso, deceduto il 12 settembre 2009 in un motel romano. Jhennifer oggi è ospite di una comunità e ha in mano un permesso di soggiorno per fini di giustizia. Grazie alla sua testimonianza (di Rino e dei suoi traffici sa tutto) e all’autopsia, gli inquirenti parlano ora di omicidio volontario: chi ha alterato l’eroina perché Cafasso la scambiasse per cocaina lo avrebbe quindi fatto con lo scopo di ucciderlo. Jhennifcr ha lasciato la Cassia, forse non è più neanche a Roma: dicono si sia rifugiata a Milano. Ha portato via il suo cagnolino e, secondo le nostre fonti, sta per riabbracciare la sua famiglia. Coiffeur, sarte e Api Regine La Cassia non è più quella di tre mesi fa. Le trans sembrano volatilizzate. Ne vedi più al supermercato che di notte sui viali in cui prima si litigavano un metro di marciapiede. I clienti hanno paura, non si fermano più e se lo fanno è per dare appuntamento cento metri più avanti, al buio, e non dare nell’occhio. Di notte via dell’Acqua Acetosa, via Flaminia, via Salaria sono semideserte. «Ormai lavora solo I’Ape Regina», dice una trans stizzita. L’Ape Regina per tutti qui ora è Natalì, che pochi giorni fa è stata nuovamente ascoltata, per ore, dagli inquirenti. Anche per lei le cose sono cambiate. A Novella aveva raccontato che la sua clientela ormai fissa le aveva permesso di lasciare la strada e lavorare in casa. Ora in quella casa finita sotto i riflettori nessuno vuole più metter piede, e lei è tornata sul marciapiede, vicino al bowling, sotto lo chicchissimo viale Parioli. E le altre? Si sono riciclate parrucchiere, fanno piccoli lavori di sartoria, aspettando che passi la buriana e che i clienti tornino. Alcune sono in giro per le città del Nord, altre (quelle regolari) ne hanno approfittato per far visita ai parenti in Brasile. Natalì ha dovuto rinunciarci: niente Carnevale a Rio né sfilata sul carro della scuola di samba Mangueira per lei, quest’anno. Croci e delizie del permesso di soggiorno per fini di giustizia.