Paolo Conti, Corriere della Sera 02/02/2010, 2 febbraio 2010
SARANNO INCISI SU UNA STELE I NOMI DEI MILLE DI GARIBALDI
Nuovo incontro, ieri pomeriggio tardi al Quirinale, tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Paolo Peluffo, consulente del presidente del Consiglio per le celebrazioni del 150˚anniversario dell’Unità d’Italia. Un vertice squisitamente organizzativo. Peluffo ha informato il capo dello Stato dell’inizio della fase attuativa del progetto «I luoghi della memoria», recentemente approvato sia dal governo che dal Comitato dei garanti presieduto da Carlo Azeglio Ciampi. Lunedì aprirà per esempio il cantiere di Quarto, sul litorale di Genova, da dove partirono iMille il 5maggio 1860. Con uno stanziamento di 600 mila euro, lo storico scoglio smetterà di essere circondato da un mega-parcheggio, verrà interamente ripavimentato e diventerà lo sfondo di un memoriale con i nomi dei mille protagonisti incisi. E quindi partiranno gli altri interventi sui 300 «Luoghi della memoria» che costituiranno l’intelaiatura del progetto.
Non una semplice riqualificazione, stando al piano messo a punto da Paolo Peluffo in collaborazione con Marco Pizzo ed Emanuela Bruni, ma un ripensamento metodologico: l’insistenza sulla geografia («il territorio come spazio essenziale della identità italiana, un flusso continuo e continuamente in mutamento, plurale, ma riconoscibile come comune», si legge nell’introduzione al progetto), sulla cronologia (quindi la rete dei musei), sulle biografie (per restituire alla memoria collettiva la pluralità di protagonisti del Risorgimento).
Quindi la scommessa dedicata alle nuove generazioni: un portale web che aggregherà in un unico ambiente virtuale il patrimonio archivistico-museale dei tanti istituti sparsi sul territorio nazionale. Quindi un autentico museo-archivio online, a disposizione di tutti e di facile accesso. Altro appuntamento illustrato ieri a Napolitano, il progetto per il museo dedicato a Giuseppe Garibaldi che sorgerà sull’isola di Caprera. E la riapertura a Roma, dopo decenni, del museo del Risorgimento a Porta San Pancrazio.
Paolo Conti