Alessandro Robecchi, il manifesto 31/01/2010, 31 gennaio 2010
MA CASTELLI QUANDO DORMIVA?
Invito tutti ad apprezzare la ricetta per la ripresa economica del viceministro Roberto Castelli, espressa con il suo pacato savoir faire ad Annozero qualche settimana fa. Il video è diventato un must di Youtube, Facebook ha un gruppo dedicato a quella straordinaria performance, ed è giusto che tutti sappiano. Rispondendo a una lavoratrice precaria (Barbara) che spiegava la sua situazione, Castelli ha dapprima risposto con la solita galanteria della destra («Lei è giovane e carina, sia più positiva!»). Poi è passato alla constatazione del reale («Volete la pappa fatta, sapete solo lamentarvi!»). E infine è passato a proporre una ricetta per la ripresa economica partendo dal suo personale esempio: «Io mi alzavo alle quattro del mattino, facevo 400 chilometri, andavo dai miei clienti a lavorare fino alle dieci di sera, poi prendevo la macchina e alle due di notte tornavo a casa». Castelli tornava a casa alle due, e la mattina dopo si alzava alle quattro. Calcolando una doccia, un panino e un caffè all’autogrill, risulta dunque che per anni il ministro Castelli ha dormito tra i 26 e i 35 minuti per notte, niente sesso, niente letture, solo una telefonata di Bossi ogni tanto. Se due milioni e passa di disoccupati, cinque milioni di precari, e qualche altro milioncino di italiani sottoccupati facessero come ha fatto lui, 800 chilometri al giorno e mezz’ora di sonno per notte, il paese andrebbe meglio. Ci sarebbe forse qualche effetto collaterale: autostrade intasate, crisi di nervi, colpi di sonno al volante, in compenso una severa selezione naturale permetterebbe di avere, tra qualche anno, milioni di viceministri acuti, lucidi e propositivi come Castelli. L’alternativa è il fancazzismo e la pretesa di avere la pappa fatta. Oppure ci sarebbe una terza via: andare tutti quanti da Castelli e pretendere delle scuse. Dopotutto, con quei ritmi, dormendo così poco, di dire una cazzata può capitare a tutti, anche ai migliori. Figurarsi a lui.