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 2010  febbraio 03 Mercoledì calendario

Giacomo Brambilla, 43 anni. Di Como, titolare di vari distributori di benzina Shell, separato e padre di un bambino, tempo fa aveva prestato 200 mila euro ad Alberto Arrighi, 40 anni, sposato con Daniela e padre di due bambine, consulente balistico per la Procura, titolare dell’Armeria Arrighi nel centro storico di Como

Giacomo Brambilla, 43 anni. Di Como, titolare di vari distributori di benzina Shell, separato e padre di un bambino, tempo fa aveva prestato 200 mila euro ad Alberto Arrighi, 40 anni, sposato con Daniela e padre di due bambine, consulente balistico per la Procura, titolare dell’Armeria Arrighi nel centro storico di Como. L’Arrighi si era rivolto a lui perché, siccome il negozio non andava bene e s’era riempito di debiti, non sapeva più dove sbattere la testa. Poi però pure il Brambilla s’era trovato in difficoltà, tanto che aveva chiuso il suo distributore in via Pasquale Paoli, e perciò aveva preso a reclamare la restituzione dei soldi. Shell LUNEDI’ SERA IN PIENO CENTRO CITTADINO. IL CADAVERE RITROVATO VICINO A DOMODOSSOLA Como, uccide e fa a pezzi il socio Si indaga su un grosso debito Un armiere ha sparato a un benzinaio, poi ha decapitato il corpo e ha tentato di bruciare la testa in un forno COMO - Ha dato un appuntamento al benzinaio nel suo negozio di armi, per parlare. Gli doveva dei soldi, tanti soldi: si parla di 200 mila euro. Fra i due la discussione è presto degenerata e l’armiere ha fatto fuoco, con una pistola presa dalle sue vetrine, uccidendo il socio in affari. Ha caricato il cadavere sulla sua auto e, nel panico, ha pensato a come renderlo irriconoscibile. Si è diretto in un paese vicino, dove il suocero ha una pizzeria: ha mozzato la testa del cadavere e ha cercato di bruciarla nel forno. Poi si è rimesso in macchina e ha guidato per ore fino a una località piemontese presso Domodossola, che conosceva perché vi andava spesso in gita: lì ha abbandonato i poveri resti sul greto di un torrente. Ed è tornato indietro, nel suo negozio. In tempo per aprire la serranda e per veder arrivare la polizia, che lo ha fermato per omicidio volontario. L’armiere ha confessato e indicato agli inquirenti dove trovare i poveri resti. Del caso si sta occupando il Sostituto Antonio Nalesso della Procura di Como. IL DELITTO - L’autore del terrificante delitto, avvenuto lunedì sera, è un commerciante incensurato, Alberto Arrighi, 40 anni, sposato e padre di due figli. La sua fedina penale è perfettamente pulita; l’uomo lavorava addirittura come consulente balistico per la Procura. Gestiva l’Armeria Arrighi di via Garibaldi, un negozio di armi e articoli per cacciatori nel centro storico di Como. Da qualche tempo versava in notevoli difficoltà economiche: nel novembre scorso aveva dovuto licenziare il personale. La vittima è un imprenditore comasco, Giacomo Brambilla, 43 anni, incensurato, in passato titolare di vari distributori di benzina Shell della zona. Secondo quanto si è potuto apprendere il titolare dell’armeria, strozzato dai debiti, era pronto a vendere tutto al «socio-rivale», ma la discussione avrebbe avuto un tragico epilogo: Arrighi avrebbe ucciso Brambilla con una pistola di piccolo calibro. E’ stato lui stesso a mostrare l’arma ai poliziotti: l’aveva risistemata al suo posto, su una delle vetrine dell’armeria. LA DENUNCIA - L’allarme è stato dato durante la notte tra lunedì e martedì dalla convivente di Giacomo Brambilla, preoccupata perché non lo vedeva rincasare. La donna ha chiamato la polizia e ha parlato di un appuntamento che il compagno aveva con l’Arrighi nel suo negozio, per riavere indietro il denaro prestato. Entrati nell’armeria, gli agenti della polizia hanno trovato tracce di sangue, ma non il cadavere. In mattinata è scattato il fermo di Arrighi, che è stato portato in Questura per essere interrogato dalla squadra mobile e dal magistrato di turno. L’uomo ha ammesso il delitto e ha dato agli agenti le indicazioni per ritrovare il cadavere. Nel primo pomeriggio di martedì il corpo, mutilato e decapitato, è stato trovato sul greto di un torrente nei pressi di Crevoladossola (Domodossola), in Piemonte, lungo la statale del Sempione, a circa 180 chilometri da Como. I PRESUNTI COMPLICI - La polizia ha anche svolto un sopralluogo nel paese di Somma Comasco, nella pizzeria del suocero di Arrighi, per trovare riscontri all’agghiacciante racconto dell’omicida. Da chiarire ancora il ruolo avuto dalla moglie e dal suocero di Arrighi, entrambi convocati in Questura. Sul luogo del delitto si è recato anche il Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Claudio Del Frate 02 febbraio 2010 © RIPRODUZIONE RISERVATA