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 2010  febbraio 04 Giovedì calendario

IL G7 E GLI ESCHIMESI, MEN A BASE DI FOCA E TOUR IN SLITTA


Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, costretto alla sedia a rotelle, non potrà partecipare alla corsa su slitte trainate da cani. La sua collega francese, Christine Lagarde, essendo vegetariana oltre che astemia si sottrarrà alla cena tradizionale di una terra di carnivori, tra le cui specialità si contano il sangue di foca e la pelle cruda di balena. Giusto la metereologia aiuta: la temperatura dovrebbe essere eccezionalmente alta per la stagione, meno dieci di massima, invece dei soliti -25.
Così si prospetta l’«esperienza indimenticabile» promessa dal ministro delle Finanze canadese Jim Flaherty ai suoi colleghi del G-7, tra cui Giulio Tremonti. Il vertice di Iqaluit, capitale dello stato di Nunavut, la terra degli Inuit (eschimesi) si aprirà domani appunto con la corsa in slitta tipo «Zanna bianca», riservata ai ministri, ai governatori delle banche centrali, ai capi di Fmi e Banca mondiale. Vestiario appropriato a disposizione sul posto, precisa la circolare ufficiale.
La riunione vera e propria consisterà in due ore di cena di lavoro, un’ora di «chiacchierata attorno al caminetto», tre ore e un quarto di vertice formale la mattina di sabato. Niente comunicato, una sola conferenza stampa tutti insieme. Ecco il G-7 modello 2010: una chiacchierata tra amici, le ex 7 principali potenze economiche; senza più decisioni da annunciare perché quelle spettano al più largo G-20, dove siedono anche Cina, India, Brasile, e altri grandi paesi emergenti.
Come mai il Canada abbia scelto un posto così scomodo, 300 chilometri appena a sud del Circolo polare, rimane tuttora oscuro agli altri partecipanti. Di sicuro non ci saranno dimostranti ostili, in una cittadina di 7500 abitanti raggiungibile d’inverno solo in aereo (le delegazioni europee arriveranno insieme, in un volo charter da Londra); ma già ovunque i no-global sono in declino.
All’ordine del giorno sarà di sicuro il problema dei cambi fra le monete, come spesso nel G-7 è avvenuto. Ma al momento su dollaro, euro e yen non c’è molto da discutere; la questione è invece che i 7 concordi desiderano una rivalutazione dello yuan cinese, cosicché vaglieranno le idee migliori su come smuovere Pechino. Si farà il punto sugli aiuti ad Haiti. Si confronteranno i piani per contenere, dal 2011 in poi, i debiti pubblici.
Si cercherà anche una convergenza sulle nuove regole per la finanza, che tutti vorrebbero ma ciascuno a modo suo: le ultime proposte di Barack Obama piacciono poco ai tedeschi e per nulla a inglesi e canadesi, la Francia teme svantaggi per le banche europee, Tremonti preferisce regole politiche più che tecniche, i giapponesi non si sa. Il difficile compito di mediare toccherà a Mario Draghi, nella qualità di presidente del Financial Stability Board. Potrebbe esserci un’intesa su procedure comuni per liquidare senza danni, in futuro, le grandi banche che si trovassero in difficoltà.
La prima volta che i bianchi misero piede in quelle terre, nel 1576, cercavano l’oro; ma si accorsero di aver inutilmente scavato pirite, l’«oro degli sciocchi» (Fool’s gold, titolo anche di un recente bel libro sulla crisi finanziaria). Forse il 2011, quando la Francia sarà presidente di turno sia del G-20 sia del G-7/G-8, offrirà l’occasione per sopprimere il secondo. Un articolo del Wall Street Journal avanza una proposta sarcastica: per reggere il confronto con Iqaluit, Parigi potrebbe scegliere l’Isola del Diavolo, nota anche come Caienna, remoto possedimento francese nei Caraibi.