Giancarlo Dotto, Gioia, 13/2/2010, 13 febbraio 2010
«CHE BELLO MORIREMO TUTTI»
«La tua faccia mi dice qualcosa… Non mi piace la tua faccia». So come funziona. Entro nella tana di Arnoldo Foà come farebbe un canarino nella gabbia di un vecchio orso smanioso di carne fresca. L’unico orso al mondo con la croce di Gran Cavaliere appuntata sul petto. Se saprò tenere botta alle sue sevizie, alla fine mi allungherà la zampa e mi saluterà con affetto. Tra me e la sua pipa, una delizia tascabile di donna, la quarta e definitiva moglie, Anna, nel ruolo non facile di chi deve fare da spalla al Grande Vecchio ma anche proteggere l’ospite dai suoi eccessi. «Il grande culo della mia vita», la presenta il gigione «la mia metà, in età e in altezza», fa lui, misurandola con un’occhiata che è puro amore. Capisci che il pestifero Arnoldo ucciderebbe e si farebbe uccidere per la sua pollicina. Strana coppia. Lui ateo e fracassone, lei credente e timorosa. in forma malvagia, Arnoldo. Niente apparecchi acustici, protesi, nessun lamento, solo un bastone per puntellarsi meglio. Se la spassa a fare l’ancien terrible, tra vuoti, amnesie vere o simulate. Se accusi affonda i colpi, se non li accusi pure, ma si capisce almeno che gli vai a genio.
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di buon umore. Ha appena festeggiato i 94 anni con una trentina di devoti, tra mogli, figlie, amici e parenti vari, profittando del caos per sbafarsi quasi per intero la torta che gli ha preparato la vicina, e Sellerio gli ha pubblicato il suo Autobiografia di un artista burbero. Un secolo quasi di ricordi eccentrici. Alle pareti e ovunque le prove del suo talento manuale, la testa scolpita del padre Valentino, la silhouette in legno della Duse, quadri, autoritratti. Un pozzo senza fondo, Foà, un monosillabo infinito. Classe di ferro 1916, l’anno in cui ammazzano Rasputin, catturano Pancho Villa ed Einstein pubblica la teoria della relatività. Uno che ha recitato con Memo Benassi e Sabrina Ferilli, visto tutto e il contrario di tutto ma che non è ancora stanco di vedere. Mi scrive la dedica alla fine. Molto affettuosa. ”A te Giancarlo che hai finito di chiedermi cazzate. Roma 1910”. Ci pensa Anna a correggerlo. Roma 2010.
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A leggere la sua storia colpisce una cosa, sono quasi tutti morti.
Dammi pure del tu, tanto abbiamo più o meno la stessa età. Dicevi?
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Sono morti quasi tutti quelli di cui parla.
Morirai anche tu (lo puntualizza, che sono morti, ogni volta, quasi con civetteria, nda). morto Alighieri, è morto Gesù, morirò anch’io.
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In questo fatto di sopravvivere a tutti, scatta un pizzico di vanità?
Ma chi l’ha mandato questo?
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Si scopre anche che l’artista burbero ha in realtà un cuore tenero.
Non ho capito perché hanno messo quel burbero nel titolo. C’è tutto in me meno che burberia. Io non sono burbero per niente. Anzi, sono affettuoso, voglio bene a tutti... Meno che a te.
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Da sempre si associa Foà alla parola burbero.
Perché dico la verità. Quando parlo dico quello che sento.
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Burbero forse no, ma che caratteraccio. Ha litigato con un sacco di gente, anche con Luchino Visconti.
Non è vero.
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Lo scrive nel libro.
Forse. Un poco. Questa intervista mi ha già stufato... (interviene la compassionevole Anna, nda). «E’ vero, Arnoldo, ci hai litigato quella volta a Londra. Lui ti aveva invitato a vedere la prima di un suo film, Notti bianche, e tu gli hai detto quello che pensavi. Che aveva sbagliato la scelta di Mastroianni come attore protagonista».
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Sempre questa mania di dire la verità.
Tu la dici la verità?
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Quasi mai.
Ce l’hai la faccia dell’imbroglione. Io non sono un gentile, quello che dice bugie per essere gradevole. Dico quello che ho nell’animo. Non lo faccio per ferire.
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Se la prende anche con Pietro Germi.
Mi piaceva Germi. Eravamo amici. Ho parlato male anche di lui? Non è vero, non sai leggere.
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Lei lo stimava, ma lui meno.
Questo è un altro paio di maniche (ancora la compassionevole, nda). «Ti eri arrabbiato, Arnoldo, perché eravate stati al Centro sperimentale e lui si comportava come se non t’avesse mai conosciuto».
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Ha fatto arrabbiare Igor Stravinskij.
Un presuntuoso rompicoglioni. Mi voleva imporre intonazioni enfatiche nella versione italiana del suo Oedipus Rex. Mi rifiutai. Mi tolse il saluto.
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Memorabile lo scontro con Orson Welles.
Andava in giro a fare lo sbruffone, a dire che gli italiani non raccoglievano applausi nei teatri europei perché non erano grandi attori. «Non è vero», gli dissi «la prova è che tu sei applaudito molto ovunque».
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Un attore italiano sopravvalutato.
Ce ne sono tanti, non faccio nomi.
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Ne faccia uno.
Vittorio Gassman era bravo, ma non mi piacciono gli attori mattatori che soffocano i personaggi. Mi propose di fare compagnia insieme, ma si sarebbe chiamata Vittorio Gassman. Rifiutai.
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Il suo quasi omonimo Dario Fo le piace?
Il Nobel per la letteratura se lo merita, non è un cretino. Mi confondevano con lui, firmavo autografi con il suo nome. Ho scritto un verso: ”Dario dice io fo, ma lui in fondo che fa? Almeno io foà”.
Le piace?
Molto.
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Sta mentendo. Il teatro tiene giovani. A parte Foà, vedi Mario Scaccia, Paolo Poli, Giorgio Albertazzi, tanti altri.
Non è morto Albertazzi?
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Non le piace Albertazzi?
Si piace già abbastanza lui. Non capisco perché.
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Non le piace proprio nessuno?
Mi piace Gigi Proietti. E anche Giancarlo Giannini, ma Proietti è più interessante di Giannini.
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Da boss marsigliese ha recitato con Belmondo e Delon.
Il mio amico Delon era più interessante di Belmondo.
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Da Alessandro Blasetti alla Gialappa’s. Non si è fatto mancare nulla.
Per fortuna tendo a dimenticare.
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Sta tornando la voglia di teatro.
Non me frega niente se il teatro è vivo o morto. una battaglia persa. Il teatro è la cosa più importante che c’è, racconta il destino dell’uomo. La politica dovrebbe aiutarlo e invece i teatri chiudono.
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Mario Monicelli le sta simpatico?
Non molto.
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Le piace Sgarbi? Ferrarese come lei.
No. uno che cerca di essere più di quello che è. Eravamo molto amici ma poi una volta ha tentato di baciare mia figlia e questo non mi è piaciuto.
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Un giorno da bambino scopre di essere ebreo.
Andavo con mio fratello al tempio e cantavamo. Lui aveva la voce più leggera e io facevo il controcanto. Da grande mi facevo chiamare Puccio Gamma per sfuggire alle leggi razziali. Ma io sono assolutamente ateo. Non è Dio che ha creato l’uomo, è l’uomo che ha creato Dio.
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Se l’è inventato per proteggersi dal terrore?
Non lo so per cosa. So che lo ha inventato. Dio è una parola. L’uomo è un animale che ha scoperto la parola. La parola ha creato l’uomo.
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’La parola ateo non mi piace”, scrive ”ma è quella che mi rappresenta meglio”.
L’uomo creperà. Creperà la terra. Quello che è successo ad Haiti succederà a tutto il mondo. solo questione di tempo, ci vorrà un secolo, forse due, ma il pianeta espellerà i mammiferi dalla sua superficie. La Terra non ne potrà più di sopportarli. Abbiamo esaurito la nostra funzione. Ci sarà un’estinzione totale. E vuole saperlo? La cosa mi mette allegria.
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Mica male per un ateo fare la voce di Dio e recitare da Papa.
Ne ho fatti quattro di Papi. Detesto la chiesa cattolica romana. Ne ha combinate di schifezze. Questa sua ossessione a dialogare con tutti i poteri della terra.
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La vita è una cazzata?
No, la tua vita è una cazzata, la mia no.
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Lo fa capire nel libro, a partire dalla citazione leopardiana.
Leggila.
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’Poi di tanto adoprar, di tanti moti... alcun frutto indovinar non so”.
Voce calante. Sei negato.
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Una ”cazzata” riscattata dalla presenza delle donne.
Se tu hai l’amore dentro di te come io ce l’ho per mia moglie, allora ti rispondi da solo. una cosa talmente bella, talmente enorme, una moglie che ami, che la vita diventa bella.
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La chiamavano Maciste da ragazzo.
(S’illumina, nda). vero. Ero fortissimo. Tanto forte che sono riuscito a vincere anche contro mio padre. L’ho umiliato a braccio di ferro. Gli ho dimostrato di essere più forte di lui e da allora non m’ha mai più picchiato. Era carino papà mio, una persona deliziosa.
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Il pilastro della famiglia era sua madre.
Ho scritto questo? Mia madre era una che imponeva la sua volontà. Era bella.
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Ha avuto un sacco di donne, lei. Cento?
Di più. No, non esageriamo. Non le ho contate.
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Contarle è un modo per ricordarle.
Senta, la smetta di farmi queste domande davanti a mia moglie.
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La più fascinosa mai incontrata…
Mia moglie Anna.
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Intendo sul set.
Mia moglie. La vuole smettere? Io non ho mai guardato le donne per la loro bellezza. Le ho guardate per l’interesse che mi suscitavano. Ci sono tante cose che ti possono piacere anche in una donna brutta. E questo qualcosa ti può portare all’amore, al desiderio o al menefreghismo più totale.
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Quattro mogli e quattro figlie.
E due balie. La prima beveva. La seconda mi portò a Belluno dalla sua famiglia proprio all’epoca di Caporetto. A sei mesi restai ostaggio degli austriaci, per fortuna lei s’innamorò di un loro ufficiale. Un trionfo... Ma è Anna il mio sole. La chiamo ”il culo della mia vita” perché il culo è la fortuna.
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Come vi siete conosciuti?
(Parla Anna, nda). In libreria. Lui stava presentando un suo libro. Ci sono andata convinta di trovarmi davanti un signore anziano molto borghese, molto noioso e invece...
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Dino Risi, altro grande vecchio, ha scritto che il sale della vita è nella lettera ”s”.
Cos’è, una stupidaggine?
I soldi. ricco?
Non lo so quanti soldi ho. Sa tutto mia moglie, non me ne frega niente.
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Sesso.
Sesso? finita. Ora ce l’ho flaccido.
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Sonno.
Dormo bene.
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Salute.
Non è cattiva. Cammino male, non è divertente. C’ho un po’ di catarro nel polmone sinistro, nel destro invece bene. Come mi sento a 94 anni? A pezzi, come da giovane. Niente di nuovo. Riconosco di essere vecchio solo perché me lo ricordano gli altri. Ma non mi lamento. Non ho mai avuto la vocazione all’infelicità.
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Quando lasciò l’Italia le Seychelles.
Mi esiliai quando tornarono i fascisti al governo. E ho trovato l’Eden. La vita è ovunque lì, c’è qualcosa che nasce ogni istante. Ci sono rimasto quattro anni.
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Non va molto meglio. Fini presidente della Camera. Alemanno sindaco di Roma.
Non me ne frega più niente.
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Scagliano la statuina addosso a Berlusconi, tirano giù il Papa con tutti i cardinali. Non c’è più religione.
(Ride, nda). Lasciamo perdere...Berlusconi non mi piace. un nulla che pensa solo a se stesso.
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Ratzinger le piace?
Mi piace. Mi sembra uno che dimostra amore per l’uomo. Che cerca di sollevarlo dal suo dolore. Questo è molto importante. Wojtyla pensava più alla religione che agli uomini.
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La scienza ci renderà quasi immortali: arrivare a 100 anni non sarà un’eccezione.
Mi gratto.
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Scrive anche: ”Ho sempre desiderato essere amato”.
Io mi sono fatto due palle che tu non hai la più candida idea. Sai, io c’ho 94 anni... Però, mi sei simpatico.
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Il più bell’annuncio che ha fatto alla radio.
’La guerra è finita”.
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Non ha invitato attori alla sua festa.
Sono morti tutti.