Il Catalogo dei viventi 2009, 10 febbraio 2010
ALEMANNO
Gianni 2009 - Bari 3 marzo 1958. Politico. Di Alleanza Nazionale. Sindaco di Roma. «Nasce culturalmente incendiario e matura tessitore» (Alessandro Giuli).
Ultime diventato sindaco di Roma il 28 aprile 2008: avendo costretto Rutelli al ballottaggio (il 14 aprile il candidato del centro-sinistra prese il 45.5% contro il 40 di Alemanno), risultò primo quindici giorni dopo grazie anche a 55 mila elettori che, dopo aver votato Rutelli al primo turno, si spostarono su di lui (ebbe il 53,6%). il primo ex missino che sale sul Campidoglio: al Quadraro, quartiere periferico storicamente antifascista, conquistò 19 seggi su 20. La vittoria fu salutata dai clacson di centinaia di taxi (Alemanno aveva difeso i conducenti nella lunga vertenza per le cosiddette liberalizzazioni, vedi BERSANI Pierluigi) • Tra le decisioni più importanti prese fino al momento in cui consegniamo questo libro: il no al parcheggio sottorraneo dentro il colle del Pincio (previsto dall’amministrazione Veltroni), ribadito da lui personalmente ai collaboratori in giunta e soprattutto alla potentissima lobby dei costruttori romani (Fabio Martini sulla Stampa raccontò che la riunione decisiva, il 9 settembre 2008, si aprì con queste parole di Alemanno: «Io sono nettamente contrario e ora troviamo la formulazione migliore per rigettare il progetto»); e la decisione di infliggere fino a 500 euro di multa alle donne sorprese ad adescare e ai loro clienti: l’ordinanza (del 16 settembre 2008) produsse, almeno per i primi giorni, la sparizione pressoché totale delle prostitute per esempio dalla via Salaria • Dichiarò anche: di voler spostare la teca dell’architetto Richard Meier (voluta da Rutelli) che ricopre l’Ara Pacis di piazza Augusto Imperatore; di voler puntare ad una Festa del cinema «con meno star americane e più spazio ai film italiani»; di voler contenere il Gay pride («il problema non è omosessuale sì, omosessuale no: è esibizionismo sessuale sì, esibizionismo sessuale no»). Istinti demolitori poi in parte corretti: il Gay pride passò scostumato come sempre per le vie del centro, i divi del cinema furono riammessi sul tappeto rosso con tanto di lettera di spiegazioni all’ambasciatore americano e la teca dell’Ara Pacis deve essere ancora finita di pagare, per cui Dagospia cominciò a chiamarlo Retromanno • Ha invece cancellato l’evento veltroniano della Notte bianca («meglio tante notti») sostenendo l’iniziativa del suo assessore alla cultura Umberto Croppi per una Notte futurista (20 febbraio 2009, centenario del Manifesto di Marinetti) • A inizio giugno 2008 la scoperta di un debito di circa 8 miliardi di euro (ma il Sole calcolò che potevano diventare facilmente 10) che l’amministrazione precedente aveva lasciato nelle casse comunali. Concordò col governo un contributo di 500 milioni per evitare il dissesto finanziario • Ha voluto fortemente una commissione bipartisan «per promuovere lo sviluppo della capitale» e sulla falsariga di quella di Sarkozy in Francia (capeggiata dal socialista Jacques Attali) ha chiamato alla presidenza Giuliano Amato. Ma un suo giudizio sul fascismo e le leggi razziali (le leggi razziali furono «il male assoluto», il fascismo invece un «problema complesso») innescò una polemica con la sinistra intorno all’autenticità della conversione democratica degli ex missini. Amato, che una parte dei suoi compagni di schieramento aveva fortemente attaccato per la sua apertura, preferì fare marcia indietro (vedi anche FINI Gianfranco e LA RUSSA Ignazio) • Molta attenzione alla sicurezza, uno dei temi vincenti della sua campagna elettorale: ha armato i vigili urbani, ha iniziato il censimento delle comunità rom, ha stanziato 24 milioni di euro per ”Roma sicura” e creato un ufficio extra dipartimentale del Campidoglio per la sicurezza (affidato all’ex direttore del Sisde Mario Mori). Criticato per una dichiarazione relativa a una coppia di turisti olandesi che ad agosto 2008 s’erano accampati sulla via Portuense vicino a una bidonvilles ed erano stati poi rapinati e malmenati (lei violentata): «Sono stati imprudenti, non dovevano essere lì» • Dopo aver perso il confronto con Walter Veltroni per sindaco di Roma (maggio 2006), aveva conquistato con una maggioranza del 75 per cento la Federazione romana del partito (marzo 2007) e da questa posizione aveva intessuto con l’avversario un rapporto parecchio dialettico, anticipatore di quello che, almeno inizialmente, sarà il rapporto tra lo stesso Veltroni e Berlusconi: non più scontro frontale, ma opposizione e dialogo insieme (un suo editoriale sul Secolo d’Italia del gennaio 2007 venne infatti criticato da Cicchitto). Ruolo di mediazione anche al momento della rottura tra Fini e Berlusconi (dicembre 2007) • Vuole l’abolizione delle Province, contrario all’ingresso della Turchia in Europa, con Ichino per la riforma della Pubblica amministrazione, d’accordo col nuovo presidente francese Sarkozy sulla linea «dialogo e bene comune», ha chiesto l’allontanamento di Selva dopo l’episodio dell’ambulanza (vedi SELVA Gustavo), vuole ridurre la presenza del Comune di Roma nel capitale di tante società (e comunque, in genere, fautore di un alleggerimento del «capitalismo municipale»), favorevole a un’intesa con Di Pietro che «magari ci porti sotto lo stesso Polo» e in questo senso incline alla creazione di un’Authority che sorvegli costi della politica e conflitti d’interesse degli eletti, voleva le primarie per la scelta del candidato di An a sindaco di Roma, numero chiuso per i rom, espulsione certa per gli stranieri che delinquono, «basta coi boia chi molla» ecc. [dt]
Vita Ministro delle Politiche Agricole nel Berlusconi II e III. Diploma di maturità scientifica, imprenditore, già dirigente della federazione giovanile del Msi-Dn, membro della direzione nazionale di An, deputato dal 1994 • «Pugliese da tutti i lombi, ma a Bari è nato casualmente. Suo papà, generale dell’esercito, era leccese e in continuo movimento per servizio. La mamma, di Gallipoli, fu compagna di classe della madre di Rocco Buttiglione. Il giovinetto, seguendo il babbo, fu a Bolzano, Udine e Piacenza. Finché la famiglia si ancorò a Roma nel 1970. Gli Alemanno presero casa nel quartiere bene (e nero) dei Parioli. Dai suoi 13 anni, Gianni fu nel Fronte della gioventù fino a diventarne il capo, subentrando a Gianfranco Fini. Ammirò Giorgio Almirante finché visse. Appena Fini lo sostituì alla guida dell’Msi (1987), si schierò con l’estrema destra di Pino Rauti che aiutò a diventare capo del partito scalzando l’altro (1990-91). Ne sposò la figlia Isabella Rauti nel 1992. Ne ebbe Manfredi» (Giancarlo Perna) • Passato barricadero, due arresti: nell’82 per aver lanciato una molotov contro l’ambasciata russa e nell’89 per aver cercato di bloccare la visita di Bush senior (Sergio Mariani lo ricorda ragazzo mentre sta in questura «legato con le manette al termosifone e picchiato selvaggiamente»), tanto da meritarsi il soprannome di Lupomanno • «Ha aderito con entusiasmo alla svolta di Fiuggi, rompendo con Rauti e litigando con la moglie. Ha costruito pazientemente un consenso capillare nel partito e nell’elettorato meridionale [...] E, soprattutto, ha esercitato l’incarico di ministro dell’Agricoltura con spregiudicato trasversalismo, facendosi amici la Coldiretti di antico stampo democristiano e lo Slow Food di Carlo Petrini, il movimento no-global e quello contro gli Ogm. A Cancun, al termine di un vertice del Wto dedicato all’agricoltura e conclusosi senza neppure un comunicato congiunto, ha sfidato i fischi e gli insulti per stringere la mano all’honduregno Rafael Alegría, portavoce mondiale di ”Via Campesina” e leader della contestazione no-global. Qualcosa dell’antimperialismo degli anni rautiani deve evidentemente esser rimasto, in Alemanno, e forse oggi l’antagonista di Fini condividerebbe un’affermazione di sua moglie Isabella: ” An che ha superato a destra il Msi. La cosiddetta svolta di Fiuggi aveva un forte carattere liberista”. Già, perché il capolavoro politico di Alemanno è probabilmente la corrente di Destra sociale, fondata da Francesco Storace e divenuta ben presto, anche in virtù di un qualche equivoco sul significato di ”sociale”, la casamatta di Alemanno (le correnti furono poi azzerate da Fini al congresso di An del 2006 - ndr)» (Fabrizio Rondolino) • Da ministro prese posizioni in difesa dello Statuto dei lavoratori durante la disputa sull’abolizione dell’articolo 18, ostacolò le mire di Tremonti sulla gestione delle fondazioni bancarie, contrastò la riduzione delle tasse per i ceti medio-alti, si oppose alla dichiarazione di fallimento per Alitalia, difese gli interessi dei dipendenti pubblici e del Sud dagli eccessi liberisti di Berlusconi: «Ha lasciato più tracce con le sue prese di posizione politiche che come ministro delle Politiche agricole» (Corriere della Sera) • «Alemanno quando era Ministro dell’Agricoltura era più a sinistra di molto dirigenti del centrosinistra» (Antonello Venditti) • La svolta di Fiuggi (vedi FINI Gianfranco) mandò in crisi il suo matrimonio con Isabella Rauti: «’C’erano anche elementi personali, naturalmente, ma la politica fu determinante”, spiegò qualche anno dopo l’ex Lupomanno. ”Poi ci siamo ritrovati. Ci siamo persino risposati simbolicamente, scambiandoci di nuovo le fedi nella stessa cappella del vero matrimonio alla presenza di nostro figlio”» (Gian Antonio Stella). [du]
Religione « di sicuro cattolico, ma per sua ammissione ha praticato la meditazione Zen. Va a messa con una certa regolarità, ma è stato scritto che si fa fare le carte dalla maga Luana» (Filippo Ceccarelli) • Porta una croce celtica al collo (apparteneva a un giovane di destra, Paolo Di Nella, ucciso dai ”rossi” negli anni di piombo): «Per me è un simbolo religioso e rappresenta un modo d’essere del cristianesimo celtico. Lo porto anche in ricordo dei miei amici persi» spiegò a Daria Bignardi che aveva preteso di vederla (la cosa provocò un piccolo incidente) durante un’intervista televisiva.
Vizi Provetto scalatore, ha affrontato lo Shishapangma, ottomila tibetano. Accampato 25 giorni, arrivò fino a 5.700 metri. Poi la politica lo richiamò a casa, ma si era ormai beccato una broncopolmonite che gli durò tre mesi.