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 2010  febbraio 04 Giovedì calendario

«MACCH BELLO E DANNATO, QUELLA FANTASIA»


«Non l’ho ancora sentito, ho deciso di aspettare un po’. Ora è troppo sotto "botta". Spero solo che tutto si risolva e che lui torni a fare quello che sa fare meglio: la musica». Un amico si riconosce nel momento del bisogno. E Sergio Carnevale è amico di Morgan da lunga data. «L’artista che per tutti voi è Morgan, per me è Marco. Morgan è il personaggio, Marco è l’amico». La loro amicizia è nata prima della musica, ma è stata cementata con la musica. Batteria e percussioni dei Bluvertigo sono sempre state roba sua, di questo ex giovanotto di Busto Arsizio oggi neo40enne: «Li ho compiuti il 7 gennaio, Marco è venuto a fare il dj alla mia festa di compleanno».
Carnevale e Morgan si frequentano da una (mezza) vita. «Facevo la scuola d’arte a Monza con Andy (Andrea Fumagalli, con Morgan e lo stesso Sergio formano il nocciolo duro dei Bluvertigo, ndr.) e grazie a lui l’ho conosciuto. Si vedeva che Marco era il fuoriclasse, quello che quando vai a scuola il primo giorno riconosci subito come il più bravo».
Il grande pubblico ha conosciuto invece Morgan con il talent-show «X Factor». «Non voglio fare l’alternativo a tutti i costi, però a me in quella versione non piace mica tanto. Gliel’ho detto varie volte. Anche se per gli aspiranti musicisti dello show è sicuramente una fortuna lavorare con un "maestro" così. Lo so per esperienza diretta: sono un autodidatta, Marco mi ha dato una visione della musica. Tanto che l’ho seguito nei suoi percorsi da solista, quando i Bluvertigo sono andati in "pausa"».
Poi ci sarebbe la faccenda del rocker bello & dannato. «Ma no, quella è una cosa venuta fuori con la sua storia con Asia Argento. Lei, figlia del regista re dell’horror, un amore sotto le luci della ribalta... Un mix che ha fatto sì che il personaggio Morgan prendesse il sopravvento. Marco però ha sempre fatto di se stesso una specie di show. Ricordo un sacco di feste dove bastava un pianoforte a metterlo in moto. un jukebox vivente. Ha una voracità pazzesca nel fare le cose. Per dire: per lui le vacanze sono una perdita di tempo. Insomma, Marco è così: o lo ami, oppure lo odi».
Della depressione, indicata da Morgan come la causa che gli ha fatto usare in passato «la droga come terapia», Sergio non vuole parlare. Idem del suicidio del padre, quando il futuro Morgan aveva poco più di quindici anni: «Bisogna guardarsi dagli amici che appena vedono una telecamera o un taccuino si mettono a spifferare confidenze».