Marco Cobianchi, Panorama 11/02/2010, 11 febbraio 2010
Franco Tatò ha visto il film Tra le Nuvole dove George Clooney interpreta un licenziatore seriale: «Quella di Clooney è una figura fittizia che in Italia non esiste, perché se esistesse la possibilità di licenziare i lavoratori si potrebbe evitare la mobilità di massa
Franco Tatò ha visto il film Tra le Nuvole dove George Clooney interpreta un licenziatore seriale: «Quella di Clooney è una figura fittizia che in Italia non esiste, perché se esistesse la possibilità di licenziare i lavoratori si potrebbe evitare la mobilità di massa. Per colpire chi non lavora bisogna colpire anche chi non ha colpe». Solo per fare un esempio, tra il 1996 e il 1997, come capo dell’Enel, Tatò ridusse il personale da 96mila a 78mila unità e quando la commissione Attività produttive della Camera gli chiese se i tagli fossero finiti, lui rispose: «Chi lo sa, non metto limiti alla provvidenza». Oggi però dice: «Il senso di colpa per i licenziamenti che si decidono si supera con il principio di necessità: quello che faccio è giusto per la sopravvivenza dell’insieme, cioè dell’azienda. [...] Clooney non sta male quando licenzia, invece nella vita reale si sta malissimo. Io mi sento malissimo quando licenzio. Si sta malissimo soprattutto quando si devono licenziare persone che non c’entrano nulla. Se in un’impresa ci sono troppi fattorini, la colpa non è loro, bensì di chi li ha assunti, i colletti bianchi, che poi li fanno licenziare da qualcun altro dando la colpa alla recessione. Perciò se tornassi indietro non c’è un solo licenziamento di manager che non rifarei».