Carlo Bonini, la Repubblica, 4/2/2010, 4 febbraio 2010
IL RAPIMENTO DELLA ORLANDI, ULTIMATUM AL VATICANO"
«LA Orlandi? Prima di lasciare qualche papalina rossa a terra...». Antonio Mancini ne è certo. Emanuela Orlandi «venne sequestrata personalmente da Enrico De Pedis, "Renatino"» quale «ultimo avvertimento al Vaticano». Prima di far parlare le pistole e uccidere qualche cardinale. Ma soltanto dopo «aver provato, inutilmente, a uccidere il vicepresidente del Banco Ambrosiano Rosone, aver inviato foto compromettenti di Papa Wojtyla attraverso Licio Gelli, aver preso parte all’eliminazione di Roberto Calvi». Nella sua intervista a Repubblica, l’Accattone ribadisce quanto riferito al procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo nel suo interrogatorio del dicembre scorso. Sostiene di aver conosciuto «la verità» dal primo istantee dunque dal giugno del 1983, quando delle mosse di De Pedis sarebbe stato informato il vertice della Banda. Indica nei «soldi della Banda affidati al Banco Ambrosianoe allo Ior di Marcinkus» il movente del sequestro. Definisce attendibile sia il racconto fornito da Sabrina Minardi (ex amante di De Pedis) che da Maurizio Abbatino (ha riferito di aver saputo della responsabilità di "Renatino" da Claudio Sicilia, altra figura di spicco di quel direttori). Quanto ad Ali Agca, che Mancini considera un ciarlatano, le sue nuove e insistite rivelazioni vengono liquidate così: «Continua a dire che è viva, no? Che la riporta in Vaticano a giugno, giusto? Aspettiamo e speriamo bene, così siamo tutti contenti». ©