varie, 3 febbraio 2010
SCHEDONE SU MORGAN E LE DROGHE
DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 03/02/2010
Morgan confessa di fare uso «quotidiano e regolare» di crack, un derivato della cocaina, dice che «fa bene». Tutto nasce da un’anticipazione di un’intervista che verrà pubblicata sul prossimo numero del mensile Max (in edicola domani).
Vediamo di ricostruire il caso. Partendo dalle dichiarazioni-confessione dell’ex Bluvertigo diffuse ieri mattina. « La droga apre i sensi a chi li ha già sviluppati, e li chiude agli altri. Io non uso la cocaina per lo sballo, a me lo sballo non interessa. La uso come antidepressivo. Gli psichiatri mi hanno sempre prescritto medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa bene. E Freud la prescriveva. Io la fumo in basi (il crack appunto, ndr) perché non ho voglia di tirare su l’intonaco dalle narici. Me ne faccio di meno, ma almeno è pura. Ne faccio un uso quotidiano e regolare». Questa la versione che leggeremo su Max, all’interno di una lunga intervista firmata da Raffaele Panizza.
Dopo il diluvio di reazioni Morgan, rimasto in silenzio tutto il giorno, corregge il tiro. «Sono molto sconcertato e amareggiato, anzi profondamente addolorato, per non dire disperato, per le frasi che mi sono state attribuite», scrive in un comunicato.
Ci sarebbe stato, questa la sua versione, un fraintendimento sui tempi. Morgan ammette la sua dipendenza, ma la riferisce al passato. «L’intervista mi è stata sostanzialmente carpita, io penso esattamente il contrario: la droga fa male, la considero pericolosa e inutile, mi riferivo all’uso che ne facevo in passato, come terapia verso la depressione. E certo non mi sognerei mai di divulgare come insegnamento o consiglio per i giovani l’uso di stupefacenti». Conclusione del cantante: «Forse mi è stata tesa una trappola e ci sono caduto ingenuamente». Ma il caso non è chiuso. Andrea Rossi, direttore di Max, esclude ogni possibile equivoco. «Sono altrettanto sconcertato e amareggiato dalle parole di Morgan. L’intervista non è stata per nulla carpita e tanto meno è stata tesa una trappola. Il servizio, in lavorazione da tempo, è stato pienamente concordato. Il giornalista ha registrato circa due ore di conversazione avvenuta comodamente a casa dell’artista, così come lui desiderava».
La droga e il rapporto con la cocaina non sono l’unico punto forte dell’intervista. Il resto è passato in secondo piano, ma Morgan si sarebbe sfogato anche sul suo futuro in tv, sul fatto che potrebbe lasciare «X Factor». «Il fatto che me ne vada alla fine toglierà un peso di dosso a tutti. La tv è fatta da gente cattiva. Tipo la De Filippi. Cattiveria intesa come sete di potere, di numeri, di soldi e pubblicità. Un capitalismo sfrenato che ha perso di vista qualsiasi senso dell’esistere. Ha fatto cose cattive anche contro di me, lo sai? Ora che Berlusconi ha infarcito la Rai di scagnozzi, la De Filippi comanda pure lì». Replica misurata della De Filippi: «Sono certa che Morgan, persona intelligente e sensibile, come le sue opere, non pensi che io gli abbia fatto delle cattiverie in Rai. Lui sa bene, come tutti, che non ne avrei né modo né motivo».
Andrea Laffranchi
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DA CORRIERE.IT DI OGGI MERCOLEDI’ 03/02/2010
Il direttore di Raiuno, Mauro Mazza, d’intesa con il Direttore Generale, Mauro Masi, dopo aver consultato il direttore artistico del Festival Gianmarco Mazzi, ha deciso l’esclusione del cantante Morgan dalla 60° edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo a seguito di un’intervista in cui il cantante dichiarava di fumare crack. «Ora sono traumatizzato» ha detto Morgan dopo aver appreso la notizia. «In questo momento - dice il cantante - ho bisogno di pensare e di riflettere. Chiedo a tutti di rispettarmi».
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LE REAZIONI DEI POLITICI E DIRIGENTI RAI:
Mauro Mazza, direttore di Raiuno: «Sono allibito. Non posso far finta di non aver letto quelle dichiarazioni deliranti. Parlerò con Mazzi per decidere il da farsi».
Giorgio Merlo (Pd), vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai: «Al di là di ogni moralismo e di ogni censura, l’unica cosa che i vertici Rai devono fare, almeno per decenza, è di impedire che Morgan diventi un protagonista del Festival».
Il senatore Alessio Butti, capogruppo Pdl in commissione: «Bisogna interrogarsi sulla presenza nella tv pubblica di alcuni personaggi che diventano modelli per i giovani».
Il ministro della Gioventù Giorgia Meloni: «Trovo le affermazioni di Morgan deliranti. Dimostra di essere l’ennesimo cattivo maestro di cui la gioventù farebbe a meno. Mi auguro che chi trasmette dei messaggi tanto aberranti non trovi nella tv pubblica un pulpito da cui ergersi a intellettuale finto-ribelle».
Maurizio Gasparri: «Le parole di Morgan spero inducano i responsabili della Rai e del Festival ad invitarlo a trattenersi a casa per meditare in quale luogo curare il suo stato di tossicodipendente».
Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «Esaltando l’uso della droga questo "signore" condanna a morte giovani che si distruggeranno per la sua sete di pubblicità».
Mario Adinolfi: «Ho lavorato con Morgan, sapevo del suo problema con la cocaina, lo sapevano tutti, compresi molti dirigenti di viale Mazzini».
Il capo del dipartimento Politiche Antidroga, Giovanni Serpelloni: «Sono disponibile a incontrare Morgan per metterlo al corrente dei danni cerebrali ai quali si espone ogni volta che assume droghe».
Il Codacons ha preannunciato un esposto alla Procura di Roma: «Chiediamo alla magistratura di verificare se le dichiarazioni di Morgan possano configurare eventuali fattispecie di reato e alla Rai di valutare l’opportunità di far partecipare l’artista a Sanremo o ad altri programmi».
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La reazione di Claudia Mori:
«Penso che queste sue parole siano state un atto di sincerità che mostra anche la sua fragilità, la sua sete d’amore. Ho conosciuto una persona sincera, oltre che un artista di livello che stimo. Mi fa tenerezza», spiega al telefono con un tono da subito protettivo.
Cosa ha pensato leggendo l’intervista, le reazioni e poi la precisazione di Morgan?
«Che è facile mettere in croce le persone. Lo sappiamo tutti che la droga fa male. Lo sa anche chi ne fa uso. Ma siccome la gente che si droga è molta, dobbiamo chiederci se non è questa società a creare qualche problema. A parte quello che ha detto sulla cocaina, che non condivido anche se riferito al passato, ho apprezzato il discorso di Morgan sulla società ipocrita e cattiva. Io non mi drogo e la penso come lui».
Qualcuno ha chiesto la sua testa: mai più in tv...
«Ho letto le dichiarazioni di Giorgio Merlo della commissione di Vigilanza Rai che chiedeva la sua cancellazione da Sanremo perché lederebbe la credibilità e la serietà del servizio pubblico». Punizione eccessiva?
«Ma di che parla Merlo? Ma in che Paese vive? In questo momento io non vedo un servizio pubblico serio o credibile. E poi non si condanna in questo modo una persona che ha detto delle cose in un momento di fragilità». Crede a Morgan? «Penso che dica la verità».
Non ha mai avuto sospetti standogli vicino? Non si era mai confessato?
«Non mi ha mai detto nulla. L’ho sempre visto agitato, ma fa parte del suo carattere».
La musica va a braccetto con la droga?
«Non credo che ci siano più drogati in questo mondo che in altri. Il mondo degli artisti, però, è più facile da colpire. L’artista non ha potere. Anzi ha il potere di farsi male».
Cioè?
«Per la loro particolare sensibilità gli artisti non sono sempre attenti alle cose pratiche e all’essere furbi».
Vuole dire che l’artista confessa e il politico non lo farebbe mai?
«In Parlamento quanti cocainomani ci sono? Iniziamo a fare pulizia da lì».
Andrea Laffranchi
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DALLA STAMPA DEL 03/02/2010
LA REAZIONE DI MARA MAIONCHI
Mara, ha letto le dichiarazioni di Morgan a «Max»?
«La cocaina ti fa perdere il lume della ragione, forse quelle dichiarazioni sono proprio frutto di un tunnel schifoso. Se veramente fosse in quelle condizioni, dovrebbe chiedere aiuto. Io ho avuto un momento di depressione e mi sono fatta aiutare dai medici, che non ti danno certo la cocaina».
Ma lei come giudica i comportamenti di Morgan durante la lunga esperienza televisiva comune?
«A volte troppo sopra le righe, e spesso contraddittori. Ma gliel’ho sempre detto. Davanti a me però non ha mai assunto droga: uno poteva pure pensare che si trattasse di un fatto caratteriale. Certo, queste parole gettano una nuova luce anche su certi comportamenti. La cosa che trovo più allucinante, è che lui voglia far passare per normale una cosa che è aberrante».
Come lo considera, da artista?
« un uomo intelligente, ma non è che se prendi la cocaina diventi John Lennon o David Bowie. Mi chiedo come abbia pensato di poter dire queste cose e passare indenne. Se davvero ha perso il lume della ragione, si deve curare in fretta: spero che questo non pregiudichi la sua vita, e si renda conto che la cocaina è un flagello».
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INTERVISTA A RICCARDO GATTI (OSSERVATORIO TOSSICODIPENDENZE)
Riccardo Gatti, il direttore scientifico dell’«Osservatorio Dipendenze» della Regione Lombardia.
Sulla diffusione di stupefacenti ha ideato un sito (www.droga.net) in cui parla di strategia e «testimonial». Professor Gatti, siamo arrivati a questo?
«Assolutamente sì. Ogni prodotto è spinto dal marketing: dalle caramelle alla menta al whisky di marca. Quello degli stupefacenti è il mercato più potente al mondo: c’è ancora chi crede che stia in piedi perché quattro spacciatori vendono hashish e cocaina ai ragazzini?»
Come si regge, allora?
«Le grandi organizzazioni spingono attraverso i canali di comunicazione: il cinema, la tv, internet. A fare da eco, persone e associazioni che, anche in buonafede, dicono che la droga va liberalizzata perché i risultati ottenuti dalle politiche proibizioniste sono scarsi, perché alcune sostanze non sono così pericolose, perché altre aiuterebbero la salute. Poi perché prenderla rende cool. E così, confondendola, l’informazione si manipola».
E chi sarebbero i testimonial?
«Divi del cinema, della moda, della musica, punti di riferimento dei più giovani, raccontano la loro esperienza perché si trovano nella fase che noi chiamiamo ”d’innamoramen-to”, il momento in cui, cioè, chi assume droga non ha vissuto il lato tragico della dipendenza. Atri dicono di prenderla perché ”l’artista maledetto” ha più successo, altri ancora sono spinti da agenti senza scrupoli o sono stati beccati in flagrante».
Qualche nome?
«Partiamo da Kate Moss, la modella inglese. Le foto di lei mentre sniffava hanno fatto il giro del mondo: dopo un primo momento di sconcerto è diventata la top model più richiesta e il suo cachet è salito alle stelle. L’attrice Megan Fox ha detto che la dipendenza si può vincere provando ogni tipo di droga, come ha fatto lei, e oggi è tra le giovani attrici più in voga. E poi Angelina Jolie, costantemente sulle prime pagine, con dichiarazioni a effetto: l’ultima, aver visitato Disneyland sotto cocaina. Ma pure in casa nostra, i testimonial non mancano».
Come Morgan, che poi ha spiegato di averla usata, ma in passato?
«Certo, come Morgan. Ma la domanda è: perché i vip sentono il bisogno di raccontare con tanta frequenza dei loro usi e abusi?
Già, perché?
«Perché hanno un ritorno d’immagine, acquistano notorietà, senza contare che il loro esempio poi viene seguito da migliaia di fan»
Che copiano comportamenti e abitudini, droga compresa?
«Sì e con la droga di mezzo la loro vita va in frantumi. Perdono il lavoro, finiscono nei centri di cura, si ammalano. Sono le vittime di un’illusione di cui, proprio come prevede il marketing, è vietato parlare».
Elena Lisa
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DAL MESSAGGERO DEL 03/02/2010
LA PAROLA CHIAVE: CRACK O COCA BASE
Il crack (o coca-base) è una sostanza stupefacente nata in America negli anni ”80. Viene ricavata, tramite una serie di processi chimici, dalla cocaina e assunta inalando il fumo generato dai cristalli surriscaldati in pipe di vetro ad hoc o ricavate, soprattutto tra i giovanissimi, da bottiglie di plastica modificate o lattine. Operazione che provoca scricchiolii che danno origine al nome. Stupefacente altamente pericoloso in grado di indurre molta dipendenza e rapida assuefazione psicologica e fisica. Può inoltre aumentare, a detta degli esperti, gli istinti violenti e disinibire i principali centri di controllo del sistema nervoso centrale. Spesso porta all’alienazione sociale, a forme di psicosi, nonchè a comportamenti asociali e aggressivi. Gli effetti sono immediati, in genere si producono già in 3-4 minuti: genera euforia, vivacità, sensazioni di forza e grande scioltezza comunicativa ma passati gli effetti può lasciar spazio a depressione e apatia, stati paranoici, insonnia, tachicardia, nervosismo e irritabilità.
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DICHIARAZIONI RECENTI DI ARTISTI SULLE DROGHE
Joss Stone: «Le droghe sono divertenti. Sono convinta che l’alcol sia molto più dannoso della marijuana».
Brian Harvey, voce della boy-band East 17, dice: «Non capisco quale sia il problema se serve a farti passare una bella serata».
Marylin Manson azzarda una visione antropologica dell’utilizzo delle droghe che a parer suo «possono funzionare come una sorta di darwinismo sociale... Prendiamo tutti la droga e staremo bene».
Lily Allen, cantante inglese, esorta i genitori: «Fate provare la droga ai vostri figli. L’unica versione che si da è che se fai uso di droghe ti ucciderai o diventerai un poco di buono, ma non è così. Conosco tante persone che assumono cocaina tre notti a settimana e si svegliano il mattino dopo per andare al lavoro senza nessun problema!».
Keith Richards: «Non c’è niente di male, la parte migliore poi è quando al risveglio ti rendi conto di esserti veramente divertito».
Tutte le dichiarazioni Noel Gallagher degli Oasis sulle droghe:
«Ai ragazzi direi: prendete tutto, provate. Le droghe sono un’invenzione favolosa, una figata! Io non capisco chi non si droga! Chi dice di non averlo mai fatto in vita sua e’ un fottuto idiota! Che gusto c’è a essere in una rockband se non vai in orbita? Mentre ero fatto, ho avuto le conversazioni più brillanti e le idee migliori della mia vita».
«Qualunque cosa si dica in giro, gli Oasis non sono mai saliti sul palco ubriachi o drogati. Non potrei mai farlo, non ho mai provato a farlo nè mai lo farò in futuro».
«Mi faccio una pista di cocaina ogni quaranta minuti».
«Nessun membro degli Oasis ha mai fatto uso di eroina, crack, acidi o cose che ti facciano sballare di brutto. L’alcol non ci manca e neppure le droghe, ma abbiamo preso l’ecstasy solo qualche volta. Non siamo cosi’ pazzi come vorrebbero dipingerci. Se scoprissi che qualche membro del gruppo fa uso di eroina o di roba analoga, lo licenzierei all’istante».
«Le droghe ti aprono la mente. stato così negli anni ’60, con gli acidi che ti aprivano prospettive nuove»
«In passato ho cantato le lodi delle droghe, ma non sono così stupido da dire che fanno bene alla saluta. Fanno male alla salute, male al portafoglio e male al cervello»
« una dipendenza psicologica. Quando sei giovane e disoccupato e non hai soldi, a volte ti resta solo il tuo stupido giro di droghe. Magari all’inizio la prendi solo nei fine settimana e per cinque sterline riesci a uscire da dove sei. Poi diventa la norma»
«Querelerò chiunque abbia detto che mi faccio una pista di cocaina ogni quaranta minuti».
«Non mi interessa essere uno che dice ai ragazzi come deve vivere, che cosa pensare, in che cosa credere, come comportarsi. E’ compito che spetta a genitori e insegnanti. Se un ragazzo si da al sesso, alla droga e al rock’n’roll solo perchè lo facciamo io e Liam, allora è un idiota».
Povia ha raccontato dei problemi di droga che ha avuto da ragazzo quando per gioco ha cominciato a fumare erba e ad un certo punto si è ritrovato ad essere dipendente dalla cocaina. Il cantante, inoltre, ha rivelato di aver sofferto depressione e attacchi di panico e che, per questo, ha cercato sfogo nella musica ma il successo non arrivava e si susseguivano solo delusioni.
Povia ha affermato di essere riuscito ad uscire definitivamente dal tunnel della droga intorno ai 27-28 anni e che oramai quel periodo della sua vita rappresenta solo un triste ricordo.
Lo scorso maggio, Eminem rivelò di come Elton John lo abbia aiutato e consigliato a liberarsi dalla droga. L’amicizia tra i due musicisti è stata cementata da questa circostanza: l’esperienza di Elton nel music business ha fornito consigli utili al rapper di Detroit. Elton John è tornato sull’argomento, in un’intervista per la BBC. Ha confermato che è vicino a Eminem ormai da un anno e mezzo per aiutarlo, proprio perché in passato ha avuto i suoi stessi problemi. Eminem ha dovuto lottare a lungo per liberarsi dalla dipendenza da farmaci. Elton ha detto che adesso il rapper «sta benissimo»: «Se la gente vuole il mio aiuto, io sono qui. Se ti chiedono aiuto puoi darlo, ma non c’è verso di dare consigli a chi non vuole ascoltarti. Ho aiutato Eminem negli scorsi 18 mesi e sta benissimo». (04/01/2010)
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Il trucco di Elton che salvò il futuro dei Versace (riassunto) -
Se Donatella Versace è tornata da due mesi alla direzione creativa della maison Versace lo deve alla figlia Allegra e all’amico Elton John. Gianni, fratello di Donatella, assassinato nella sua villa a Miami nel 1997, aveva lasciato come unica erede la nipote Allegra, allora 11enne. Essendo lei minorenne, la madre aveva assunto il controllo della quota societaria ereditata dalla figlia (50%) oltre alla propria (20%), assumendo il totale controllo. Nel 2004, l’azienda rischiò la bancarotta: fu colpa soprattutto della dipendenza di Donatella dalla cocaina. Quando lo venne a sapere, Elton John, suo amico, si infuriò col suo entourage: «Se non fate qualcosa Donatella ci muore». E così decise di affrontarla. Durante la festa per i 18 di Allegra (oggi 23enne), la prese in disparte e le parlò duramente: il giorno dopo, Donatella partì per il rehab The Meadows, dove oggi sarebbe ricoverato Tiger Woods. Dopo la festa, la maison fu affidata a due amministratori delegati: prima Gian Carlo Di Risio, che riportò i profitti in attivo, poi Gian Giacomo Ferraris, già in Gucci. Oggi Ferraris gestisce l’amministrazione, Mrs. Versace è tornata a gestire il reparto creativo.
Lorenzo Soria, La Stampa 01/02/10
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APPELLO DEI CANTANTI ITALIANI PER LEGALIZZARE LE DROGHE LEGGERE (2003)
Li aveva chiamati in causa nel 2003 il vice premier Fini. «I cantanti rock riflettano prima di dare certi messaggi, che drogarsi in qualche modo è un diritto». E i musicisti italiani rispondono indirettamente ma esplicitamente. Droghe leggere e pesanti non vanno equiparate. Anzi, la marjuana va legalizzata.
Il documento è firmato da cantautori storici come Vasco Rossi, Guccini, Venditti, Paolo Conte, Jannacci, Dalla. Poi Fiorella Mannoia, Laura Pausini, Irene Grandi, Zucchero, Ligabue, gli Stadio, Jovanotti, Baccini. E artisti molto ascoltati dai più giovani come Articolo 31, Gemelli diversi, Francesco Renga, Negrita, Niccolò Fabi, Piero Pelù, Samulele Bersani, il rapper Frankie Hi energy mc. E poi ancora La Crus, Simona Bencini, Avion Travel, Pacifico, Omar Pedrini, Daniele Silvestri.
Tutti sostengono che mettere sullo stesso piano marijuana ed eroina è profondamente sbagliato. Puntano invece il dito contro l’ecstasy, il vero grande pericolo per i ragazzi. Facile da trovare, a buon mercato e dannosissima. Dire poi che chi fuma lo spinello passa all’eroina è un ovvio pregiudizio, scrivono i musicisti italiani, come dire che un bicchiere di vino porta all’alcolismo.