Alessandro Dell’Orto, Libero 31/01/2010, 31 gennaio 2010
«DISSERO CHE TRA ME E BOCELLI UN CIECO ERA DI TROPPO. E DA QUEL MOMENTO...»
(riassunto) - Aleandro Baldi: «Sono cieco dalla nascita, ma senza viverlo come un problema [...] Essere non vedente per me è la normalità. Sono nato così. Il mio mondo è questo e basta, la considero una caratteristica, come essere alto o basso. Anzi, ho qualcosa in più di voi altri: l’immaginazione, la curiosità». «Mi scoprì Giancarlo Bigazzi, che mi consigliò di cambiare il cognome con quello materno. Il mio è Civai». «Nessuno ha mai avuto il coraggio di dirmi in faccia perché in tv non mi hanno più voluto dopo l’ultimo Sanremo, quello del 1996. Le voci erano tante. "L’immagine di Baldi provoca disagio nei telespettatori". Oppure: "Lui e Bocelli non vanno bene, uno dei due è di troppo". Stranamente nel frattempo cominciavano a chiudersi le porte. Anche Bocelli era nel mio stesso collegio di Reggio Emilia, cantava lirica e aveva una voce eccezionale. Curiosamente però, quando gliel’ho detto, ha risposto che non si ricordava. Boh...».