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 2010  febbraio 09 Martedì calendario

DE LUCA ATTACCA: RIFAREI TUTTO, HO SOLO DIFESO I LAVORATORI

Vincenzo De Luca poteva essere sbranato nella fossa dei leoni del congresso di Italia dei Valori, e invece è tornato a casa da vincitore, con il sostegno anche del partito di Antonio Di Pietro. «Considero l’intesa raggiunta con Idv - commenta il sindaco di Salerno, candidato a governatore della Campania per lo schieramento di centrosinistra - un avanzamento di tutto il mondo politico sul piano della civiltà, avendo ribadito il pieno rispetto dell’autonomia della magistratura, l’impegno a difendermi nei processi e a liberare il campo nel caso di condanna».
E’ l’unica concessione ai Marco Travaglio e Luigi De Magistris, che proprio non hanno digerito il semaforo verde concesso da Di Pietro alla candidatura di De Luca. Insomma, il sindaco annuncia che se condannato si dimetterà. Una circostanza, va da sé, che De Luca non prende minimamente in considerazione, convinto com’è non solo di non aver commesso alcun reato e di essere vittima di un processo che non dovrebbe neppure cominciare: «Mi difenderò convinto come sono che gli atti al centro del processo li rifarei tutti, dalla A alla Z. Sono orgoglioso di aver difeso questi lavoratori. Non solo non è stata intaccata la limpidità della nostra azione amministrativa, ma la considero parte essenziale di un impegno morale e ideale».
Alcune frecciate al vetriolo, De Luca non le risparmia nei confronti del pm Gabriella Nuzzi, la sua accanita accusatrice trasferita in altra sede dal Csm per via di quella pagina indecorosa scritta dalle procure di Salerno e di Catanzaro, che si sono fatte la guerra a suon di perquisizioni e di avvisi di garanzia per le megainchieste contro tutti di Gigi De Magistris. E anche contro l’eurodeputato De Magistris e Marco Travaglio.
Dice De Luca: «Sinceramente proverei vergogna nei panni di chi - in relazione a una difficile vertenza di lavoro lontana nel tempo (12 anni) - riesce a inventarsi presunte questioni morali. A imbastire finte campagne di finta moralizzazione invece di ringraziare chi si è speso a favore di una battaglia per la difesa dei posti di lavoro».
Proprio ieri, «Il fatto quotidiano», che dà spazio agli irriducibili avversari della candidatura De Luca, ha ricostruito l’atto di accusa contro il sindaco di Salerno. Il racconto di Marco Travaglio è implacabile: De Luca è colpevole di truffa allo Stato, di associazione a delinquere, concussione e falso. E’ un delinquente, il cui fine è stato quello di «strappare indebitamente la cassa integrazione (per gli operai della Ideal Standard, ndr) e incamerare sontuosi finanziamenti pubblici».
Il sindaco De Luca è nel suo ufficio, al secondo piano di Palazzo di Città. E’ appena rientrato da Battipaglia, dove ha incontrato i lavoratori dell’Alcatel in lotta, e diversi amministratori locali. Dipendesse da lui, farebbe volentieri a meno di parlare di quei processi che lo vedono coimputato. Proiettato com’è in quella che ormai lui non chiama più campagna elettorale ma «battaglia di libertà e dignità». Seguendo la sintesi dell’atto d’accusa riassunta da Marco Travaglio, dunque, la ciccia di questo processo è che i suoli della fabbrica in crisi (Ideal Standard) sono stati ceduti a speculatori immobiliaristi emiliani che volevano mettere in piedi un Parco Marino (Sea Park). I suoli da agricoli diventano turistici grazie a una variante al Piano regolatore. Gli imprenditori emiliani versano fondi neri pari a 29 miliardi di vecchie lire a un proprietario dei suoli da acquistare, e 22 miliardi di oneri concessori non dovuti li promettono al Comune, con garanzie fideiussorie. Poi alla fine non si fa nulla.
Sbuffa il sindaco che ascolta. Sul suo sito si può leggere la memoria difensiva: «Viene contestato di aver sollecitato gli organi ministeriali per l’erogazione della cassa integrazione a favore dei lavoratori, senza che ve ne fossero i presupposti di legge; nonché di aver imposto all’investitore privato eccessivi oneri di urbanizzazione in favore del Comune». Sbuffa e rilancia, Vincenzo De Luca: «Tutto questo casino per una variante chiesta dodici anni fa dal Prefetto e da tutti i sindacati. Nessuno dice che la variante alla fine non si è realizzata perché il gruppo di imprenditori emiliani si è ritirato. Nessuno dice che abbiamo ripristinato la vecchia destinazione agricola dei suoli e che quelli della Ideal Standard sono vincolati ad attività industriale».
Insomma tanto rumore per nulla. Il processo inizierà alla fine di marzo, a seggi chiusi. Quello che si è già celebrato nell’agone politico si è concluso con l’assoluzione di De Luca. Aspettando un giudice a Berlino.
Guido Ruotolo