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 2010  febbraio 05 Venerdì calendario

L’UCRAINA RISCHIA IL CAOS POST VOTO - I

due schieramenti si preparano a dare battaglia. «Falsificatori!- avverte uno striscione soffocato di neve- andate a studiarvi il codice penale!». Siamo tra le tende blu del campo di Yanukovich, e la tensione sta crescendo perché in mattinata anche Yulia Tymoshenko, pallida d’ira, aveva lanciato l’allarme brogli: «Non permettete a Yanukovich di violentare la nostra democrazia, le nostre elezioni, il nostro paese» ha detto il premier ucraino assicurando che se domenica prossima, al ballottaggio delle elezioni presidenziali, il suo rivale cercherà di imbrogliare, lei monterà una Rivoluzione arancione ancora più feroce della precedente: «Lo respingeremo come non è mai avvenuto, neppure nel 2004».
Stanchi, delusi, preoccupati dall’inflazione e dal peso dei mutui, gli ucraini si chiedono chi mai vorrà tornare a riempire la piazza dell’Indipendenza di Kiev come sei anni fa. Allora, la ribellione di Viktor Yuschenko contro il sistema era sembrata aprire la strada a una nuova Ucraina, fiera, moderna, filo-occidentale. Oggi è rimasto un paese unito dall’insofferenza verso la corruzione e l’inefficienza. Molti non voteranno, domenica. Altri sceglieranno le due strade diverse, spinti da motivazioni simili a credere alle promesse dell’uno o dell’altra, a due programmi piuttosto simili. E il voto, come si dice in America, sarà too close to call, con differenze minime che già i due rivali si preparano a contestare, in tribunale e per le strade, prolungando la fase di ingovernabilità. Esattamente il contrario di ciò di cui ha bisogno un paese senza budget.
Secondo diversi osservatori, qui a Kiev, tra il primo e il secondo turno Yulia Tymoshenko è riuscita a raccogliere parecchi voti negli schieramenti dei candidati sconfitti il 17 gennaio, ma non abbastanza da superare Yanukovich, che allora arrivò primo con il 35% dei voti, dieci punti davanti a lei. L’attuale premier non ha alcuna intenzione di uscire di scena in silenzio: «Si è resa conto che sta per perdere » ha commentato ieri Yanukovich definendo «isterismi» le dichiarazioni della Tymoshenko. Ma anche se vincesse lui, in modo netto, da presidente la ritroverebbe capo di un governo fuori dal suo controllo. Per poter realizzare un proprio programma, Yanukovich sarebbe costretto a scendere a patti con lei, o a sfiduciarla. E per costruirsi una maggioranza in Parlamento, dovrebbe ricorrere al voto anticipato.
A scatenare la furia di "Yulka", ieri, è stata la firma che il presidente uscente Viktor Yuschenko ha posto a un emendamento alla legge elettorale votato dal Partito delle Regioni di Yanukovich. Non sarà più necessario un quorum tra i rappresentanti dei due schieramenti ai seggi perché il lavoro di una commissione elettorale sia valido. Questo pomeriggio Tymoshenko e Yanukovich avranno l’ultima occasione per farsi sentire dagli elettori, nei comizi in programma nel centro di Kiev, ed è la consolazione che resta: «Mancano poche ore al voto- osserva Vasil Gnatkiv, deputato del Blocco Tymoshenko nella regione della Transcarpazia- è ancora non sappiamo con certezza chi vincerà. Siamo orgogliosi della nostra democrazia».