Marco Sarti, Il Riformista 31/1/2010, 31 gennaio 2010
LEGHISTA DI FERRO E ULTRA DELLA ROMA. LA STRANA STORIA DEL SINDACO DI PONTIDA
Pierguido Vanalli è un leghista di ferro. Nato nel bergamasco, da più di sei anni è il sindaco di Pontida, la città simbolo del Carroccio. Da quando nel 2008 è stato eletto alla Camera, non salta una votazione. uno dei pochi deputati ad avere oltre il 96 per cento di presenze. Un padano oltranzista: poco tempo fa ha presentato una proposta di legge per permettere di celebrare i matrimoni in dialetto («Tanto a Roma e nel napoletano succede già», spiega). Una camicia verde doc, insomma. Ma un po’ atipica. Fin da ragazzo, infatti, Vanalli è romanista sfegatato.
Onorevole, come è nato questo amore?
Le dico la verità, da bambino tifavo il Milan. Il mio grande idolo, però, era Nils Liedholm. Così, quando nel 1979 il Barone si trasferì alla Roma, idealmente decisi di seguirlo.
Sarà uno dei pochissimi a Pontida.
Beh sì. Romanisti, in tutto il paese, siamo solo tre.
Nel partito questa passione non le crea qualche problema?
Problemi non direi. Certo, mi prendono in giro in parecchi. Umberto Bossi, per esempio, mi riprende spesso. Pensare che io l’ho anche nominato cittadino onorario di Pontida.
E lei come si giustifica?
Ripeto sempre che è meglio essere romanista che interista. A sentire i nerazzurri, sembra che ci siano solo loro. Ma dimenticano che hanno pianto per tanti anni.
Di essere tifoso della squadra della Capitale, quindi, è orgoglioso.
Certo, non mi nascondo mica. Quando sono stato eletto alla Camera mi sono subito iscritto al Roma Club Montecitorio.
Ed è l’unico leghista, immagino.
Infatti.
Gli altri parlamentari giallorossi non le fanno storie?
Assolutamente no. Pensi che all’ultima riunione, quando abbiamo confermato Paolo Cento come nostro presidente, mi hanno persino tributato un lungo applauso. Apprezzano il mio romanismo atipico.
Tifa solo la squadra o ama anche la città?
Non esageriamo. Roma non la conosco bene. Prima di venirci a lavorare ci ero stato solo una volta, trent’anni fa. Mi portò in gita l’oratorio, io ero da poco diventato romanista.
Allo stadio ci va?
All’Olimpico sono andato quattro o cinque volte, non di più.
Non mi dica che segue la Roma fuori casa...
Come no? In trasferta ci vado eccome. Ogni volta che la Roma gioca dalle mie parti. Milano, Bergamo, Brescia. Quest’anno sono andato a vedere Inter-Roma. Avevo il biglietto al secondo anello blu, ma per seguire la partita con i tifosi giallorossi ho scavalcato e sono andato al terzo anello.
Ha scavalcato?
Diciamo che ho pregato il personale dello stadio per farmi cambiare posto.
Quindi alla tribuna d’onore preferisce il settore ospiti.
Certo. E le dirò di più, con i tifosi della Roma non ho mai assistito a scontri o incidenti.
E nessun romanista le ha mai creato problemi? Non le dicono niente quando la sentono parlare con l’accento bergamasco?
Macché problemi. In trasferta con i tifosi della Roma, però, mi capita spesso una cosa strana. Mi si avvicinano in tanti a chiedermi se ho uno spinello... Figurarsi, io non fumo nemmeno le sigarette.
Qual è il suo giocatore preferito?
De Rossi, senza dubbio.
Quale giallorosso, invece, non ha mai sopportato?
L’allenatore Carlos Bianchi, sicuramente. Non solo lui, però. C’era anche un altro Bianchi, Ottavio. Nonostante sia delle mie parti, non l’ho mai digerito.
Che obiettivi si pone per quest’anno?
Lo scudetto.
Addirittura.
Guardi che l’Inter è una squadra strana. capace di perdere tre o quattro partite di seguito. Noi dobbiamo essere pronti ad approfittarne.