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 2010  febbraio 09 Martedì calendario

SUSAN BOYLE

Quali sono state le sue influenze musicali? «La mia famiglia era molto musicale. Mio fratello Joe è un autore di canzoni. Mio padre era solito cantare. Mia madre cantava e suonava il piano. Ho due sorelle che cantano molto bene. Diciamo che eravamo un poco come i Von Trapp (la famiglia canterina di Tutti insieme appassionatamente ). A casa c’erano chitarre dovunque, un pianoforte, e noi provavamo di tutto. Amavamo molto i Beatles negli anni Sessanta. Ero solo un piccolo cucciolo e ci sedevamo a guardare Top of the Pops aspettando loro e i Rolling Stones.
Cantare è l’unica cosa che sapevo fare. Era la mia via di fugae mio fratello mi comprava un sacco di dischi. Al tempo andavo matta per gli Osmonds. Ero solita andare su nella mia stanzetta e suonare dischi. Potevo essere chi volevo, immaginavo me stessa cantare di fronte a un pubblico. Era il mio rifugio di salvezza. Perfino a tredici anni guardavo gente che cantava in Tv e avrei voluto essere lì, al loro posto e intrattenere il pubblico».
La scelta delle canzoni del discoè piuttosto originale, considerando il suo stile di canto: Madonna, Stones, Monkees. Sono i suoi artisti ideali? «Diciamo che l’album in se stesso è una riflessione sulla mia vita.
Per esempio You’ll see di Madonna è una canzone sulla determinazione. Io sono una donna determinata, a dispetto delle prepotenze e delle prese in giro che ho sopportato nella mia vita. una canzone sul dimostrare a se stessi quello che si è. una canzone sulla consapevolezza che qualsiasi cosa possa accaderti, tu starai bene».
Non è spaventata da questo enorme, incredibile e improvviso successo? «Assolutamente no. Lo trovo molto eccitante e voglio mantenerlo più a lungo possibile» (Susan Boyle a Gino Castaldo).