REPUBBLICA E CORRIERE, 9 febbraio 2010
APPUNTI SULL’ASSALTO DELL’AMBASCIATA ITALIANA A TEHERAN AD OPERA DEI BASIJI, 9/2/2010. TESTI TRATTI DAI SITI DI CORRIERE E REPUBBLICA
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ROMA - Decine di miliziani basiji, che non fanno parte delle forze armate iraniane, ma sono solo sostenitori del governo del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, hanno tentato di dare l’assalto all’ambasciata italiana a Teheran, lanciando pietre e al grido di "Morte all’Italia, morte a Berlusconi" . La notizia è stata data, durante un’audizione in Senato, dal ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha annunciato di aver dato disposizione al nostro ambasciatore a Teheran, Alberto Bradanini, di non partecipare alle cerimonie di giovedì in occasione del 31mo anniversario della Repubblica islamica. Manifestazioni analoghe sono avvenute anche davanti alle ambasciate di Francia e Olanda.
La difesa della polizia iraniana. E’ stato Franco Frattini a precisare che sono stati proprio gli agenti della polizia iraniana a "scongiurare l’assalto vero e proprio all’ambasciata" italiana. E ha assicurato che, grazie a questo intervento, "non ci sono danni seri" alla nostra sede diplomatica.
Il governo di Teheran chiama il nostro ambasciatore. Il ministero degli Esteri iraniano ha convocato domenica l’ambasciatore Bradanini per trasmettergli una protesta ufficiale per le parole pronunciate dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella recente visita in Israele. Lo ha confermato il ministro Frattini: "Il nostro ambasciatore è stato convocato l’altro ieri (dalle autorità iraniane, ndr) per una protesta contro le parole del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in Israele. Noi ci siamo limitati a dire che sono frasi in cui tutta l’Italia crede profondamente. La garanzia della sicurezza dell’esistenza di Israele è un principio assoluto e indiscutibile".
L’assalto. La manifestazione dei basiji iraniani è iniziata verso le 14,45, ora italiana, le 16,15 di Teheran. Sono stati lanciati sassi ed altri oggetti: i manifestanti hanno provato a divellere un cartello stradale, ma sono stati contenuti dalla polizia che, come in altre occasioni, in qualche modo fa da "cornice" a queste manifestazioni. Da tre anni non c’erano manifestazioni contro l’ambasciata italiana, mentre sono continuate quelle contro sedi di altri paesi. Lo stesso gruppo di manifestanti, dopo 20 minuti ha lasciato la sede diplomatica italiana e si è spostato verso quelle di Olanda, Germania e Gran Bretagna.
Gridavano: "E’ solo l’inizio". I manifestanti che hanno organizzato la protesta, prima di andarsene hanno gridato: "Se non cambierete, questo è solo l’inizio". Lo hanno riferito fonti diplomatiche italiane. Le stesse fonti hanno detto che una pietra è stata lanciata contro la sede diplomatica, ma non ha raggiunto il muro di cinta. Alcuni manifestanti hanno divelto il cartello con la scritta "Via Roma", una stradina che corre a fianco dell’ambasciata italiana, che era circondata da un folto schieramento di polizia.
Frattini ha annunciato che è in atto "una consultazione europea per capire se vi sarà una sorta di osservazione diplomatica da parte delle cancellerie europee, ma credo che quello che è stato deciso dall’Italia sarà condiviso da altri Paesi, come Germania e Gran Bretagna".
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TEHERAN - «Si è appena svolta un’azione contro l’ambasciata italiana a Teheran. Alcune decine di basiji (la milizia paramilitare iraniana, ndr), travestiti da civili, hanno tentato di assaltare la nostra ambasciata a colpi di pietre e al grido di ’morte all’Italia, morte a Berlusconi’». L’annuncio del ministro degli Esteri, Franco Frattini, arriva nel primo pomeriggio durante un’audizione in commissione al Senato. Secondo il responsabile della Farnesina, episodi simili sono avvenuti davanti «all’ambasciata di Francia, Olanda e altre ambasciate europee» (l’Afp parla di manifestazioni davanti alle ambasciate italiana, tedesca e francese). L’intervento della polizia iraniana, ha poi spiegato Frattini, ha «scongiurato l’assalto vero e proprio». Grazie a questo, «non ci sono danni seri». Fonti diplomatiche italiane hanno successivamente precisato però che si è trattato di «una manifestazione ostile» e non di un tentato assalto.
FARS - Secondo quanto racconta l’agenzia di stampa iraniana ’Fars’, «gli studenti iraniani, dopo aver protestato contro l’ambasciata francese, sono andati di fronte a quella italiana, dimostrando contro il governo italiano, accusandolo di aver ingerito nelle questioni interne iraniane, offrendo sostegno agli oppositori della Repubblica Islamica. Gli studenti hanno poi lanciato slogan contro l’Italia e i suoi governanti - si legge - In seguito hanno cercato di demolire la targa indicante la via vicina all’ambasciata italiana, via Roma, ma sono stati fermati dalla polizia iraniana». «Tuttavia - prosegue la ’Fars’ - gli studenti sono riusciti a raggiungere parzialmente il loro obbiettivo, cancellando la parola ’Roma’ dalla targa. Così, ha detto uno degli studenti, ’Il nome di Roma non comparirà più su una via di Teheran’».
ANNIVERSARIO - Dopo l’episodio, Frattini ha annunciato di aver dato disposizione al nostro ambasciatore a Teheran, Alberto Bradanini, di non partecipare alle cerimonie di giovedì in occasione del 31mo anniversario della Repubblica islamica. in corso un contatto a livello europeo - ha poi ribadito il ministro - per una posizione comune, che credo ci sarà, per dare un segnale di preoccupazione forte» e sulla presenza alle manifestazioni di giovedì, alle quali «il nostro ambasciatore non ci sarà». In ogni caso, «l’ambasciata ovviamente resta aperta, vediamo cosa succede, non pregiudichiamo le cose», ha assicurato il titolare della Farnesina, che ha definito «preoccupanti gli slogan» contro l’Italia e contro Berlusconi.
LE CRITICHE - Il tentativo di assalto è avvenuto pochi giorni dopo il duro attacco di Teheran contro Berlusconi, in seguito alla visita del premier italiano in Israele. Una nota pubblicata sulla tv di Stato iraniana aveva parlato di «servigi resi ai padroni israeliani». In particolare, Berlusconi aveva affermato che il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, ricorda «personaggi nefasti del passato» (un chiaro accostamento ad Adolf Hilter). Le frasi di Berlusconi potrebbero aver reso più «tesi» i rapporti con l’Iran e fomentato i manifestanti? «Non sono rapporti tesi - risponde Frattini - : purtroppo l’Iran ha rapporti problematici e complessi con l’intera comunità internazionale, non sono i rapporti con l’Italia».
AMBASCIATORE CONVOCATO - Intanto, però, il ministero degli Esteri iraniano ha convocato per domenica l’ambasciatore italiano a Teheran per trasmettergli una protesta ufficiale proprio per le parole pronunciate da Berlusconi. Lo hanno riferito all’Ansa fonti locali attendibili che hanno voluto mantenere l’anonimato. In particolare, hanno sottolineato le stesse fonti, Teheran non avrebbe gradito il passaggio in cui Berlusconi ha affermato che è nostro «dovere sostenere e aiutare l’opposizione» nella Repubblica islamica.
CHE COSA AVEVA DETTO SULL’IRAN BERLUSCONI (DA CORRIERE.IT, 2/2/2010)
GERUSALEMME - «Il problema della sicurezza in Israele è fondamentale. Ora ancor di più perché c’è uno Stato che prepara l’atomica, uno Stato che ha una guida che ricorda personaggi nefasti del passato». quanto afferma Silvio Berlusconi durante il vertice tra Italia e Israele. In precedenza, racconta Haaretz, Berlusconi aveva paragonato il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, ad Adolf Hitler. In particolare, il quotidiano cita una frase del premier: «Dobbiamo vigilare, abbiamo già avuto un pazzo simile nella storia».
PERICOLO NUCLEARE - Il «progetto annunciato dall’Iran» che potrebbe «sfociare in un’arma nucleare - ammonisce Berlusconi davanti ai giornalisti - è qualcosa che tutti gli Stati del mondo devono considerare con grande attenzione» e «farò di tutto per far sì che non ci sia indifferenza» e che questo si «traduca in azioni forti» che servano a fermare questo progetto. Non solo: secondo il Cavaliere «è nostro dovere sostenere e aiutare l’opposizione» in Iran. «Auspico - conclude - che non si debba arrivare a uno scontro armato che nessuno vuole». Sul tema, nel corso della conferenza stampa congiunta, interviene anche Benyamin Netanyahu: «Bisogna evitare che l’Iran sviluppi l’arma nucleare» ribadisce il premier israeliano. Netanyahu si dice convinto che il capo del governo italiano abbia capito l’«importanza morale» di evitare che ciò accada.
PACE - Berlusconi ribadisce poi la volontà da parte dell’Italia di sostenere il processo di pace in Medio Oriente. «C’è - spiega - la necessità di un accordo con la Palestina. Da tempo abbiamo preparato un piano Marshall e proposto Erice come sede dei negoziati». Il governo italiano, afferma il premier, «garantisce il suo apporto» per arrivare alla pace in Medio Oriente. «Credo che la nostra posizione sia assolutamente chiara - aggiunge - siamo sempre stati vicini a Israele e continueremo a farlo convinti della sua buona causa«. Riferendosi agli incontri che Berlusconi avrà nei Territori palestinesi, Netanyahu auspica che riesca «a convincere i palestinesi a iniziare il dialogo».
NELLA UE - Berlusconi spiega infine che se Israele entrasse nell’Unione europea nessuno potrebbe più portargli offesa». Il presidente del Consiglio ribadisce di ritenere Israele «a tutti gli effetti un Paese occidentale e europeo». «Credo - dice - che potrebbe essere messo in cammino un percorso che porti Israele a essere uno dei membri della Ue». Ciò, secondo il presidente del Consiglio, «metterebbe fine a tutte le ansie degli israeliani» cui «nessuno più potrebbe portare offesa».