3 febbraio 2010
Giorgio Munteanu, 15 anni. Rumeno, «ragazzo perbene, timido, educato», in Italia da quando aveva due anni, tifoso della Juventus e della Dinamo Bucarest, appassionato di musica techno, «bravissimo a disegnare», viveva con i genitori a Torino dove frequentava il liceo artistico Primo
Giorgio Munteanu, 15 anni. Rumeno, «ragazzo perbene, timido, educato», in Italia da quando aveva due anni, tifoso della Juventus e della Dinamo Bucarest, appassionato di musica techno, «bravissimo a disegnare», viveva con i genitori a Torino dove frequentava il liceo artistico Primo. L’altra sera, con un amico, stava andando alla festa dell’oratorio della chiesa Nostra Signora della Salute quando si trovò di fronte i fratelli rumeni Catalin e Cosmin, 26 anni e 17, tutti eccitati essendosi scolati parecchi cartocci di vino, che gli chiesero una sigaretta. Lui rispose cortese «mi dispiace, non fumo», quelli insistettero («allora ce la dai questa sigaretta?»), tra i quattro volò qualche spinta e qualche cazzotto e d’un tratto il Cosmin, tirato fuori un coltello a serramanico, infilò la lama tre volte nella gola di Giorgio. Subito dopo i fratelli andarono a scatenare una rissa, sempre per una sigaretta, su un autobus, quindi si rifugiarono nell’appartamento della madre. Là li trovarono due giorni dopo, nella loro stanza, al buio, nascosti sotto al letto, i carabinieri. A loro Cosmin, uscendo di casa, chiese spavaldo: «Chi ha fatto la spia?». Verso le 17.30 di domenica 31 gennaio in un giardinetto in via Vibò a Torino.