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 2010  febbraio 05 Venerdì calendario

TERRY, VOCI DI UNA NUOVA TRESCA

Si avvicina il momento del «dentro o fuori» per John Terry, capitano della Nazionale inglese di Fabio Capello. Il commissario tecnico - rientrato a Londra ieri nel primo pomeriggio - incontrerà oggi il difensore del Chelsea per una chiacchierata a quattr’occhi. Facile ipotizzare l’argomento principale: «Caro John, gli scandali finiscono qui o dobbiamo aspettarci dell’altro?». Domanda più che legittima dal momento che dalle costole dello scoop originale del settimanale «News of the World» - il rapporto tra Terry e Vanessa Perroncel, madre del figlio dell’ex compagno di squadra, Wayne Bridge - sembrano nascere quotidianamente nuovi mini-scandali.
Martedì i tabloid si sono sbizzarriti sui presunti amanti della Perroncel: oltre a Bridge e Terry, vi sarebbero anche Gudjohnsen (che nega), Mutu (che non commenta) più un altro giocatore del Chelsea la cui identità non è stata resa nota. Ieri, è arrivata la notizia che Toni, la moglie di Terry (fuggita a Dubai con le due figlie) sarebbe pronta a perdonarlo «per l’ultima volta». Lo stesso Terry, si vocifera, avrebbe chiesto al Chelsea il permesso di volare a Dubai il giorno di San Valentino per chiederglielo ufficialmente. Ma intanto è emersa un’altra presunta «love story»: quella tra Terry e la moglie di un altro calciatore di Premier League. E con il «News of the World» che promette ulteriori scoop «sensazionali» per domenica, è logico che Capello voglia prendere tempo. Inutile schierarsi a fianco di Terry se poi dovessero emergere fatti ancora più gravi (almeno secondo il moralismo dell’opinione pubblica).
Tutto ciò poi non sembra affatto casuale e lo staff tecnico della Nazionale lo sa bene. I protagonisti hanno ingaggiato i loro «Spin Doctor», i maghi delle pr, Max Clifford per la Perroncel, Phil Hall (guarda caso, ex-direttore del «News of the World») per Terry. Gira voce che alla Perroncel, tramite Clifford, siano stati offerti 300mila euro per la sua «versione dei fatti». Una parte della stampa (e un membro non identificato dei vertici della Football Association) chiede a Capello di togliere subito la fascia a Terry. Il problema è che non rientra nei compiti di Capello quello di fare da grande moralizzatore del calcio inglese. Le sue scelte - il contratto parla chiaro - devono essere tecniche. E quindi il ct agirà contro Terry soltanto se la situazione dovesse peggiorare oppure se, a suo giudizio, gli scandali che affiorano intorno al Terry capitano cominciassero ad influenzare negativamente la squadra. Ma su questo punto vi è anche un po’ di ipocrisia da parte dell’opinione pubblica: perché mai la presenza di Terry non è accettabile, ma lo diventa dal momento che si toglie la fascia?
E intanto - a riprova che il binomio sesso e calcio continua a tirare - scoppia il caso di Avram Grant, allenatore del Portsmouth (ed ex tecnico del Chelsea). L’israeliano Grant è stato sorpreso in una specie di bordello camuffato da centro estetico. Per lui, più risolini che moralismo anche perché a fianco del suo uomo si è subito schierata la moglie Tzofit, una nota attrice e showgirl israeliana: «Innanzitutto i fatti privati di mio marito devono restare privati. In ogni caso gli uomini hanno certe esigenze. E, dal momento che io abito in Israele e lui, per lavoro, è in Inghilterra significa che non posso essere al suo fianco quotidianamente per soddisfarle. Meglio che vada in un posto del genere che nelle braccia di un’altra donna». Un atteggiamento molto liberal che, quantomeno, ha fatto sorridere in un Paese che da domenica scorsa è soffocato dal caso-Terry.
Gabriele Marcotti