Notizie tratte da: Giuseppe Carrisi # Tutto quello che dovresti sapere sull’Africa e che nessuno ti ha mai raccontato # Newton Compton 2009 # pp. 432, 12,90 euro., 9 febbraio 2010
Notizie tratte da: Giuseppe Carrisi, Tutto quello che dovresti sapere sull’Africa e che nessuno ti ha mai raccontato, Newton Compton 2009, pp
Notizie tratte da: Giuseppe Carrisi, Tutto quello che dovresti sapere sull’Africa e che nessuno ti ha mai raccontato, Newton Compton 2009, pp. 432, 12,90 euro.
VITA «L’idea che la maggior parte degli africani ha finora avuto del presente e dell’avvenire era che la morte, inevitabile, fosse tuttavia tollerabile, purché non mancasse una generazione a sostituire l’altra. Durare era la possibilità di sopravvivere a se stessi. Nessuna persona era considerata povera fintanto che ne esisteva un’altra su cui la prima potesse contare» (Aminata Dramane Traoré, già ministro della Cultura del Mali e coordinatrice del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite).
POVERT L’Africa detiene il tasso di povertà più alto del mondo. L’area sub-sahariana, secondo la Banca Mondiale, è l’unica regione del pianeta in cui la povertà, nell’ultimo quarto di secolo, non è diminuita (384 milioni di persone nel 2005 a fronte dei 202 milioni del 1981).
POVERT/2 Nel continente, dove vive solo il 13% della popolazione mondiale, risiede il 28% dei poveri e il 62% delle persone colpite dall’Aids di tutto il pianeta.
POVERT/3 Diciotto dei venti Paesi più poveri del pianeta sono africani.
FAME «Quando togli la fame alla povertà, la povertà è dimezzata» (antico proverbio africano).
SOTTOALIMENTAZIONE Dati Fao (rapporto 2006): nell’Africa sub-sahariana ci sono 206 milioni di persone sottoalimentate, 40 milioni in più rispetti a 15 anni fa. Il 25% degli abitanti dell’area soffre di malnutrizione cronica. Diventerà il 30% entro il 2015.
DIFFERENZE Nel 1960 il 20% degli abitanti più ricchi della Terra disponeva di un reddito 31 volte superiore a quello del 20% dei più poveri. Nel 1998 il reddito del 20 per cento dei più ricchi era 83 volte superiore da quello del 20 per cento dei più poveri.
BAMBINI Ogni giorno 12.500 bambini perdono la vita per malattie curabili.
AIDS L’Hiv ha provocato 20 milioni di morti e, in alcuni paesi, colpisce oltre il 40% della popolazione. Mediamente in Africa si stanziano 8 dollari per curare ogni malato, mentre negli Stati Uniti la cifra pro capite è di 13.500 dollari.
AIDS/2 Nell’Africa sub-sahariana si concentra il 68% degli adulti sieropositivi del mondo, circa il 90% dei bambini e il 76% di tutti i decessi per Aids. A differenza di altri continenti, la maggioranza (61%) è composta da donne.
AIDS/3 Il Sudafrica è il Paese con il più alto numero di sieropositivi al mondo. Sono 5,4 milioni su 47 milioni di abitanti; di questi malati, circa 2 milioni ignorano di esserlo. L’aspettativa di vita nel paese è diminuita, passando dai 62 anni tra il 1990 e il 1995, ai 48 anni tra il 2000 e il 2005. Si prevede che entro il 2020 la crescita della popolazione nell’area si arresterà.
AIDS/3 Degli 8 milioni di sieropositivi censiti in Sudafrica solo un milione viene assistito. Gli altri 7 milioni sono abbandonati a se stessi. L’introduzione di cure sanitarie gratuite salverebbe 250.000 bambini africani all’anno.
MALATTIE Hiv, malaria e tubercolosi, da sole, colpiscono ogni anno 300 milioni di persone, provocando oltre 5 milioni di morti.
MEDICAL ACT Nel 1997, l’allora presidente del Sudafrica Nelson Mandela promulgò una legge, la Medical Act, che autorizzava le industrie del Paese a produrre farmaci per curare la pandemia di Aids senza doverli acquistare, a costi altissimi, dalle multinazionali del settore. Per bloccare la legge trentanove aziende, appartenenti alla grande lobby dell’industria farmaceutica, intentarono una causa contro il governo del Sudafrica impedendo di fatto l’entrata in vigore del provvedimento.
FARMACI Negli Stati Uniti una prova clinica su un paziente costa, in media, 10.000 dollari, in Russia 3.000, in Africa ancora meno.
VITA La durata media della vita in Africa è di 31 anni, contro i 78 nei paesi del G7, mentre il reddito annuo di un africano è di 450 dollari, 57 volte inferiore a quello di un cittadino dei paesi del G7.
FINANZIAMENTI Nel 2005, la sola area sub-sahariana ha ricevuto dalla Banca Mondiale oltre 24 miliardi di dollari in flussi di capitali privati, una cifra decisamente maggiore rispetto ai 10 miliardi complessivi elargiti al continente nel 2000.
AIUTI «Nel corso degli ultimi trent’anni abbiamo assistito a un trasferimento "senza precedenti" di fondi pubblici verso l’Africa, sotto forme di aiuti allo sviluppo e operazioni umanitarie [...] un errore attribuire i principali insuccessi dello sviluppo africano alla carenza di flussi finanziari. Raddoppiare o triplicare questi flussi senza intervenire sulla capacità di utilizzo in modo efficace e produttivo equivarrebbe a uno spreco di denaro pubblico» (Richard Joseph, direttore del Programma di Studi Africani, Northwestern University di Evanston, Illinois).
AIUTI/2 Ogni giorno l’Africa spende 30 milioni di dollari per pagare i debiti con gli altri continenti.
AIUTI/3 Per ogni due dollari che l’Africa riceve in aiuto, ne paga uno in interessi sul debito; per ogni dollaro speso in favore delle sue aree emarginate, solo una minima parte viene effettivamente usata per progetti di sviluppo, il resto serve per pagare i costi di gestione delle organizzazioni umanitarie.
DIREZIONI «Esiste un’Africa di Stati costituzionali, democratici e pacifici che stanno realizzando progressi su vari fronti (Ghana); un’Africa autocratica che ha concesso limitati passi avanti alla liberalizzazione e realizzato qualche progresso nel ripristino di una democrazia costituzionale (Camerun e Togo); un’Africa scivolata verso sistemi di governo repressivi e fortemente conflittuali (Zimbabwe); un’Africa dove la stabilizzazione e la ricostruzione nazionale sono di vitale importanza (Congo-Zaire e Liberia); un’Africa dilaniata dalla guerra (Costa d’Avorio e Sudan) [...] Non esiste un’unica risposta alla domanda su dove sta andando o dovrebbe andare l’Africa. L’Africa ha preso contemporaneamente diverse direzione» (CDCA - Centro Documentazione Conflitti Ambientali).
AVVENIRE «Si parla troppo poco di ciò che si fa di positivo in Africa. Ci sono certamente le guerre, c’è l’Aids, ci sono i mendicanti, ma non c’è solo questo. Ci sono anche gli africani che lavorano, agricoltori promettenti, costruttori di avvenire, scopritori di medicine, guaritori. In Africa ci sono, come ovunque, persone che soffrono, che muoiono, ma anche persone che combattono, che lottano» (Albert Tevoedjré, economista e sociologo del Benin).
PLATINO Il sottosuolo africano è caratterizzato da una concentrazione di risorse minerali che lo rendono una delle aree più ricche del pianeta. Secondo le stime sono oltre 60 tipi e, per molti di essi, l’Africa rappresenta il primo fornitore mondiale. Secondo l’ufficio americano delle miniere, il 90% delle riserve di metallo appartenenti alla famiglia del platino si trova in Sudafrica.
RISORSE Spesso petrolio, oro, diamanti, e altre materie prime sono sinonimo di povertà, fame, instabilità politica ed economica, sfruttamento e guerre.
FABBRICA «Per andare in bagno bisogna prima ottenere il permesso del supervisore. Lui dà una specie di "buono di uscita", ma ne esistono solo due per ogni sezione di settanta lavoratori. Quindi, bisogna aspettare il proprio turno. Poi è tutta una corsa, perché è proibito assentarsi per più di cinque minuti. Ma la distanza tra l’atelier e il bagno è così grande che può occupare tutto il tempo disponibile. Se ci si assenta per più di cinque minuti, si riceve un avvertimento, e alla terza volta può scattare il licenziamento. Se vuoi stare in bagno più del tempo stabilito, allora ti diminuiscono la paga giornaliera della metà» (operaia in uno stabilimento di confezioni subappaltatore della Wal-Mart, multinazionale americana).
PETROLIO Il petrolio è il nodo centrale di tutte le strategie politiche, economiche e finanziarie del terzo millennio.
PETROLIO/2 Il governo di Khartoum, nel 2001, ha investito il 60% dei 580 milioni di dollari guadagnati con l’estrazione del petrolio nel settore militare.
CINA «L’Africa è il terreno di sfida tra Stati Uniti e Cina. In questo momento il 15% delle risorse energetiche africane è in mano agli americani, mentre il 20% è sotto il controllo cinese» (Lucio Caracciolo, direttore della rivista Limes).
CINA/2 «Il crescente attivismo economico cinese in Africa non si limita alla ricerca di fonti sicure d’approvvigionamento energetico, ma riguarda anche l’allargamento dei mercati d’esportazione ed ingenti investimenti in infrastrutture» (Arrigo Pallotti, docente di Storia e Istituzioni dell’Africa - Università di Bologna).
CINA/3 A partire dal 1999 la Cina ha investito oltre 15 miliardi di dollari nel Sudan. Alla Cina va tra il 65 e l’80% dei 500.000 barili al giorno della produzione di petrolio del Sudan.
CINA/4 « Ci siamo resi conto che tutte le armi di cui dispone l’esercito nigerino provenivano dalla Cina. Pechino arma il Niger per combattere contro i Tuareg. I cinesi vogliono sfruttare l’uranio nella regione di Ingali (Stefano Liberti, Niger, la rivolta dell’uranio, il manifesto 8 luglio 2007).
ELETTRICIT «Se non saranno messe in atto nuove politiche di sviluppo nel 2030 ci saranno quasi un miliardo e mezzo di persone senza elettricità» (Noè Van Hulst, direttore delle politiche di lungo termine dell’Agenzia Internazionale per l’Energia).
ROYALTIES In Nigeria sono finiti 320 miliardi di dollari di royalties, ma il 75% della popolazione vive in povertà. Il paese, tra i maggiori produttori di greggio al mondo, non avendo impianti di raffinazione è costretto a importare petrolio per il suo fabbisogno interno.
CARATI Centosettantacinque milioni di carati per un giro d’affari di oltre 12,45 miliardi di dollari. Sono i numeri del mercato mondiale dei diamanti riferiti nel 2006. Il 65 % delle pietre preziose arriva dall’Africa. Il business dei diamanti si regge sull’equazione "arricchimento di pochi-sfruttamento di molti".
CERTIFICATI Nel 2003 è entrato in vigore un sistema di certificazione per ricostruire il percorso all’indietro di ogni gemma, dal rivenditore fino al luogo del taglio e al Paese di provenienza. Per la mancanza di controlli e sanzioni però il 50 % delle gemme in commercio viene comunque da zone in guerra. In Svizzera, su 500 negozi coinvolti, solo 56 hanno risposto al questionario proposto da Amnesty International, e solo 11 hanno dichiarato di richiedere sempre il certificato.
PORTO FRANCO Nella zona industriale di Ginevra, in Rue du Gran Lancy numero 6, si trova la Società Anonima dei Porti Franchi e dei Depositi. Si tratta di una sorta di enclave al di sopra della legge, dove ogni anno transitano indisturbate gemme grezze per in valore di oltre 3 miliardi di franchi svizzeri, pari a circa 2 miliardi di euro.
POPOLO «Perché io sono qui? Perché il mio popolo ama la sua terra. Perché senza la nostra terra stiamo morendo. Molti anni fa il presidente del Botswana disse che avremmo potuto vivere sulle nostre terre ancestrali per sempre. Non c’era mai stato bisogno che qualcuno ce lo dicesse. naturale che possiamo vivere là dove Dio ci ha creato! Ma il presidente successivo ha detto che dobbiamo andarcene [...] a causa dei diamanti. E poi che cacciamo troppi animali, ma questo non è vero [...] Il presidente dice che se non cambieremo moriremo come il Dodo. Non sapevo cosa fosse il Dodo. E allora mi sono messo a fare ricerche. Era un uccello,ed è stato sterminato dai coloni. Il presidente aveva ragione» (Roy Sesana, presidente della First People of the Kahalari).
FORESTA In Africa si trova la seconda foresta tropicale del pianeta. Si tratta della foresta pluviale del Bacino del Congo, un’area di 1,7 milioni di chilometri quadrati.
LEGNO Il commercio di contrabbando del legno, dopo aver distrutto il 70% delle zone verdi in Indonesia e il 60% di quelle in Amazzonia, ha già danneggiato irrimediabilmente i due terzi della foresta pluviale africana. Ogni giorno nel mondo scompare una superficie forestale pari a 25.000 campi di calcio. Secondo l’Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica il traffico internazionale di legno illegale si aggira intorno ai 150 miliardi di dollari l’anno.
LEGNO/2 Per abbattere 8 alberi in ogni ettaro si distrugge il 26% della vegetazione residua.
LEGNO/3 Protagonista della deforestazione delle aree del Congo è la Sodefor, la Società di Sviluppo Forestale, soprannominata dalle popolazioni locali Società di Distruzione Forestale. La società fa sottoscrivere agli abitanti dei villaggi dei "contratti di responsabilità sociale", con cui le comunità, in cambio di doni di poco valore, rinunciano a qualsiasi diritto, richiesta o protesta nei confronti della Sodefor: «Il signor... si impegna a evitare o a prevenire tutti i problemi di qualsiasi natura verso lo sfruttamento della foresta da parte della Sodefor. Egli è, inoltre, responsabile del buon andamento del lavoro nel cantiere forestale, senza interferire nella metodologia di lavoro. In cambio riceve un sacco di sale, 9 barre di sapone, 2 pacchetti di caffè, 12 bottiglie di birra, 2 sacchetti di zucchero».
COLTAN Il coltan è un metallo raro pesantissimo, molto duro, indispensabile nella fabbricazione di telefoni cellulari, palmari, personal computer, videogame, telecamere digitali, playstation. Il suo prezzo è lievitato da 65 dollari al chilogrammo del 1998 a 500 dollari nel 2000. In Africa si trova 80% delle riserve mondiali del minerali e la Repubblica Democratica del Congo custodisce a sua volta l’80% del coltan africano.
ELEFANTI Solo nel 2000 sono state trasferite nell’area dove si trovano i giacimenti oltre 10.000 persone. Questa invasione umana, insieme allo sfruttamento delle miniere a cielo aperto, danneggia l’equilibrio di due riserve protette dall’Unesco. Il Wwf ha denunciato il rischi d’estinzione di gorilla ed elefanti: dei 36000 pachidermi censiti del 2006 non ne è rimasto quasi nessuno.
CACAO Più di 118 milioni di dollari di profitto del commercio del cacao sono stati utilizzati per finanziare il recente conflitto in Costa d’Avorio.
PERCENTUALE Dalla fine della guerra fredda, circa il 90 per cento dei decessi per conflitti si sono registrati in Africa.
GUERRE Nel periodo che va dal 1990 al 2005, le guerre che hanno coinvolto 23 Paesi africani, sono costate 284 miliardi di dollari, pari a circa 199,8 miliardi di euro.
CONFLITTI Il 38 per cento dei conflitti armati del mondo hanno avuto come teatro un Paese africano, e nel 2006 quasi la metà delle guerre ad "alta intensità" si sono svolte nel continente nero.
ARMI Sono 18 i miliardi spesi in quindici anni da ventitre Stati africani per comprare armi.
ARMI/2 Secondo la Global Policy Forum oltre 100 milioni di armi leggere e di piccolo calibro circolano in Africa (in tutto il mondo sono circa 640 milioni); di queste, 30 milioni alimentano i conflitti nella sola fascia sub-sahariana, mentre 8 milioni si trovano in Africa Occidentale. L’80% di questo arsenale è in mano a gruppi ribelli e formazioni paramilitari.
ADOLESCENTI Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, degli oltre 300.000 adolescenti impiegati sia dagli eserciti governativi sia dai gruppi paramilitari e dalle fazioni armate, circa la metà si trovano nel continente nero.
PICCOLI GUERRIERI «I piccoli guerrieri vengono reclutati perché costano poco in termini di addestramento, non chiedono di essere pagati, e per la loro immaturità fisica ed emotiva sono facilmente controllabili e condizionabili» (Giuseppe Carrisi, Kalami va alla guerra - I bambini soldato).
PICCOLI GUERRIERI/2 Per vincere ogni minima resistenza di questo piccoli combattenti, il loro dolore e la loro paura, i ribelli, nella maggior parte dei casi, ricorrono all’uso di droghe, unito al ricatto e alla manipolazione della loro mente.
PICCOLI GUERRIERI/3 Nel decennale conflitto che ha devastato la Sierra Leone, i ribelli del gruppo armato dei Kamajors mandavano bambini in prima linea con appesi al collo gli "ju-ju", degli amuleti macchiati di sangue del nemico ucciso, facendo credere loro che questi oggetti li rendessero immortali.
PICCOLI GUERRIERI/3 Nel 1994 la radio ruandese Mille Colline incitava gli Hutu all’odio razziale contro l’etnia Tutsi, diffondendo il messaggio che «per sterminare i topi grossi, bisogna ammazzare quelli piccoli». Il risultato di questa propaganda fu che in poche settimane, 300.000 "piccoli topi", cioè 300.000 bambini tutsi, trovarono la morte.
BAMBINE SOLDATO Secondo il rapporto di Save the children, Le vittime dimenticate della guerra: le bambine nei conflitti armati, nel mondo oltre 120.000 sono impiegate nei gruppi armati. Le ragazze però, oltre a combattere, hanno anche altri compiti: si occupano della sussistenza dei militari, lavorano come spie, come corrieri, ma soprattutto vengono usate come schiave sessuali e date in mogli ai comandanti. In Angola, dove la guerra è finita nel 2002, secondo le testimonianze, le bambine erano dei veri e propri oggetti sessuali. Chiunque poteva abusare di loro, se una giovane non accettava le avances di un soldato, veniva legata a un albero e picchiata con un bastone. Alle ragazze non era permesso ricordare o parlare della loro famiglia o del loro villaggio, usare il loro nome, dire la loro data di nascita o l’età.
STUPRI In Ruanda nel 1994, secondo le Nazioni Unite, sono stati perpetrati tra i 250 e i 500.000 stupri.
CORRUZIONE In Africa la corruzione non risparmia nessun settore della vita pubblica e privata, delle istituzioni e della gestione dello Stato, costituendo il primo fattore di crisi per le economie del continente. Dal 1995 ad oggi sono andati persi 274 miliardi di dollari. L’economista Gerald Epstein ha calcolato che la cifra corrisponde al 145 per cento del debito totale di tutte le nazioni africane. Dei 20 paesi più corrotti del mondo, secondo Transparency International (la coalizione globale contro la corruzione), 12 stati sono africani.
PERDITE Ogni anno l’Africa perde 148 miliardi di dollari a causa della corruzione; dai 20 ai 40 miliardi di dollari finiscono nelle tasche di politici e amministratori, una cifra pari al 40% dei fondi che questi Paesi ricevono in aiuti dalle nazioni ricche.
DENUNCE Solo un episodio di corruzione su 50.000 è stato denunciato alle forze dell’ordine. Proprio la polizia è il pubblico ufficio che risulta fare più frequentemente richiesta di tangenti. Un’inchiesta del 2006 riporta che il 36% degli intervistati ha pagato tangenti. In America Latina è il 17°%, in Europa e Stati Uniti il 3 per cento.
FATTORI I tre principali fattori che diffondono la corruzione: la crisi dello Stato con massiccia occupazione di impiegati inefficienti; funzionari pubblici sottopagati; gli aiuti per lo sviluppo che hanno prodotto un clientelismo.
SPIE «Fin dagli anni Sessanta, l’Africa è stata teatro di ”guerre di spie” tra il blocco orientale e occidentale, ma anche all’interno dello stesso campo» (Nigrizia).
ATOMICA/1 L’uranio usato nella costruzione delle bombe sganciate nel 1945 si Hiroshima e Nagasaki proveniva dalla miniera di Shinkolobwe, Congo.
ATOMICA/2 I primi esperimenti nucleari francesi vennero compiuti nel Sahara algerino.
URANIO In meno di due anni, dal dicembre 2005 all’ottobre 2007, il prezzo dell’uranio è quasi quadruplicato (da 20 a 75 dollari alla libra, raggiungendo picchi di 135). Secondo alcuni analisti, tra il 2015 e il 2040 si potrebbe arrivare all’esaurimento delle riserve del metallo.
RIFIUTI In Africa, oltre ai rifiuti tossici, vengono portate illegalmente migliaia di tonnellate di pesticidi deteriorati, prodotti in gran quantità negli 40 anni e mai usati. Per la Food and Agricolture Organization si tratta di 50.000 tonnellate. Ogni anno 200.000 persone muoiono per gli effetti provocati dal deterioramento dei pesticidi agricoli, 750.000 sono costrette a ricorrere a cure mediche.
BIOCARBURANTI La causa principale dell’aumento dei prezzi degli alimenti è da ricercare nella nuova frontiera dei biocarburanti, combustibili ottenuti da materie prime vegetali. Mais, grano, soia, riso, sono diventate risorse strategiche, fonti di energia rinnovabile.
ACQUA Il 70% dell’acqua utilizzata sul pianeta è impiegato nella zootecnica e in agricoltura. Una mucca da latte beve 200 litri di acqua al giorno, un bovino o un cavallo 50 litri, un maiale 20 litri, una pecora 10. Il settimanale americano Newsweek ha calcolato che per produrre 5 chilogrammi di carne bovina, è necessaria tanta acqua quanto ne consuma una famiglia media d’oltreoceano: tale quantità di carne, per contro, non è sufficiente neanche per il consumo di una settimana della stessa famiglia.
BIOPIRATERIA/1 Nel corso degli ultimi venti anni, centinaia di prodotti naturali provenienti dai diversi angoli del continente sono stati usati da ricercatori e scienziati di grandi aziende per sintetizzare medicinali, antibatterici, antiparassitari, cosmetici, preparati agricoli e industriali. Il 90% della diversità biologica si trova nell’emisfero meridionale, mentre il 97% dei brevetti è in possesso di società dei Paesi industrializzati. Il giro d’affari dietro il cosiddetto oro verde è di circa 5.000 di dollari, ed è attualmente il più rilevante dopo quello delle armi e della droga.
BIOPIRATERIA/2 In Out of Africa: Mysteries of Access Benefit Sharing sono stati citati 32 Paesi africani che hanno subito il saccheggio di risorse biologiche: l’istituto tedesco Max Planck Institut für Kohlenforschung ha brevettato composti antibiotici trovati in delle lumache dell’Africa Occidentale; il burro Kombo, estratto da una noce moscata del centro Africa, è stato brevettato nel Tennessee come anticancerogeno e inibitore del colesterolo; la Dior Group ha brevettato gli estratti della resina di okoumé, un albero che cresce nel Gabon; l’azienda farmaceutica inglese Phytopharm ha l’esclusiva sull’uso del cactus Hoodia, usato dai guaritori del popolo dei San in Namibia, e ha sottoscritto un accordo con la Pfizer per produrre un farmaco contro l’obesità e un accordo con la Unilever, interessata ad acquisire i diritti relativi alla commercializzazione di cibo dietetico. Con la Unilever la Pfizer ha pattuito un compenso di 12,5 milioni di dollari, più altri 27,5 al momento della commercializzazione dei prodotti. Di queste cifre solo lo 0,003% viene dato come royalties agli indigeni San.
TRAFFICI Le Nazioni Unite parlano di 2 milioni e 700.000 persone vittime del traffico di esseri umani. L’80% sono donne e bambini. Esiste una forte richiesta per lo sfruttamento sessuale e lavorativo, la vendita di organi, i matrimoni precoci e le adozioni.
SFRUTTAMENTO Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) sono circa 50 milioni i bambini vittime dello sfruttamento minorile nel continente africano.Tra i 200 e 300.000 bambini finiscono nel giro del lavoro forzato o dello sfruttamento sessuale nella sola regione occidentale e centrale.
PROSTITUZIONE Circa 500.000 donne ogni anno sono coinvolte nei giri di prostituzione.
PREZZO Una ragazza giovane che arriva in Italia può costare anche 10.000 dollari; il prezzo dipende dall’età, dalla bellezza, dall’esperienza e dalla distanza del Paese d’origine. Ogni volta che varca una nuova frontiera il suo valore aumenta. Costrette a lavorare per ripagare il viaggio, la somma da restituire può arrivare a 80.000 dollari. Devono fare almeno 4000 prestazioni sessuali e il 90% dei guadagni va agli sfruttatori.
NIGERIA «L’80 per cento delle donne nigeriane destinate al mercato della prostituzione subisce un rito vudù chiamato ”ju-ju” ed è sottoposto a riti di possessione di Mami Wata» (Relazione sulla prostituzione nigeriana, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Scienze Politiche, 2005-2206).
ANALFABETISMO L’area sub-sahariana, con 150 milioni di africani che non sanno leggere né scrivere (poco meno del 40% della popolazione), detiene un record negativo, secondo solo ai Paesi arabi (44%).
SCUOLE Se fossero abolite le tasse scolastiche in 13 stati dell’area sub-sahariana, 4,5 milioni di bambini potrebbero iscriversi subito alle elementari.
CERVELLI Un terzo degli intellettuali africani vive all’estero e almeno 23.000 tra docenti e ricercatori universitari ogni anno lasciano il continente. In Sudafrica 300 infermieri ogni mese lasciano il Paese per l’estero. In Nigeria, su 300 medici formati ogni anno, solo dieci rimangono nella nazione.
COMUNICAZIONE Nel 2000 nell’area sub-sahariana c’erano meno linee telefoniche che nella sola Manhattan, e nel 2006 l’Africa contribuiva solo per il 2% al totali di reti telefoniche del mondo.
DROGA/1 «Il boom africano delle droghe coincide con il giro di vite imposto attorno al 2003 in Europa sulle tratte aeree e marittime provenienti dal Sudamerica» (Antonio Mazzitelli per Panorama).
DROGA/2 La sostanza maggiormente usata in Africa è la cannabis.
SEQUESTRI In Ghana, dal 2003 al 2004, i sequestri di cocaina sono aumentati di 40 volte, passando da 15 a 617 chili.
RELIGIONE «L’Africa è il posto del mondo dove l’Islam può dimostrare la sua superiorità sul sistema occidentale corrotto. Questo sarà il secolo dello scontro tra civiltà. E chi vincerà in Africa avrà ottime possibilità di vincere nel mondo intero» (Ali-Mohammad Taskhiri, ayatollah e ideologo della rivoluzione khomeynista).