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 2010  febbraio 10 Mercoledì calendario

UN PATRIMONIO DA DIECI MILIARDI I RAMPOLLI DI VERONICA CHIEDONO SPAZIO - MILANO

Titoli azionari - Mediaset, Mondadori, Mediolanum e Mediobanca - per un valore complessivo di 4 miliardi. Altri4 miliardi (almeno) sotto forma di liquidità e riserve di bilancio. Più un impero immobiliare che va da Antigua ad Arcore, dai cactus e i vulcani di Villa Certosa in Sardegna fino alla settecentesca new entry di Villa Gernetto. Il Monopoli di casa Berlusconi è una partita da 10 miliardi che ben difficilmente potrà essere risolta con un pranzo. E il cui il pallino, oggi, è ancora saldamente nelle mani del premier.

Il Cavaliere, su questo fronte, si è mosso per tempo. Ben prima delle burrasche familiari dell’ultimo anno. Marina e Piersilvio, figli di primo letto, controllano da sempre una partecipazione del 7,6% del Biscione. E un paio d’anni fa, per par condicio, una quota analoga è stata girata anche a Barbara, Eleonora e Luigi, nati dalle seconde nozze con Veronica Lario. I cinque già oggi siedono - grazie ai dividendi incassati - su un tesoretto personale tra i 70 e i 100 milioni a testa. Marina e Piersilvio sono gli unici ad aver messo un piedino anche nel regno del mattone: entrambi controllano lo 0,25% di Dolcedrago, la cassaforte dove Berlusconi ha concentrato la sua collezione di ville e palazzi.

La richiesta di separazione della moglie, per i cavilli del diritto di successione, ha paradossalmente reso più agevole per il premier decidere gli assetti futuri di Fininvest. Lario - una volta raggiunto l’accordo tra le parti- uscirà dall’asse ereditario. E Silvio Berlusconi potrà decidere a suo piacimento, al di là delle quote che spettano per la legittima, a chi affidare le redini del suo impero in un futuro che tutti si augurano lontanissimo. Facendo pendere la bilancia del controllo verso uno dei due rami di casa o continuando nelle distribuzione di quote uguali tra tutti. I problemi immediati, però sono altri due. Il primo è che il Biscione, per una serie di coincidenze, rischia di doversi metterea dieta, tagliando i viveri ai suoi azionisti. Mondadori nel 2008 non ha distribuito dividendo, Mediaset l’ha tagliato. A meno che il Cavaliere non getti il cuore oltre l’ostacolo attingendo alle riserve - oltre 2 miliardi, mica noccioline - messe da parte negli anni di vacche grasse.

Il secondo nodo da sciogliere è ancor più delicato: far spazio alla seconda generazione nel vertice manageriale del gruppo. Marina e Piersilvio hanno già fatto la loro gavetta (se così si può dire): lei in Fininvest e Mondadori (dov’è presidente), Piersilvio, vicepresidente di Mediaset, come regista al fianco di fedele Confalonieri nel regno televisivo di Cologno. Barbara, Eleonora e Luigi - per banali questioni d’età - bussano solo oggi alla porta del Biscione. Ognuno con le sue ambizioni. E trovare la quadratura del cerchio sarà un’operazione complessa. Barbara, laureanda in filosofia e già nel cda Fininvest, aspirerebbe a un posto nell’editoria Mondadori.

Con tutte le complicazioni familiari del caso, visto che in passato i rapporti con Marina non sono sempre stati idilliaci.

Eleonora - fresca di laurea in economia e commercio a New York - sta iniziando in questi giorni uno stage d’assaggio in via Paleocapa. Mentre il bocconiano Luigi potrebbe sbarcare, vista la sua passione per la finanza, in Mediolanum, dove è già consigliere.