Claudia Fusani, l’Unità, 28/1/2010 (quinta puntata), 28 gennaio 2010
TUTTI I PROCESSI DEL PRESIDENTE /5 - E DIETRO BONAPARTE SI SCOPRI CHE C’ERA SILVIO. L’AFFAIRE DI VILLA BELVEDERE
Ogni persona lascia una scia di indizi. Basta saperli cercare, osservare e metterli in fila. Tanti indizi nella vita di Berlusconi - re del mattone, poi delle tv e adesso anche ex premier - rinviano a un certo bonapartismo, a un modo di fare, di essere e di vivere che ricordano Napoleone e la storia del suo impero. Forse grazie anche a questa suggestione, oltre che per un complesso giro di riscontri societari e fiscali, la procura di Milano nel 1995 individua Silvio Berlusconi dietro una società che si chiama Immobiliare Bonaparte e che aveva acquistato per ”appena” cinquecento milioni i 270 ettari di campi e cascine che circondano la sua villa similbarocca di Macherio. Una vicenda che finisce molto presto nel mirino della Guardia di Finanza: nei fatti quella proprietà era stata pagata 4 miliardi e 390 milioni. Il processo di Macherio è stato forse quello che, più di tutti, il presidente ha sentito sulla sua pelle. Il pool di Milano e i finanzieri violano con quell’inchiesta il più privato dei suoi domicili, la dimora settecentesca sui cui cancelli svetta il Biscione (emblema dei Visconti), dove vivono Veronica e i tre figli più piccoli, Barbara, Eleonora e Luigi, il nido d’amore sempre preservato da telecamere, visite, gossip e scandali. il suo mondo, il prato di casa regalato alla donna di cui Berlusconi si era follemente innamorato nel 1980 guardandola a teatro. Ma gli affari sono affari. Sempre. Nei primi anni novanta succede che il possidente brianzolo Filippo Erba chieda un condono per 4 miliardi e 390 milioni e ottienga l’amnistia. Seguendo quei soldi però la Finanza incrocia - siamo già nel pieno di Mani Pulite - l’Immobiliare Bonaparte e un’altra società, l’Idra, amministrata dai figli di Berlusconi. Quello che viene fuori è un assai complesso giro di terreni e quote societarie. Si scopre che sette signori, per l’appunto tutti amici e soci del Cavaliere - tra cui Salvatore Sciascia, Walter Donati, Giuseppe Genovese Giuseppe Spinelli,Livio Gironi - comprano per trenta milioni l’Immobiliare Bonaparte, una scatola vuota che un mese dopo si riempie di colpo acquistando i terreni che circondano villa Belvedere. Il prezzo dichiarato è di 500 milioni, quello reale concordato con il proprietario è proprio di 4 miliardi e 390 milioni. I reati contestati dalla procura - appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio - scattano quando la Bonaparte viene assorbita dalla Idra per cinque miliardi e 500 milioni. I sette soci, che la procura battezza ironicamente ”i sette nani”, si ritrovano con il valore delle loro quote moltiplicate per 180. Una plusvalenza azionaria che non può essere tassata se ogni socio possiede meno del 15 per cento del capitale. Il caso, appunto, dei ”sette nani” della Bonaparte. Ma per la procura il vero socio è uno solo, Silvio Berlusconi: non solo perché è il padrone di casa ma perché sia i miliardi versati ai proprietari dei terreni sia quelli incassati dalla Idra girano su libretti al portatore scoperti in due banche milanesi. Libretti che, per ammissione della stessa Fininvest, appartengono al Cavaliere. Con questo quadro accusatorio Berlusconi e i ”sette nani” vanno a processo il 21 gennaio 1997. Il tribunale di Milano assolve il Cavaliere dalla frode fiscale e dall’appropriazione indebita (pagò in nero, ma senza produrre ricchezza, e usò soldi suoi). Restano i falsi in bilancio delle due immobiliari, ai quali ha «indubbiamente concorso Berlusconi». Ma il danno erariale è coperto da un vecchio condono tombale e il giudice concede le attenuanti generiche, che abbreviano i termini di prescrizione a 7 anni e mezzo. Il Cavaliere si salva perché il reato è prescritto. In Appello lo assolvono anche dal falso in bilancio di Idra. Resta quello della Bonaparte che però è dichiarato coperto da amnistia. Ancora una volta un condono (1992), questa volta non proposto da lui medesimo. L’erba di casa, tutto sommato, non l’ha poi tradito.
28 gennaio 2010