Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 13/2/2010;, 13 febbraio 2010
IL FATTO DI IERI - 13 FEBBRAIO 1960
Deserto del Sahara algerino, oasi di Reggane, ore 7. Scatta il primo test nucleare francese, nome in codice ”Gerboise bleue”. Con una bomba da 70 kilotoni, quattro volte quella di Hiroshima, la Francia di De Gaulle dà il via alla sua avventura nucleare destinata a creare le basi della ”forc e de frappe”. ”Gerboise bleue” è in realtà la prima di diciassette esplosioni, quattro atmosferiche e tredici sotterranee, effettuate nel deserto nordafricano dal ”60 al ”67. Seguiranno, di potenza ancora superiore, altri 210 lanci nel Pacifico. Trent’anni di ordigni atomici sganciati al largo degli atolli di Mururoa e Fangataufa, fino allo stop del ”96, undici anni dopo la vicenda del Rainbow Warrior, la nave di Greenpeace affondata dai servizi segreti mentre tentava di boicottare uno dei tanti test in Polinesia. ”Test puliti”, secondo la decennale difesa di Parigi, e oggi, dopo mezzo secolo, finalmente riconosciuti nocivi dal governo francese deciso a risarcire, con un primo fondo di 10 milioni di euro, le vittime delle radiazioni. Centinaia sono i militari e civili, secondo l’Istituto Nazionale di Sanità, colpiti da leucemie e varie forme di cancro, del seno e della tiroide in particolare.