Varie, 9 febbraio 2010
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Rordorf Renato
• Napoli 12 aprile 1945. Magistrato. Giurista. Consigliere di Cassazione indicato a suo tempo dal presidente Carlo Azeglio Ciampi per la Consob. Polemiche quando, il 3 febbraio 2010, il Csm gli preferì Alfonso Marra come nuovo Presidente della Corte d’Appello di Milano • «[...] Si tratta di un incarico di grande importanza: Milano è il distretto giudiziario in cui si concentrano i processi più delicati ed importanti in materia civile e penale per quanto riguarda l’economia; è anche il distretto in cui si sono concentrati e si concentreranno i processi concernenti Berlusconi, sia in materia civile che penale. [...] Rordorf [...] si è sempre occupato di diritto dell’economia: bancario, finanziario, societario, fallimentare [...] è il maestro dei giuristi che si occupano di questa materia; ed è stato il riferimento dei magistrati italiani in genere e milanesi in particolare in ogni processo di questo tipo; è stato chiamato a far parte di Consob, dove è rimasto 5 anni; ha scritto libri fondamentali in diritto dell’economia ed ha partecipato a incontri nazionali ed internazionali di altissimo livello. Insomma una persona di valore straordinario e di competenza giuridica eccezionale. Ma anche un magistrato di grande esperienza, per anni giudice in Cassazione, dopo la consueta carriera in Tribunale e Corte d’Appello. [...] Che è successo? [...] si possano ipotizzare tre scenari. La maggioranza del CSM era convinta che Marra fosse più idoneo di Rordorf per l’incarico in questione. Il profilo professionale dei due candidati non consente di ritenere fondata questa ipotesi. La nomina di Marra è stata il frutto di logiche ”correntizie”. Come tutti sanno, il CSM è composto da magistrati che appartengono, tutti, nessuno escluso, ad una delle 4 ”correnti” in cui è divisa la magistratura: Unità per la Costituzione, Magistratura Indipendente, Magistratura Democratica, Movimento. Quando si tratta di decisioni importanti, e la nomina del Presidente della Corte d’Appello di Milano è importantissima, le ”correnti” si schierano: ognuna appoggia il suo candidato, in una logica di appartenenza che può essere definita in un solo modo: clientelare. Le correnti vivono per questo, in un perverso circolo vizioso: acquisiscono consenso dimostrando la propria capacità di ”premiare” chi glielo ha concesso. Maggiore è il consenso, maggiore è la possibilità della corrente di assistere il magistrato nei momenti importanti della sua vita professionale, trasferimenti, promozioni, procedimenti disciplinari. E, ovviamente, la ”vittoria” nella competizione con le altre correnti in occasione di una nomina prestigiosa è evento che garantisce ulteriore consenso per il futuro. Tutto questo pare avvenuto nel caso della bocciatura di Rordorf. A favore di Marra hanno votato Unità per la Costituzione e Magistratura Indipendente (con due eccezioni, Berruti per la prima e Patrono per la seconda); a favore di Rordorf, Magistratura Democratica e Movimento. [...] C’è una terza ipotesi: le pressioni politiche. [...] Rordorf è ciò che si dice un magistrato rigoroso. Né potrebbe essere diversamente: uno scienziato applica i principi della scienza di cui è maestro; e li applica senza curarsi delle persone, degli ambienti, delle forze che vengono in gioco. E Milano è un distretto complicato sotto il profilo del diritto dell’economia. possibile che avere Rordorf come Presidente della Corte d’Appello che deve trattare, per non dirne che uno, il processo CIR-Finivest, non sia uno dei sogni più belli della maggioranza. [...]» (Bruno Tinti, ”il Fatto Quotidiano” 9/2/2010).