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 2010  febbraio 06 Sabato calendario

A dicembre un decreto ha sancito la creazione della Protezione civile spa. Si legge nel testo del provvedimento che oltre a gestire le emergenze, gestirà anche appalti e fondi destinati a vari scopi

A dicembre un decreto ha sancito la creazione della Protezione civile spa. Si legge nel testo del provvedimento che oltre a gestire le emergenze, gestirà anche appalti e fondi destinati a vari scopi. Lo statuto della Protezione civile spa prevede la costituzione di tre organi. L’assemblea dei soci, il consiglio di amministrazione composto da tre membri e il collegio sindacale. Giovedì 4 febbraio la commissione Bilancio ha sciolto il nodo che riguardava la copertura finanziaria della nuova Protezione civile spa. Il provvedimento autorizza una spesa di 2,299 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010-2011 ARRIVA PROTEZIONE CIVILE SPA. BERTOLASO E I «NEMICI» DENTRO IL PDL – Fra il ministro della «tracimazione» Remo Gaspari e il Guido Bertolaso di oggi passano 23 anni. Ma fra la Protezione civile che gestì nel 1987 l’emergenza della Valtellina e quella che sta per fare una società per azioni corre la stessa differenza del mondo prima e dopo l’invenzione della ruota. Forse suo malgrado, ma Bertolaso è diventato potentissimo nel governo di Silvio Berlusconi. C’è chi dice: il più potente. Al punto da considerare «una diminutio » l’incoronazione a ministro che il premier gli ha in pubblico prospettato. Al punto che sul suo conto se ne dicono ormai di tutti i colori. Che sotto sotto aspirerebbe a qualche importante incarico internazionale. O addirittura che potrebbe diventare il delfino del Cavaliere. Chiacchiere. Ma che danno l’idea del clima. Sottosegretario alla presidenza, capo della Protezione civile, ideatore e presidente in pectore di una società per azioni pubblica candidata a diventare il suo braccio operativo. Inevitabile che Protezione civile spa richiamasse alla mente l’epoca dell’Italstat di Ettore Bernabei, che però oltre a essere presidente di una concessionaria pubblica non era anche ministro e capo di una struttura con poteri speciali. Inevitabile che anche su tutta questa operazione aleggiasse l’ombra del conflitto d’interessi, per essere concentrate nello stesso soggetto la decisione politica, la sua messa in pratica e quindi la concreta gestione operativa. Ma inevitabile pure che l’iniziativa di Bertolaso, oltre a provocare una sollevazione nell’opposizione che lo ha bersagliato di interrogazioni (l’ultima sul possibile commissariamento dell’Expo 2015), causasse un bel mal di pancia nel partito del premier. Maurizio Saia, relatore del decreto che fa nascere Protezione civile spa, considerato un parlamentare fedele al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, avrebbe voluto metterci dentro una pillola avvelenata: il bollino obbligatorio della Ragioneria dello Stato su ogni mossa della società. Inevitabile alla fine, che il Senato gli smontasse il giocattolo a colpi di emendamenti. Personaggio scomodissimo, Bertolaso. Il primo che lo mette a capo della Protezione civile è Lamberto Dini, nel marzo del 1996, mentre sta per lasciare Palazzo Chigi. Ci resta un anno. Poi torna nel 2001 con Berlusconi. Ma nel frattempo ha stretto legami solidi con il sindaco di Roma Francesco Rutelli. Al quale, nel 2006, darà consigli preziosi e uomini per il suo incarico di governo. Bertolaso sa che nell’Italia paralizzata dalle procedure ordinarie si muove soltanto l’emergenza. E riesce a far diventare l’emergenza una regola. In un amen tutto finisce sotto il suo ombrello: le opere del G8, i campionati di ciclismo, i mondiali di nuoto, le regate della Coppa America, i funerali del Papa, il restauro del David di Donatello. Le norme studiate dal suo esperto legislativo, che i colleghi dei ministeri chiamano «sceriffo», non risparmiano nessuno. Il governo Berlusconi ripristina gli arbitrati che il governo Prodi voleva eliminare? Bertolaso li fa scomparire di nuovo da tutti i contratti delle emergenze. E poi le nomine d’imperio di alti dirigenti, la decisione di farsi una propria rete a banda larga... Troppo potere svincolato dai partiti, per non subire attacchi da tutte le parti, come quella volta che lo accusarono di aver portato i cactus a Berlusconi in Sardegna con i mezzi della Protezione civile. Fa comodo soltanto quando può essere usato come spauracchio. Per esempio nel caso di quella balena spiaggiata che è l’Expo 2015. «All’orizzonte vedo profilarsi la figura di Bertolaso», ha profetizzato qualche mese fa l’ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, magari con l’intento di tenere sulle spine il sindaco Letizia Moratti. Ieri la Protezione civile ha smentito seccamente, ma il fantasma continua ad aleggiare. Troppo potere, anche per venirne fuori senza polemiche. Avrebbe voluto andarsene alla fine del 2009 ma poi ha spiegato che Berlusconi gli ha chiesto di restare ancora un po’ per «poter nominare un vice che lavori insieme a me nei prossimi mesi»: forse il suo plenipotenziario in Abruzzo Bernardo De Berardinis? Per nulla sollevati dall’annuncio, in Parlamento l’hanno messo sulla graticola, da destra e da sinistra. Arrivando anche a presentare un emendamento che gli vieti di percepire il doppio stipendio. Secondo l’Ansa Bertolaso «ha apprezzato». Ma il Pd Mario Gasbarri ha insistito: «Ha omesso di dire che in molte ordinanze della Protezione civile era previsto un compenso a parte». E poi ci si stupisce che a sessant’anni abbia chiesto il prepensionamento... Sergio Rizzo