Il Catalogo dei viventi 2009, 9 febbraio 2010
AGNELLI
Margherita 2009 - Losanna (Svizzera) 26 ottobre 1955. Casalinga/pittrice. Figlia di Gianni e Marella Caracciolo, sorella di Edoardo (morto suicida nel 2000), madre di John, Lapo e Ginevra Elkann. Ha altri cinque figli dal secondo matrimonio col conte Serge de Pahlen. «Io sono una donna di casa, ho solo allevato tanti figli».
Ultime Nel maggio 2007 ha citato in giudizio Franzo Grande Stevens (avvocato di famiglia), Gianluigi Gabetti (presidente dell’Ifil) e Siegfried Maron (gnomo svizzero). Vuole che il tribunale li costringa a rivelare, fino all’ultimo dettaglio, la consistenza del patrimonio di suo padre. Alla morte dell’Avvocato (24 gennaio 2003), Margherita aveva avviato subito un’azione legale per entrare in possesso, con la madre, della parte che le spettava e aveva poi accettato di transare per il 50% dei beni personali del padre, un pacchetto molto cospicuo comprendente 109 milioni di euro in titoli e contanti e, tra gli altri beni, la dimora storica sulla collina torinese, Villa Frescot, e quelle di Calvi (Corsica), Roma e Parigi. Adesso, relativamente all’ultima, nuova causa, ha precisato che non vuole far male a nessuno né chiedere danni o risarcimenti o restituzioni, ma solo «sapere». L’iniziativa ha suscitato un gran clamore e una dichiarazione «dispiaciuta» del figlio John Elkann, capo dell’impero Fiat. Molte interpretazioni. La più accreditata è questa: nel 2003 i 170 discendenti del senatore Agnelli fondatore della Fiat tirarono fuori di tasca loro 250 milioni di euro per ricapitalizzare l’azienda, in quel momento prossima alla fine. Margherita si rifiutò, dicendo che non avrebbe assistito a un altro caso Parmalat. Sbagliò, perché da allora - quando l’azione era quotata 6 euro - il valore del titolo è almeno triplicato e ha ampiamente ripagato i membri della famiglia che accettarono il rischio. Margherita sarebbe piccata per aver sbagliato analisi e cercherebbe adesso il modo di rifarsi. C’è anche la questione dei cinque figli avuti dal secondo marito, il conte russo de Pahlen: sono tutti fuori dal mondo Fiat, a differenza degli altri parenti. [bf]
La Famiglia ha fatto quadrato contro di lei. Le sorelle di suo padre, saputo della sua azione legale, le hanno scritto una lettera di 51 parole che si conclude così: «Teniamo a farti sapere che nessuno di noi condivide la tua posizione». Nell’ottobre 2007, una sua intervista al settimanale tedesco Focus in cui diceva tra l’altro «pretendo soltanto che sia resa nota l’entità delle proprietà di mio padre. Voglio che sia spiegata a me e a mia madre in modo chiaro. Che tutto questo ci venga negato perché siamo donne, lo trovo inammissibile. mancanza di rispetto», scatenò la reazione della madre che in una lettera al settimanale tedesco prese ufficialmente le distanze dalla figlia. Il figlio Lapo, a una domanda di Alessandra Farkas (giugno 2007), ha risposto: «Non la vedo e non la sento mai. [...] Purtroppo lei non fa parte del gruppo. Nella mia vita non c’è posto e spazio per lei. Forse non sono parole eleganti ma è la realtà». Margherita ha tentato di minimizzare le reazioni risentite di figli e parenti. Tra le sue molte dichiarazioni: «Alla morte di mio padre è come se si fosse rotta la molla di un orologio: si sono sparpagliati i pezzi. Noi in casa prima ci parlavamo per ore, poi non ci siamo più parlati, li cerco al telefono e non mi rispondono. Noi eravamo un’unica grande famiglia. Qualcuno ha fatto diventare miei nemici i miei tre primi figli. questo quello che non perdono». [bg]
Vita «Semplice, simpatica, alla mano». Infanzia a Torino nel giardino con le sculture di Henry Moore «che per noi erano compagne di giochi», studi in Inghilterra e in Svizzera, rapporti complicati con i genitori. Alla madre ha dedicato il libro di poesie Ceneri («A volte ti esprimi d’eterno vita mia/poi ruggisci e sputi morte/non vuoi deciderti/e nell’incertezza ti consumi tutta»). Del padre («scherzoso, giocoso. E impegnato») ha tentato di attrarre l’attenzione, troppo spesso fallendo. Una volta gli si presentò con i capelli rapati a zero e lui non alzò neanche la testa dal giornale: «Se pensi di stupirmi, ti sbagli». «Poco dopo, non per stupire ma perché era incinta, si sposò col giornalista-scrittore Alain Elkann. Tre figli (John, Lapo e Ginevra) in pochi anni e un primo dramma, il sequestro della madre di Alain Elkann, Carla Ovazza (novembre 1975), poi rilasciata. Poi ci fu il divorzio, e l’incontro con il russo francese Serge de Pahlen, e con la religione ortodossa. Seguirono altri cinque figli: Sofia, Pietro, Maria, Anna e Tatiana. Suo padre non era, pare, entusiasta di tutte queste gravidanze. Comunque, scrive Marco Ferrante nel suo Casa Agnelli (Mondadori, 2007), ”la sua vocazione alla maternità è oggetto di discussione tra chi la conosce: ci si chiede se sia originata da un deficit di calore famigliare, oppure da una specie di vitalismo comunitario”. Gli amici sono per la seconda ipotesi: ”Ci fu la fase in cui in una casa nella campagna francese tutti i bambini potevano andare in giro nudi”. Una fase probabilmente allegra. Niente a che vedere con l’estate 1992, quando scoppiò un incendio nella dacia fuori Mosca dove era in vacanza, lei rimase ustionata, due bambini di una sua amica morirono. Nel frattempo si era messa a dipingere. Quadri molto colorati ispirati alle icone russe, esposti in molte mostre (spiega in una presentazione il pittore Sandro Chia: ”I quadri di Margherita Agnelli sono pieni di buon umore contenuto in un cielo speciale che è una pelle d’aria poggiata su una polpa corporea in attività continua, chiamata vita”). Alla vigilia della prima mostra raccontava che per esporre aveva pensato a uno pseudonimo, Margot des Agneaux. Ma era stata dissuasa dai figli che ”si erano rotolati dal ridere”» (Maria Laura Rodotà). [bh]