Clauidia Fusani, l’Unità, 26/1/2010 (quarta puntata), 26 gennaio 2010
TUTTI I PROCESSI DEL PRESIDENTE /4 - E IL BOMBER DEL MILAN TRASCINO’ A PROCESSO IL PATRON BERLUSCONI
Sarà che era bello e impossibile, faccia da impunito, capelli neri e orecchino al lobo sinistro. Sarà che faceva impazzire i tifosi con le sue fughe sulla fascia e i cross a scodellare la palla sotto rete. Fatto è che, per Berlusconi, Gianluigi Lentini, bomber dalla corsa grezza ma irresistibile, è stato un guaio più che la escort Patrizia D’Addario. Il caso Lentini scoppia nel febbraio 1995. Il primo governo Berlusconi è stato in sella dal 10 maggio 1994 al 15 gennaio 1995, disarcionato più dai mal di pancia della Lega che dalle inchieste di Mani Pulite. A Palazzo Chigi ora abita Lamberto Dini che traghetterà la Repubblica fino al primo governo Prodi, maggio 1996. Sono tempi vorticosi. Il paese è in cerca di stabilità. Mani Pulite e il pool di Milano proseguono l’azione contro la concussione ambientale nell’amministrazione pubblica e nella politica. Il Cavaliere è già sotto inchiesta per le tangenti alla Guardia di Finanza quando scopre di essere di nuovo indagato. Questa volta i guai gli arrivano dal suo amato Milan, quello già stellare di Gullit e Van Basten, campione d’Italia, d’Europa e del mondo, comprato nel 1986 in memoria del padre Luigi che da bambino lo portava ogni domenica allo stadio. La procura di Milano gli contesta una lunga serie di falsi in bilancio a cominciare dai dieci miliardi pagati sottobanco al Torino di Mauro Borsano per portare in rossonero il bomber Gigi Lentini. La storia comincia nell’inverno precedente (1994). Berlusconi non è ancora premier anche se è già sceso in politica. Una mattina i quotidiani sportivi raccontano la storia dei miliardi in nero. Il Cavaliere è a Milanello, quartier generale del club, e ai cronisti dice: «Di questa storia non so nulla. Il signor galliani mi ha spiegato che non c’era motivo di pagare Lentini più di quello che già avevamo fatto». Un anno dopo non solo «il signor Galliani» - Adriano, a.d. del Milan, fondatore di Elettronica industriale, azienda specializzata in impianti di trasmissione, embrione dell’impero tv del Biscione - ma anche Berlusconi e Massimo Maria Berruti, l’ufficiale della Finanza poi avvocato di Fi e deputato, risultano indagati. L’ipotesi di reato, previsto dal codice civile all’articolo 2621 (circoletto rosso sull’articolo perchè nel 2001 sarà cancellato con legge ad personam), è il falso in bilancio, pena prevista fino a cinque anni di carcere. Il «non so nulla» del Cavaliere si scontra con i risultati di alcuni atti di rogatoria arrivati dalla Svizzera grazie alla caparbietà del procuratore elvetico Carla Del Ponte e nonostante le barricate alzate dai legali dell’ex premier: tant’è che, nel 2002, il secondo governo Berlusconi metterà mano anche alla legge sulle rogatorie. Le carte raccontano di un meccanismo complesso quanto, alla fine, evidente. Dalla contabilità ufficiale della Fininvest i soldi finiscono in varie società, ad esempio la New Amsterdam Sa, panamense con conto in Svizzera, gestita dalla fiduciaria Arner, e da qui vengono prelevati. Nel 1992, ai tempi dell’acquisto di Lentini, 5 miliardi di lire escono dalla Fininvest per finire a una società controllata, la News and Sport Time, con sede a La Valletta, a Malta. Motivazione della fattura: «Supplemento per vittoria scudetto al diritto per l’uso del marchio in tutto il mondo esclusi Italia, San Marino e Vaticano». Maquillage di evasione fiscale. Il 28 maggio 1998 arriva il rinvio a giudizio. L’imputazione spazza via i dubbi: tra il marzo 1992 e il luglio 1993 Fininvest ha fatto avere sottobanco a Gianmauro Borsano, presidente del Torino Calcio, 10 miliardi e 39 milioni a nero. Che si aggiungono ai 18 miliardi ufficiali spesi. Lentini al MIlan costò molto più di Maradona al Napoli. Non solo: per l’accusa, nei bilanci dell’A.C Milan dal 1991 al 1997 non è stata indicata una parte rilevante delle somme corrisposte a giocatori come Van Basten, Gullit, Rijkaard, Baresi, Maldini, Savicevic e Panucci. Risultano invece pagamenti estero su estero a società off shore «concessionarie dei diritti di immagine». Il processo è fissato per l’8 luglio 1999 ma viene subito rinviato per lo sciopero degli avvocati. Se ne riparla a giugno del 2000. Tempo prezioso per trovare soluzioni. Che difatti arrivano puntuali a fine 2001, sette mesi dopo il ritorno di Berlusconi a Palazzo Chigi: grazie alla riforma del diritto societario, viene depenalizzato il falso in bilancio. Il 4 luglio 2002 il giudice Fabio Paparella dichiara prescritto il reato grazie alla nuova legge sul falso in bilancio. La stella Lentini ha brillato per poco. Molta sfortuna (due brutti incidenti), un po’ irrequieto. Quarantenne, gioca ancora oggi nella Nicese, a Nizza Monferrato, campionato di eccellenza. Più famoso, forse, per un processo in cui non è mai stato coinvolto che per i cross perfetti. (4-continua)
26 gennaio 2010