Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 4/2/2010;, 4 febbraio 2010
IL FATTO DI IERI - 4 FEBBRAIO 1971
Le bombe del ”70 in Calabria. Una specie di zona rimozione è calata in questi anni sulla terribile stagione della rivolta di Reggio, iniziata nel luglio ”70 sull’onda di una pseudo rivendicazione di campanile, ma in realtà frutto avvelenato del tempo buio della strategia della tensione, cavalcata dai movimenti neofascisti e dalla destra estrema di Ciccio Franco e dei suoi ”boia chi molla”. Uno dei più grandi moti di piazza del ”90 0 meridionale maturato in uno scenario di decadimento progressivo, complici lo status di una città con il più basso reddito pro-capite della Penisola e un esplosivo mix di frustrazione sia delle classi diseredate sia della piccola borghesia. La storia della lunga battaglia per Reggio capitale, con la sua scia di morti, attentati dinamitardi, barricate, scontri con la polizia, è la storia tutta italiana di un’esasperazione collettiva incrociata con oscuri piani golpistici e con faide politiche personalistiche. Con un pesante bilancio di vittime dimenticate, tra cui Giuseppe Malacaria, operaio trentenne sventrato da una bomba il 4 febbraio ”71 al rientro da una manifestazione democratica. Ultimo morto di un’insurrezione cruenta, repressa con violenza inaudita.