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 2010  febbraio 11 Giovedì calendario

UN «ESTRANEO» ALLA GUIDA DI ROTHSCHILD

«Un’evoluzione più che una rivoluzione». Così Nigel Higgins, 49 anni, mette garbatamente la parola fine allo «scandaloso evento» che manda in frantumi due secoli e più di gloriosa tradizione bancaria. Non sarà più un Rothschild a guidare le fortune dei Rothschild. Toccherà, invece, al signor Higgins, fedele custode della dinastia anglofrancese, ma da essa solo salariato. Dopo 27 anni di onorato servizio presso il "casato" di banchieri più celebri del pianeta, Nigel Higgins diverrà chief executive della holding di famiglia al posto di David de Rothschild. Non era mai successo prima, mai in 212 anni di affari lungo l’asse Germania, Francia, Gran Bretagna, il patrimonio della famiglia era stato lasciato alla gestione di un...estraneo.
Non scompariranno, i Rothschild. David nel confermare al Financial Times la notizia ha precisato che «le organizzazioni statiche, incapaci di svilupparsi rotolano all’indietro. Non progrediscono ». Per questo si è fatto da parte, mantenendo solo l’incarico di presidente. E anche questaè una novità perché fino ad ora la funzione di ceo e di presidente erano declinate in un’unica persona. La divisione delle responsabilità consentirà a David Rothschild di perseguire nuove opportunità lasciando al neo nominato ceo la gestione ordinaria.
Fino ad ora Nigel Higgins era co-responsabile dell’investment banking del gruppo, ovvero personaggio chiave nella gerarchia del gruppo, ruolo così centrale che non verrà abbandonato neppure ora che assume le funzioni di massima responsabilità nella holding della famiglia. Oggi la società ha circa 900 investment bankers nel mondo, attivi sia in corporate finance sia in acquisizioni e fusioni. Questi mesi di crisi e di instabilità non sono stati facili per il gruppo che ha perduto qualche posizione nel valore assoluto di deal conclusi, ma è riuscita a prendere banchieri di livello rimasti nelle secche del credit crunch. Il 2010 è partito bene con l’apertura dell’ufficio di Hong Kong e una serie di mandati di advisory di primo piano (fra l’altro per la quotazione della russa Rusal sulla piazza di Hong Kong). La scelta di Nigel Higgins per guidare Rothschild holdings sotto le cui insegne si uniscono le attività di investment, private e merchant bank, è la conseguenza di un lungo felice matrimonio. Tutto cominciò nel 1982 quando lo stagista Nigel, neolaureato a Oxford, mise piede nel tempio della finanza anglosassone. Un ingresso soft che si è trasformato in presenza irrinunciabile. divenuto il depositario di un motto «Concordia, Integritas, Industria » che i Rothschild si potano dietro dal 1798 quando il ventenne Nathan Mayer lasciò la Germania e mise piede in Inghilterra con l’obiettivo di sviluppare l’attività tessile. Dieci anni più tardi abbandonò il telaio per dedicarsi alla finanza: una mossa che presto imitarono i quattro fratelli.
Rothschild divenne rapidamente sinonimo di banca da Londra a Vienna, da Napoli a Parigi. Sempre sotto la guida di un giovane rampollo della dinastia. Fino a qualche ora fa quando il fedelissimo Nigel Higgins ha avuto l’onore di assumere, per primo, la reggenza della maison più blasonata della finanza internazionale.