3 febbraio 2010
Aida Habachi, 33 anni, e suo figlio Alessio, 4 anni e mezzo. La donna, tunisina d’origine, residente in provincia d’Ancona, due anni fa s’era separata, tra querele e controquerele, dal marito, un italiano titolare di un’impresa di elettronica che s’era trovato una casa in un paese vicino lasciandola sola col pupo nella loro villetta di campagna
Aida Habachi, 33 anni, e suo figlio Alessio, 4 anni e mezzo. La donna, tunisina d’origine, residente in provincia d’Ancona, due anni fa s’era separata, tra querele e controquerele, dal marito, un italiano titolare di un’impresa di elettronica che s’era trovato una casa in un paese vicino lasciandola sola col pupo nella loro villetta di campagna. Senza lavoro, senza parenti e senza amici, sempre più depressa, il pomeriggio di lunedì 1 febbraio la Habachi telefonò a un conoscente per dirgli che intendeva farla finita, quindi prese una tanica di benzina, si chiuse col figlioletto in camera da letto, rovesciò la benzina ovunque e appiccò il fuoco. Alessio, vedendo la stanza invasa dalle fiamme, terrorizzato andò a chiudersi nell’armadio e là lo trovarono, mezzo carbonizzato, i vigili del fuoco («una scena atroce, che mai avremmo voluto vedere»). Pomeriggio di lunedì 1 febbraio in una villetta a schiera a San Sabino di Osimo, località in provincia di Ancona immersa nella campagna.