www.repubblica.it, 10 febbraio 2010
ROMA - Una tempesta si è abbattuta sulla Protezione Civile. Guido Bertolaso ha rimesso il suo mandato perché sotto inchiesta della Procura di Firenze nell’ambito delle indagini sulla regolarità degli appalti per il G8
ROMA - Una tempesta si è abbattuta sulla Protezione Civile. Guido Bertolaso ha rimesso il suo mandato perché sotto inchiesta della Procura di Firenze nell’ambito delle indagini sulla regolarità degli appalti per il G8. Berlusconi le ha già respinte e il governo sta facendo quadrato intorno a lui. I carabinieri hanno perquisito la sua abitazione e i suoi uffici, mentre sono finiti in manette, con l’accusa di corruzione, altre quattro persone, tra le quali Angelo Balducci, presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, l’uomo indicato dalla Protezione Civile per realizzare le opere per il G8 alla Maddalena, poi trasferito a L’Aquila. Nell’inchiesta è finito anche il procuratore aggiunto della Repubblica di Roma, Achille Toro, già indagato nel 2006 per la fuga di notizie nel caso Unipol-Bnl. Bertolaso ministro? In conseguenza di quanto sta avvenendo, sono immaginabili alcuni passaggi complicati cui il governo dovrà far fronte. Gianni Letta e Sandro Bondi hanno immediatamento confermato la stima e la fiducia per Bertolaso che, fra pochi giorni, dovrebbe essere nominato ministro. A questo punto è probabile che questa ipotesi sia messa in discussione dall’opposizione, ma (è possibile) anche da alcuni settori della stessa maggioranza. Il Pd, si è già fatto sentire per bocca del segretario Bersani che ha parlato di "fatto grave". Gli altri tre arresti. Le altre tre persone finite in carcere sono Fabio De Santis, successore di Balducci come "soggetto attuatore", Diego Anemone dell’omonimo gruppo, che si è aggiudicato la conversione dell’ex arsenale della Maddalena e che aveva interessi nei lavori per i Mondiali di nuoto. L’altro arrestato è Mauro della Giovampaola, ha occupato incarichi di rilievo nella protezione civile, attualmente è braccio destro dell’architetta Elisabetta Fabbri, commissario straordinario per i Nuovi Uffizi e fa parte della struttura incaricata di realizzare le opere per i 150 anni dell’Unità d’Italia, fra cui l’auditorium della musica di Firenze. Tutti e quattro gli arrestati avevano ricevuto come benefit automobili, partecipazioni azionarie e la ristrutturazione dei rispettivi appartamenti. Tutto è avvenuto nell’ambito di un’indagine dei carabinieri del Ros sugli appalti necessari per il G8 alla Maddalena nel 2008. Nell’inchiesta sono finite altre venti persone indagate, tra le quali - stando a quanto risulta dalle prime indiscrezioni - anche magistrato romano. Il ruolo di Balducci. Angelo Balducci era stato nominato "soggetto attuatore" delle opere per il G8 alla Maddalena con ordinanza della Protezione civile del 2008, ma successivamente era stato sostituito nell’incarico da Fabio De Santis. Non è mai stato un dirigente della Protezione civile. In passato aveva avuto incarichi per gli interventi legati al 150° anniversario dell’Unità d’Italia e per la ricostruzione del teatro Petruzzelli di Bari. E’ stato, inoltre, provveditore alle opere pubbliche di Lazio e Sardegna. Balducci risulta indagato anche a Roma sia per gli appalti dei mondiali di nuoto dell’anno scorso che per altri grandi eventi compresa la parte romana delle celebrazioni per 150 dell’Unità d’Italia in programma nel 2011. La risposta del sottosegretario. Guido Bertolaso ha annunciato di aver "messo a disposizione del presidente del consiglio tutti gli incarichi". Poi ha aggiunto che la sua decisione è stata dettata dall’esigenza di "Non intralciare l’operato degli organi inquirenti. Mi sono sempre definito un servitore dello Stato e, come sempre, rimango a disposizione del mio Paese". La lettera di Balducci a Bertolaso. "Rigoroso rispetto delle normativa" nell’aggiudicazione degli appalti; nessun segreto di Stato sui criteri di selezione; progetti approvati da un comitato di otto professori universitari; nessun legame tra la famiglia Balducci e l’Impresa Anemone Costruzioni, a cui sono state affidate opere per oltre 52 milioni di euro; nessuno ha lavorato al nero nei cantieri della Maddalena. In una lunga lettera al Capo dipartimento della Protezione civile, Bertolaso, datata 24 dicembre 2008, Angelo Balducci chiariva la sua azione di "soggetto attuatore" degli interventi preparatori del G8 alla Maddalena, contestando così quanto l’Espresso aveva scritto in un articolo sull’argomento. L’origine dell’inchiesta. Ad avviare l’inchiesta sugli appalti per il G8 alla Maddalena sono state alcune intercettazioni del Ros nell’ambito dell’inchiesta di Firenze sull’urbanizzazione dell’area di Castello, di proprietà dell’imprenditore Salvatore Ligresti, finita sotto sequestro nel novembre 2008 su richiesta della Procura del capoluogo toscano. In quell’inchiesta il costruttore, di origine siciliana, presidente onorario di Fondiaria Sai, è indagato assieme con il suo braccio destro Fausto Rapisarda, con gli ex assessori comunali Graziano Cioni (sicurezza sociale) e Gianni Biagi (urbanistica), con due architetti progettisti. Per tutti, l’ipotesi di reato formulata è concorso in corruzione. Ed è proprio uno dei due architetti indagati per la vicenda di Castello, il fiorentino Marco Casamonti, l’anello di congiunzione con Angelo Balducci. Casamonti, titolare dello studio Archea, uno dei progettisti dell’hotel a cinque stelle che alla Maddalena avrebbe dovuto ospitare i capi di stato e di governo. E’ stato durante le intercettazioni delle telefonate di Casamonti che è spuntato il nome di Balducci, il quale viene poi intercettato a sua volta. Casamonti questa mattina è stato perquisito: per lui l’accusa è di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. S’indaga sui Grandi Eventi. In sostanza, verte sui progetti per i "grandi eventi" l’inchiesta della Procura di Firenze. Secondo i magistrati l’inchiesta avrebbe rivelato una serie di corruzioni per appalti di alcune grandi opere, che sarebbero stati assegnati nel quadro di uno scambio di favori tra dirigenti dello Stato e imprenditori. Da indiscrezioni, emerge che l’inchiesta fiorentina si intreccia con quelle romane sugli appalti per le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, sui mondiali di nuoto e sul mancato G8 alla Maddalena. I pm toscani hanno iniziato a indagare sul G8 alla Maddalena, in seguito a un’intercettazione dell’inchiesta sull’urbanizzazione dell’area Castello di Firenze, che vede indagati due ex assessori fiorentini e il patron di Fondiaria-Sai Salvatore Ligresti. Balducci è anche a capo della "struttura di missione" che si occupa dei festeggiamenti del 2011. Con lui, è stato arrestato il suo successore nell’incarico per le opere a La Maddalena, Fabio De Santis. Il terzo a finire in manette è l’imprenditore romano Diego Anemone, dell’omonimo gruppo, che si è aggiudicato la conversione dell’ex arsenale della Maddalena e che aveva interessi nei lavori per i mondiali di nuoto. Il quarto arrestato, Mauro della Giovampaola, ha occupato incarichi di rilievo nella protezione civile; attualmente è braccio destro dell’architetta Elisabetta Fabbri, commissario straordinario per i Nuovi Uffizi, e fa parte della struttura incaricata di portare a compimento le opere per i 150 anni dell’Unità d’Italia, fra cui l’auditorium della musica di Firenze. La Corte dei Conti. Il dossier sul caso-Maddalena era anche già finito sulle scrivanie della Procura della Corte dei conti, anche in seguito dell’inchiesta di Repubblica sul flop del G8 fantasma, in seguito trasferito all’Aquila. Al centro degli accertamenti della magistratura contabile c’erano gli sprechi e lo stato di abbandono delle strutture, che avrebbero dovuto ospitare i capi di stato e di governo di mezzo mondo. Lavori che, dopo otto mesi dalla fine dei lavori, non hanno prodotto neanche un posto di lavoro, né rilanciato l’economia dell’isola. La Corte dei conti stava già indagando sulle spese sostenute: 327 milioni (i dati sono della Protezione civile) utilizzati dal governo attraverso la struttura di missione del G8. Gli interventi hanno riguardato l’ex Arsenale e l’ex ospedale militare. Ma le strutture oggi versano in condizioni di incuria, degrado e abbandono, tra soffitti crollati, tetti scoperchiati, porte danneggiate, infiltrazioni d’ acqua. Un sopralluogo effettuato la settimana scorsa da Guido Bertolaso alla Maddalena era servito invece a stabilire che - secondo il sottosegretario - tutte le strutture "godevano di ottima salute" e che, tutt’al più sarebbero necessari piccoli lavori di manutenzione. Chi è Angelo Balducci. Ingegnere civile, sposato, due figli, Angelo Balducci, esecutore per le opere del G8 alla Maddalena, ha alle spalle una lunga carriera nei Lavori Pubblici, da quando nel 1976 vinse un concorso al Ministero. Ha lavorato per il Commissario delle zone terremotate in Friuli; negli anni ’80 come Ingegnere Capo per per il programma di realizzazione delle Capitanerie di Porto italiane. Diventa successivamente provveditore alle opere pubbliche del Piemonte e Valle d’Aosta, poi della Lombardia e successivamente del Lazio. Per il ministero degli Esteri è stato incaricato della realizzazione e manutenzione di ambasciate e istituti di cultura all’estero. E’ stato responsabile per le zone terremotate dell’Umbria e delle Marche. Ha avuto incarichi legati al 150° anniversario dell’Unità d’Italia e per la ricostruzione del teatro Petruzzelli di Bari. Dopo l’incarico per l’esecuzione dei lavori alla Maddalena, è stato nominato Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi per i mondiali di nuoto ’Roma 2009’. ROMA - Un’ora dopo aver appreso la notizia delle indagini che lo riguardano Bertolaso ha annunciato di aver rimesso tutti i suoi incarichi nelle mani del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma il governo, da subito con Gianni Letta, è sembrato intenzionato a respingerle. Fino alla presa di posizione di Silvio Berlusconi fatta trapelare da Palazzo Chigi e poi ribadita dallo stesso premier: "Il Cdm ha respinto le dimissioni di Bertolaso sia da sottosegretario che da capo della Protezione Civile - dice il premier - E gli ha tributato la conferma anche con un applauso. L’ho comunicato a Bertolaso. E mi è parso che abbia intenzione di continuare, ma non so con quale voglia. Si è speso notte e giorno per il bene del Paese". "Rimetto tutti i mandati". Sono state ore concitate per il Capo dipartimento della Protezione civile. Che annuncia di aver rimesso tutti i suoi incarichi nelle mani del premier e poi in una nota afferma: "Mi sono sempre definito un servitore dello Stato e, come sempre, rimango a disposizione del mio paese". Poi va a Palazzo Chigi, dove era presente Gianni Letta. Sulle indagini Bertolaso dice di "voler chiedere al pubblico ministero che si sta occupando dell’indagine di procedere al più presto al mio interrogatorio, così da poter fornire tutte le informazioni in mio possesso. E’ stato assicurato pieno supporto al personale della polizia giudiziaria al quale sono stati consegnati tutti i documenti. Ribadisco ancora una volta la più totale fiducia nell’operato della magistratura". La difesa immediata di Gianni Letta. "Spero che il presidente Berlusconi rinnovi a Bertolaso, a nome di tutto il governo, la sua fiducia. La mia l’ha sicuramente". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ha fatto subito capire che l’esecutivo era intenzionato a respingere le dimissioni di Bertolaso . "Conoscete la stima che ho per Bertolaso e non posso che confermarla nella maniera più seria e più convinta. Sono sicuro che chiarirà presto ogni cosa". Bertolaso, ha aggiunto Letta, "è coinvolto marginalmente in una vicenda che riguarda altre persone". Dimissioni respinte al Cdm Gianni Letta è poi sceso personalmente in sala stampa a Palazzo Chigi confermando la notizia che Silvio Berlusconi ha respinto le dimissioni del sottosegretario e capo dipartimento della Protezione civile. "Dopo le parole di Berlusconi - afferma Letta - in Consiglio dei Ministri è esploso un applauso. Mi auguro che Bertolaso possa rimanere al servizio del nostro Paese per molti anni ancora". ’’Il Presidente - ha proseguito Letta - ha detto che ringraziava Bertolaso per disponibilità e che ne coglieva una volta di più la dedizione alle istituzioni e il senso dello Stato ma anche che non riteneva assolutamente di doverle cogliere ed invitarlo alle dimissioni’’. Il Premier, ha riferito ancora il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ’’è sicuro che Bertolaso potrà chiarire ogni cosa, si augura che lo faccia al più presto e quindi ha chiesto a Bertolaso di continuare a dare al Paese quel contributo straordinario di generosità, quell’impegno e fatica con i quali ha raggiunto risultati straordinari’’. Berlusconi. "Ho sentito per telefono il dottor Bertolaso, per comunicargli che il Consiglio dei Ministri aveva respinto le dimissioni che lui, con grande generosità, aveva tributato. Gli ho riferito dell’applauso del Consiglio dei Ministri e lui mi è parso voler continuare", ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso della presentazione del libro Bruno Vespa. "C’è uno sport nazionale: andare a deprimere chi fa il bene del paese e questo va denunciato. E questo è un male italiano che io mi sento di denunciare", ha aggiunto il premier che ha parlato di "una categoria di persone pagata con i soldi dei contribuenti che si esercita a perseguitare con processi sempre e comunque infondati". Per poi concludere: "Lo volevo fare ministro, ora vedremo". Le reazioni. Il Pdl scende in campo quasi subito in difesa di Bertolaso. "Viviamo in un Paese impazzito e capovolto. Qualunque paese civile, infatti, eleverebbe un monumento ad una persona come Guido Bertolaso", dichiara il coordinatore del Popolo delle libertà Sandro Bondi. Duro anche il leghista Castelli: "Ancora volta assistiamo a un intervento devastante della magistratura, che questa volta va a colpire quella che probabilmente e’ una delle piu’ efficienti strutture dello Stato italiano’’. Solidarietà anche dal ministro Mariastella Gelmini: ’’In questo momento non posso che rappresentare stima, riconoscenza e solidarieta’ a un servitore dello Stato come Guido Bertolaso. Credo che abbia fatto e stia facendo tutto il possibile per superare la tragedia del terremoto qui in Abruzzo’’. "L’assoluta trasparenza del comportamento di Guido Bertolaso è ben nota a chiunque - ha detto Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi e parlamentare Pdl - La sua straordinaria dedizione al Paese e a chi ha bisogno di aiuto e soccorso è testimonianza del suo stile di vita". "Guido Bertolaso è una grande risorsa per il nostro paese. Con la sua grande capacità organizzativa e operativa ha contribuito a rafforzare il senso dello Stato, intervenendo con tempestività e incisività nelle molte emergenze che è stato chiamato ad affrontare e risolvere", dice il ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Sulla "probità" di Bertolaso non ci sono dubbi per il leader dell’Api Francesco Rutelli. "La probità e il senso dello stato di Guido Bertolaso sono per me un punto fermo. Ho fiducia che uscirà a testa alta da questa vicenda, assieme ai servitori dello Stato che con lui hanno collaborato", dice Rutelli. Anche il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ribadisce a Bertolaso "profonda amicizia e soprattutto la stima più convinta". "Gli auguro che l’inchiesta accerti velocemente l’accaduto e spero nella sua estraneità’’, aggiunge la presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane. "In questi posti i cittadini vogliono molto bene a Bertolaso", aggiunge il procuratore capo della Repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini, titolare insieme al pm Fabio Picuti dell’inchiesta sui crolli del 6 aprile. Il primo commento del segretario del Pd è severo: "Un fatto grave". Per il leader democratico "la magistratura deve fare il suo compito e fare luce il più rapidamente possibile". Bersani aggiunge che "alla politica tocca considerare le procedure e l’occasione l’abbiamo anche adesso in Parlamento sul decreto sulla Protezione civile e questo è il tema di fondo su cui il legislatore deve prendere decisioni molto attente". E il Pd sollecita il governo a rinunciare al decreto, approvato ieri al Senato, che stabilisce la riorganizzazione della Protezione Civile. La richiesta è stata rivolta formalmente dal capogruppo democratico alla Camera Dario Franceschini, al ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, nel corso della conferenza dei presidenti dei gruppi a Montecitorio. "Non entro nel merito delle inchieste giudiziarie che in queste ore sta conducendo la magistratura", dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. "Né voglio esprimere giudizi ed opinioni sulle persone. La giustizia farà il suo corso. Ma quello che sta avvenendo - aggiunge la Finocchiaro - conferma quanto abbiamo sostenuto in questi giorni in Senato. Sulla Protezione civile, sul suo modo di procedere e lavorare serve maggiore trasparenza". (10 febbraio 2010) PERUGIA - Indagati a Perugia per rivelazione di segreto d’ufficio il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro e il presidente dimissionario di Unipol Giovanni Consorte. I giudici stanno indagando sulla scalata a Bnl. A Toro e a Consorte dovrebbe essere stato consegnato in tempi brevissimi un invito a comparire. Il loro interrogatorio davanti ai pm di Perugia sarebbe in programma la prossima settimana. Appena la notizia è diventata di dominio pubblico, il procuratore della Repubblica di Roma, Giovanni Ferrara, ha riaffermato la sua piena fiducia a Toro: "Ho seguito personalmente con il collega lo sviluppo delle indagini. Non ci sono state lacune. Una cosa sono i fatti, una cosa le chiacchiere. Non è detto che per il provvedimento, sempre che ci sia, Toro debba lasciare la direzione dell’indagine". L’inchiesta è quella riguardante l’intercettazione telefonica fatta a Milano dalla Procura di Roma di una conversazione tra Giovanni Consorte e il presidente del tribunale di sorveglianza del capoluogo lombardo Francesco Castellano. Nel colloquio quest’ultimo, in sostanza, assicura al primo di potergli fornire informazioni circa l’indagine romana sulla scalata di Unipol a Bnl in cui Consorte e il suo ex vice Ivano Sacchetti sono indagati per aggiotaggio, manipolazione del mercato e ostacolo all’autorità di vigilanza. Venerdì scorso i pm di Perugia avevano sentito come indagato Castellano. Della vicenda si sta occupando anche il Csm: il 9 gennaio prossimo è prevista la convocazione della prima commissione. Il relatore, Francesco Menditto, dovrebbe formulare le proposte per quanto riguarda la posizione di Castellano ma è presumibile che alla luce degli ultimi sviluppi venga esaminata la posizione di Toro. (2 gennaio 2006)