Susanna Marzolla, la Stampa 04/02/2010, 4 febbraio 2010
COM’ CAMBIATO LO SMOG IN CITTA’
Domenica Torino ferma il traffico per lo smog. Cosa si intende oggi per smog?
Si intende genericamente ogni forma di inquinamento atmosferico. Il termine (derivato dall’incrocio di due termini inglesi: «smoke», fumo, e «fog», nebbia) quando venne coniato, negli anni Cinquanta, si riferiva a quella massa di nebbia mista a fumo tipica dei grandi insediamenti urbani e industriali di quegli anni. Oggi il tipo di inquinamento è cambiato, ma il termine è rimasto.
In che modo è cambiato l’inquinamento negli anni?
Sono quasi spariti alcuni componenti come ad esempio il biossido di azoto (o anidride solforosa, formula chimica SO2) che deriva dalla combustione di carbone e petrolio: era stato il primo componente ad essere misurato, nel 1957,e aveva proporzioni oggi inimmaginabili.
Anche altri componenti sono diminuiti?
Sì. Gli inquinanti considerati per valutare l’Indice di qualità dell’aria (IQA) sono sei. Oltre all’SO2 vengono infatti misurati il monossido di carbonio (CO), il benzene (C6H6), il biossido di azoto (NO2), l’ozono (03) e il PM (Particulate Matter) più noto come «polveri sottili». Di questi il CO e il benzene sono più che nella norma, grazie al miglioramento dei motori per le auto (il monossido di carbonio era tipico dei motori a scoppio vecchio tipo) e ai filtri utilizzati nelle produzioni industriali. Resta ancora abbastanza alto il livello del biossido di azoto (prodotto anche dagli impianti di riscaldamento) ma supera ormai raramente le soglie consentite.
Allora per quali elementi rimane il problema?
Il problema rimane per l’ozono e per le polveri sottili. L’ozono è un gas che sta per il 90% nella stratosfera ed ha l’essenziale funzione di formare una barriera protettiva dai raggi del sole; nella troposfera (la parte più bassa dell’atmosfera) si forma invece a seguito di reazioni chimiche con altri gas, favorite da intenso irraggiamento e temperature elevate. E’ il maggior inquinante presente nei mesi estivi, frutto di quello che viene genericamente chiamato «effetto serra». Il PM è invece presente tutto l’anno anche se, in inverno, la copresenza di traffico veicolare e impianti di riscaldamento può farlo aumentare.
Perché adesso si parla così tanto di «polveri sottili»? Sono un nuovo inquinante?
No, non si tratta di una nuova forma di inquinamento. Semplicemente vengono misurate solo da una decina d’anni. La direttiva europea che stabilisce i valori limite (50microgrammi per metro cubo da non superarsi per più di 35 giorni l’anno) è infatti del 2005 e riguarda soltanto il Pm10, cioè le particelle più «grosse», mentre oggi viene preso in considerazione anche il PM 2,5 che comprende tutte le particelle «fini». Trattandosi di particelle prodotte o direttamente da materiale inquinante o da reazione chimica tra varie sostanze sono presenti da sempre in modo massiccio. L’Arpa (agenzia regionale per l’ambiente) della Lombardia aveva una forma sperimentale di misurazione del «particolato» già negli anni novanta e rielaborando quei dati si è scoperto che il PM10 era stabilmente tra i 200 e i 400 microgrammi.
Perché se ne parlacosì tanto?
Perché tutti gli studi sono ormai concordi nel considerare le «polveri sottili» molto pericolose per l’organismo: per le loro minuscole dimensioni sono in grado di penetrare nelle ramificazioni polmonari, anche quelle più sottili (per questo l’allarme riguarda in particolare i bambini) e da lì raggiungere anche vasi linfatici e sanguigni. Inoltre sono una forma inquinante non solo esterna: sono presenti massicciamente anche nelle case e negli uffici. Il fumo di una sigaretta, in una stanza di otto metri quadri, produce fino a 500 microgrammi di polveri.
Come si scopre e cosa succede quando i valori superano i limiti consentiti?
Scoprirlo è semplice: l’Arpa di ogni regione ha centraline di controllo su tutto il territorio, 24 ore su 24, e fornisce in tempo reale i dati alle varie amministrazioni locali. «Che sono sempre molto attente per quanto riguarda l’aria - assicura Franco Picco, direttore generale dell’Arpa Lombardia - e quando il PM10 supera il livello di guardia si muovono autonomamente».
Esiste una norma che obbliga Comuni, Province e Regioni a prendere precise iniziative?
No. Le norme segnalano un obbligo generico a non superare i limiti previsti ma non ci sono regole fisse. Ogni iniziativa per diminuire l’inquinamento è lasciata alla discrezionalità delle singole amministrazioni. Che, ovviamente, possono avere ricette diverse: blocco del traffico in alcuni giorni, targhe alterne, riduzione delle ore o della temperatura per gli impianti di riscaldamento sono le misure comunemente adottate.