Francesco Specchia, Libero 9/2/2010, 9 febbraio 2010
I PRANZI PER SPARTIRE L’IMPERO SI TRATTA TRA MARINA E BARBARA
Non sarà né il ricatto sentimentale del ”Pranzo della domenica” dei Vanzina, né il tripudio del ”Pranzo di Babette” raccontatodallaBlixen: leccornie, cristalli e stoviglie in oro zecchino, con tutto il denaro di famiglia che andava in fumo in memoria d’un buon pastore.
Ma và là. Essendo Silvio Berlusconi notoriamente immortale e in possesso d’un senso laico della famiglia, il pranzo di oggi a Villa San Martino ad Arcore tra il premier e i figlioli non avrà nè portata epica nè respiro romanzesco. Forse tra Silvio e i suoi Marina& Piersilvio e Barbara, Eleonora & Luigi, delfini di primo e secondo letto, non si discetterà necessariamente di assi ereditari o spartizioni patrimoniali. Anzi, a dire il vero, non è neanche la prima ma la quarta voltadopo la separazione con Veronicache il Presidente riunisce la prole al desco, alla presenza di fidati manager del gruppo o di amici di lunga gittata come Ermolli, Bonaiuti o Ghedini (di solito lo fa al lunedì, ma ieri era sopraggiunto un impegno). E, ad esser tignosi, bisognerebbe indagare sul perchè a codesto odierno consesso in tanti stiano attribuendo un valore sacrale.
SORELLE COLTELLE
Epperò è pur vero che, ai pranzi precedenti, una volta mancava la newyorkese Eleonora, l’altra svettava Barbara da sola, l’altra ancora era Marina ad essere in ritardo. Sicché, oggi, alla presenza di tutti gli eredi in una botta, potrebbe essere la volta buona che Silvio come Tom, il capostipite della Famiglia Bradfordcol sorriso più bonario del solito tra un risottino e una cassoeula, porga ai commensali la fatica domanda: «Ragazzi miei, che cosa vorreste fare?». E qui, gli analisti pettegoli potrebbero sfoderare ipotesi ardite sul riassetto societario di un patrimonio che sulla carta vale 6-7 miliardi di euro secondo Forbes, (ma assai di assai di più, a valore di mercato); sulla divisione delle quote del capitale delle aziende (ci sarà una spartizione paritetica tra i cinque figli come vorrebbe Veronica o sarà esattamente a metà tra eredi di prima e seconda generazione?); e su quali saranno i ruoli dei figli più piccoli. Ecco, il destino dei minori. Il nodo gordiano sta tutto qui.
Poco tempo fa in un’intervista a Vanity Fair e dopo una feroce critica ai programmi di Maurizio Costanzo su Mediaste fu proprio Barbara, 25 anni, a dichiarare: «Nessuna lotta per il patrimonio se mio padre è uomo giusto ed equo...», rammentando che il genitore, riconoscendole un’insana passione per l’editoria, le aveva promesso la Mondadori. Solo che a capo della Mondadori, c’è già Maria Elvira detta Marina figlia di Silvio e Carla Dall’Oglio, anni 41, insignita dell’Ambrogino d’oro, membro influente del cda di Mediobanca nonché indicata da Fortune come una delle ”dieci donne più influenti del pianeta”. Difficile scollarla di lì. Così, mentre Barbara si dedica ai propri pargoletti, e alla tesi in filosofia (’Il concetto di libertà in Amartya Sen”, nobel indiano per l’economia), e alla galleria d’arte Cardi Black Box, la querelle potrebbe galleggiare nel limbo delle buone intenzioni. Anche se qualcuno il sito Style.it ventila un’ipotesi neanche troppo avveniristica: ”Per dirimere la controversia più calda di famiglia, il premier avrebbe pensato a un’ipotesi di compromesso, con una presidenza di garanzia affidata a un manager di fiducia, forse Gian Arturo Ferrari, già Direttore Generale di Mondadori Libri, e l’inserimento nello staff di direzione di Barbara. In questo modo, Marina sarebbe disponibile a cedere uno dei tre incarichi che sostiene per la famiglia: alla primogenita rimarrebbero la presidenza Fininvest e il consiglio di amministrazione di Mediobanca”.
A OGNUNO IL SUO
Che non è poco, onestamente. Ma – ripetiamo - scollare dal suo trono la manager d’acciaio ci appare uno sbuffo di fantasia. Meno problemi sorgerebbero col resto della prole. La ventiquattrenne Eleonora, fresca di laurea in business management alla St. John University ha già cominciato il suo stage in Finivest; per lei sembra già pronta la poltrona di vicepresidente di Endemol, la casa di produzione di format tv strategicadi cui Mediaset è nerbo nell’assetto azionario. Luigi, 21 anni, laureando alla Bocconi, il più piccolo, anima candida col pallino delle banche e degl’investimenti (cura gli interessi delle sorelle), starebbe già entrando in Mediolanum futuro vicepresidente; ma potrebbe
anche trasferirsi nella City londinese, o alla presidenza del Milan. Piersilvio, bè, è Piersilvio.
Ha in mano il giocattolone Mediaset; ha dimostrato di saperlo gestire; s’è inventato il business del digitale terrestre a pagamento; ha rinsaldato l’impero di famiglia facendoci sopra delle migliorie, e ci si diverte pure. Ed è quello -con Marinache impedì la vendita dell’azienda a Murdoch. Incedibile, per usare una metafora calcistica. Nel gioco furoreggiante delle spartizioni chissà Silvio, a questo punto, a chi lascia il partito, si chiede preoccupata, Cinzia Leone sul Riformista.
IL LODO CHIOMENTI
Ora, nonostante Veronica lasci trapelare che ufficialmente di come il destino lavorativo dei figli non sia inserito nella trattativa di separazione (« una questione che riguarda solo me e vostro padre»); e nonostante qualche maligno ritiri fuori la storia di Century One e Universal One, società off shore di cui sono stati beneficiari gli eredi di primo letto del cavaliere; bè, nonostante tutto ciò, il pranzo di oggi potrebbe semplicemente confermare il cosiddetto ”lodo Chiomenti”. Cioè l’accordo del 2005 che ripartisce in quote uguali (poco più del 7% per figlio) il 35% della Fininvest, e il restante 65% al premier. Immortale, appunto. Resta l’interrogativo più attanagliante: che produrrà, oggi, dai fornelli, il cuoco Michele?...
passione per l’editoria, le aveva promesso la Mondadori. Solo che a capo della Mondadori, c’è già Maria Elvira detta Marina figlia di Silvio e Carla Dall’Oglio, anni 41, insignita dell’Ambrogino d’oro, membro influente del cda di Mediobanca nonché indicata da Fortune come una delle ”dieci donne più influenti del pianeta”. Difficile scollarla di lì. Così, mentre Barbara si dedica ai propri pargoletti, e alla tesi in filosofia (’Il concetto di libertà in Amartya Sen”, nobel indiano per l’economia), e alla galleria d’arte Cardi Black Box, la querelle potrebbe galleggiare nel limbo delle buone intenzioni. Anche se qualcuno il sito Style.it ventila un’ipotesi neanche troppo avveniristica: ”Per dirimere la controversia più calda di famiglia, il premier avrebbe pensato a
Francesco Specchia, Libero 9/2/2010