Aldo Baquis, La Stampa 2/2/2010, pagina 80, 2 febbraio 2010
DOMANDE
& RISPOSTE: CHE COSA SONO LE COLONIE -
Berlusconi è in Israele e si torna a parlare di colonie ebraiche in Cisgiordania. Come sono nate?
Per volere dei governi laburisti degli anni Settanta, i primi insediamenti furono creati nella disabitata e ribollente valle del Giordano. I coloni-pionieri dissodavano la terra e al tempo stesso presidiavano il confine con la Giordania per segnalare infiltrazioni di fedayn palestinesi o possibili attacchi militari arabi.
Quando è iniziato a cambiare il loro ruolo?
Nel 1977, con il Likud al potere, il premier Menachem Begin teorizzò (e poi sostenne) il ritorno del popolo ebraico nelle terre della Giudea-Samaria: appunto le zone cisgiordane di Hebron, Betlemme e Nablus, dove avevano vissuto i patriarchi biblici. In seguito Ariel Sharon avrebbe visto la dispersione delle colonie come «una polizza di assicurazione» per impedire a futuri governi di sinistra di ritirarsi dalla Cisgiordania.
Perché le colonie sono al centro del conflitto israelo-palestinese?
Agli occhi dei palestinesi l’edificazione di colonie israeliane in Cisgiordania va ritenuta illegale, tanto più quando avviene non su terre demaniali, ma anche su terre private. La necessità di rimuoverle nel contesto di futuri accordi di pace è spesso ribadita dagli esponenti politici palestinesi, ma per Israele gli insediamenti sono di importanza vitale per garantirsi confini difendibili e «profondità strategica». All’altezza di Natanya, la Cisgiordania dista appena 15 km dalla fascia costiera.
A che punto sono le trattative?
L’ex premier israeliano Ehud Olmert ha cercato di concordare con il presidente dell’Anp Abu Mazen uno scambio di terre che garantisse a Israele il controllo sulle colonie a Ovest della Barriera di sicurezza, dove vive il 60-80% dei coloni. In cambio Israele cederebbe al futuro Stato palestinese territori equivalenti a Nord di Jenin e a Sud di Hebron, nonché un corridoio terrestre con la striscia di Gaza.
Da dove nasce il timore della sinistra israeliana di fronte al movimento dei coloni?
Nel 2005 il movimento dei coloni ha guidato accese manifestazioni contro il ritiro israeliano da Gaza ordinato da Ariel Sharon. In questi anni ha messo a punto un’ideologia di confronto e talvolta anche di delegittimazione delle istituzioni democratiche israeliane. L’incubo per molti israeliani è che un eventuale ordine di sgombero (totale o parziale) della Cisgiordania potrebbe provocare episodi di disobbedienza nelle stesse forze armate. Anche se la maggior parte dei coloni resta nella legalità, secondo i servizi di sicurezza, tra loro c’è una minoranza radicale che in casi estremi potrebbe ricorrere alla violenza: la «minaccia n°1» è rappresentata da un blitz nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme, uno dei luoghi più sacri all’Islam.
Quanti sono i coloni?
In Cisgiordania vivono 300 mila israeliani. Secondo i palestinesi, tuttavia, andrebbero tecnicamente visti alla stregua di coloni anche i 200 mila israeliani che vivono nei rioni di Gerusalemme Est. Per Israele questi ultimi non differiscono in alcun modo dagli abitanti di Gerusalemme Ovest.
In che misura si può parlare di una popolazione omogenea?
A ridosso della linea di demarcazione fra Israele e Cisgiordania, nelle zone omogenee di insediamento ebraico, vivono decine di migliaia di coloni non necessariamenti «ideologici» e di umori piccolo-borghesi. Negli insediamenti fondati negli Anni Ottanta, invece, la popolazione è composta in prevalenza da attivisti nazional-religiosi, con forti sentimenti pionieristici e, in casi estremi, messianici. In due nuove città-colonie (Beitar Illit e Modiin Illit-Kiryat Sefer) si sono stipati 100 mila ebrei ultra-ortodossi.
Per chi votano i coloni?
In prevalenza il loro è un voto di centro-destra. Nelle città-colonie ortodosse i partiti rabbinici rastrellano tutti i voti a disposizione. Sparute presenze laburiste sono segnalate fra le poche migliaia di agricoltori della valle del Giordano, nonché nelle città-colonie di Ariel e Maaleh Adumim.
Com’è la qualità della vita nelle colonie?
Il tenore medio di vita è più elevato che nel resto di Israele e gli istituti scolastici sono migliori, mentre la disoccupazione è più bassa. In ogni colonia la popolazione è omogenea e le famiglie tendono a essere numerose.
Allora perché «solo» in 300 mila si sono trasferiti in Cisgiordania?
Negli anni di Intifada le arterie della Cisgiordania sono state insicure e si sono avuti non pochi agguati armati palestinesi. Ancora oggi lanci sporadici di sassi contro auto israeliane sono all’ordine del giorno. Ecco perché sono state create superstrade che aggirano i villaggi palestinesi.
Aldo Baquis