Antonella Mariotti (a cura di), La Stampa 9/2/2010, pagina 88., 9 febbraio 2010
DOMANDE
& RISPOSTE: LA CACCIA E’ PERICOLOSA? -
Domenica un cacciatore è stato ucciso per errore. Quanti sono i morti negli incidenti di caccia?
Secondo i dati dell’associazione «Vittime della caccia», la scorsa stagione sono stati 22 i morti e 54 i feriti. Ma il dossier è stato presentato giovedì scorso. Quindi le vittime salgono a 23. L’associazione però segnala anche che ci sono vittime «extra caccia»: un morto e 18 feriti per incidenti di «domestici» di vario tipo, con le armi che si usano per cacciare.
Quanti sono i cacciatori in Italia?
Circa ottocentomila, secondo i dati Istat, un numero che si è dimezzato dagli anni 70 a oggi. E il popolo dei cacciatori è sempre meno giovane, anche se una delle proposte di legge (presentata dal senatore Franco Orsi, del Pdl) che dovrebbe sostituire la normativa vigente, proponeva la possibilità di far sparare anche a 16 anni. L’articolo è stato poi ritirato.
Per quanti mesi si può cacciare?
Cinque mesi, dai primi di settembre (l’inizio varia da regione a regione) fino a fine gennaio, quando comincia la stagione riproduttiva degli animali. Si può cacciare per tre giorni la settimana: mercoledì, sabato e domenica.
Che cosa dice la legge sulla caccia?
La caccia è vietata ai minorenni e si possono usare solo fucili con canna ad anima liscia fino a due colpi, con canna ad anima rigata a caricamento singolo manuale o a ripetizione semiautomatica. Le altre armi sono vietate. «In particolare il caricatore deve contenere non più di due cartucce, vietate le armi automatiche o semiautomatiche con caricatore dotato di più di due cartucce». La citazione, tratta dal sito Federcaccia, è una sentenza della Cassazione.
Quanti animali si possono uccidere?
Il numero cambia da specie a specie, ma il carniere per ora è, per esempio, di una lepre al giorno (e non più di cinque lepri all’anno) o di due fagiani al giorno. Sono stati calcolati in media cinque animali a settimana per cacciatore.
I cacciatori possono entrare nei fondi privati?
Sì. E’ il tanto contestato articolo 842 del codice civile. Il motivo è che la selvaggina è proprietà dello Stato e quindi di tutti. I cacciatori, però, non possono entrare nei campi, se è «periodo di coltura»: per esempio nelle vigne durante la vendemmia e in qualsiasi campo dove è in programma di raccogliere quanto seminato.
Che cosa dice il decreto approvato in Senato e che ha scatenato polemiche?
Secondo i cacciatori, si tratta di una nuova programmazione della caccia all’avifauna, per la maggior parte composta da migratori, perché i periodi di riproduzione variano e non rientrano nei cinque mesi canonici. Sarebbe un adeguamento alle leggi comuinitarie. Per gli ambientalisti, invece, è un’apertura alla caccia tutto l’anno e mette a rischio animali in via di estinzione (e «non è vero - sostengono - che l’Europa vuole questo»). Il testo proposto prevede che i calendari «possono essere modificati nel solo senso di riduzione del periodo di attività venatoria e devono essere contenuti tra il 1° settembre e il 31 gennaio di ogni anno». Un emendamento, presentato dal centrodestra per la cancellazione dei limiti massimi della stagione venatoria, aveva sollevato critiche anche nella maggioranza.
Quando le nuove norme passeranno alla Camera?
Dopodomani sarà in discussione e si prevedono momenti di tensione. Alcune associazioni di cacciatori si stanno mobilitando per portare la loro protesta fino a Roma. E c’è da credere che lo stesso faranno gli esponenti del fronte anti-caccia.
Quant’è il giro d’affari in Italia e in Europa?
L’ex parlamentare europeo Michl Ebner (Svp) ha fatto i conti, arrivando a ipotizzare 15 miliardi nella Ue. Per l’Unione nazionale associazioni venatorie italiane (i dati, però, risalgono al 2003) in Italia si è a 3 miliardi.
Quanto deve spendere un cacciatore?
Tra i 3 mila e i 3500 euro l’anno: dipende anche dalle tasse regionali, perché solo una parte dei permessi pagati sono statali.
Qual è la posizione dei cacciatori?
Sostengono di essere parte della natura e della sua regolamentazione e le amministrazioni regionali li chiamano per l’abbattimento selettivo di ungulati (cinghiali e caprioli), quando aumenta troppo il loro numero.
E quella delle associazioni ambientaliste?
E’ un coro di «no». Da Wwf a Legambiente, fino alla Lav e alle altre associazioni: per loro la caccia mette a rischio anche le specie non cacciabili e in via di estinzione.
a cura di Antonella Mariotti