Marco Del Corona, Corriere 5/2/2010, 5 febbraio 2010
BIMBI. Cheng Chuanliu, migrante originario del Sichuan, 42 anni, costretto a incatenare il figlio di due anni, Lalou, a un palo sulla pubblica via di un quartiere semiperiferico di Pechino per guadagnare 5 euro al giorno con il suo risciò abusivo
BIMBI. Cheng Chuanliu, migrante originario del Sichuan, 42 anni, costretto a incatenare il figlio di due anni, Lalou, a un palo sulla pubblica via di un quartiere semiperiferico di Pechino per guadagnare 5 euro al giorno con il suo risciò abusivo. L’uomo, privo di «hukou», il permesso di residenza che certifica la comunità di appartenenza e dà accesso alla scuola, alle vaccinazioni, all’assistenza sanitaria e sociale, ha già perso per la strada un figlia di 4 anni, di cui si sono perse le tracce (il problema dei bambini rapiti in Cina è un’emergenza nazionale). Al piccolo Lalou comunque è andata bene: il direttore di un asilo si è offerto di pagare i tre anni di retta, 40 mila yuan (circa 4 mila euro).