Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  febbraio 13 Sabato calendario

ALTERNATIVE S, MA SOLO PER I BEN INFORMATI

Per diventare ricchi in fretta esiste una formula abbastanza semplice (oltre ovviamente a quella di vincere alla lotteria): trovare un mercato caratterizzato da enormi asimmetrie informative, possedere per varie ragioni le informazioni migliori, e operare di conseguenza. Il mercato dell’arte, come quello dei vini pregiati, delle auto d’epoca e per certi versi quello immobiliare sono dominati da asimmetrie informative che nessun legislatore (forse giustamente) si è sognato di eliminare. In questi mercati esiste un’elìte di operatori che possiedono informazioni decisamente migliori di quelle della maggior parte degli altri soggetti che vi capitano più o meno regolarmente. Anche sui mercati finanziari regolamentati è abbastanza comune che i risparmiatori abbiano meno conoscenze di chi vende fondi, polizze e obbligazioni, ma non perché le informazioni che riguardano questi prodotti non siano disponibili. Tutt’altro: è perché quasi nessuno le legge. S e quindi le informazioni giuste fanno la differenza, chi non le ha dovrebbe guardare con molta cautela a questi mercati come parcheggio dei propri risparmi. Chi agisce in questi mercati, però, è condizionato da un fattore che raramente è presente negli investimenti finanziari: la passione per i beni oggetto di possibili acquisti, che a volte può essere difficile da conciliare con la razionalità. Un quadro di un grande autore può nobilitare una casa, un vino eccellente può essere gustato con gli amici. Più in generale, l’arte e i grandi vini sono fenomeni anche e soprattutto culturali, oltre che economici. Fondi comuni o titoli di Stato sono del tutto privi di fascino, attivi intangibili e aridi. Possono sì diventare oggetto di discussione nei salotti, ma solo fino a quando la noia dei molti disinteressati all’argomento non prende il sopravvento. La finanziarizzazione dell’arte e dei vini, ossia la costituzione di veicoli di investimento in questi beni, ha peraltro registrato negli anni passati degli esperimenti, alcuni dei quali resistono. Chi sottoscrive questi prodotti si aspetta che i professionisti a cui si affida siano parte della elìte di soggetti più informati degli altri, e quindi in grado di ottenere rendimenti interessanti e soprattutto non correlati. Ma non fruisce del piacere del possesso diretto.
I prezzi eccezionali raggiunti da alcune opere d’arte di cui si parla in queste pagine dimostrano che esiste la possibilità di far crescere le ricchezze private anche coltivando delle passioni personali. Il fascino (o l’illusione, a seconda dei punti di vista) dell’investimento in arte sta proprio in questo: nella facoltà di unire l’emozione al rendimento; e, quando quest’ultimo viene a mancare in occasione degli inevitabili ribassi delle quotazioni, nella possibilità di separarli senza costi psicologici aggiuntivi. Si può sempre ricavare una soddisfazione personale nell’ammirare delle opere d’arte o nel mostrare (e condividere) una cantina di etichette di gran pregio, anche se in qualche angolo del cervello chi ne è proprietario sa che valgono meno rispetto a quanto sono costate. Nel mercato finanziario invece le perdite sono perdite e basta, con assai poche consolazioni.
Questa serenità ha però una condizione: che l’acquisto di questi beni debba essere integrato nella pianificazione del patrimonio familiare. I prezzi di certi vini sono crollati nel 2008/2009 anche perché c’erano intenditori (veri o presunti) in difficoltà, costretti a venderli in fretta. Un patrimonio può benissimo essere influenzato da una passione, ma la passione non deve mettere a rischio il benessere.