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 2010  febbraio 02 Martedì calendario

BRAGGIOTTI «SI» PAGA 14 MILIONI DI DIVIDENDO

Il consiglio di amministrazione di Banca Leonardo nei giorni scorsi ha proposto di assegnare ai soci 280 milioni, 20 di dividendo «ordinario» e 260 a titolo «straordinario», in entrambi i casi attingendo alle riserve. Ha cioè deciso di restituire agli azionisti un terzo circa del capitale. Motivazione? L’uscita dal settore private equity e la conseguente riconsegna ai soci delle risorse che avevano programmato di investirvi. Fra i soci c’è ovviamente il fondatore Gerardo Braggiotti. proprietario fin dall’inizio del 5% circa di azioni ti tipo B che gli conferiscono, oltre ad alcuni poteri di governance, diritti speciali sui dividendi, che tuttavia non vengono applicati in questo caso perché si tratta appunto di distribuzione di riserve. Il banchiere ex Mediobanca ed ex Lazard, in tutto «si» restituirà 14 milioni circa. I maggiori beneficiari della restituzione, che probabilmente visti i tempi hanno gradito la decisione, sono la Cnp del barone belga Albert Frère ed Eurazeo, cioè la società che raccoglie molti ex partner di Lazard usciti dopo la quotazione, a cominciare da Michel David-Weill (nel consiglio di sorveglianza c’è anche Antoine Bernheim), che ha fra i grandi azionisti pure il Crédit Agricole e ha un portafoglio di private equity di 2,5 miliardi fra società quotate e non. Gruppo Frère ed Eurazeo hanno il 19,5% ciascuno (anche se votano per il 15%), perciò incasseranno a testa circa 56 milioni. Circa 28 ne incasserà Exor, 14 il gruppo Ligresti e così via fino a Edizione dei Benetton, maggior socio sotto il 2%, che si vedrà accreditati circa 5 milioni. Un extradividendo da cambio di strategie, dunque, dopo il quale Leonardo conserva un core 1 ratio del 15%. Ma, se è vero che 280 milioni impiegati i senza rischi avrebbero reso pochissimo, e non sembrano esserci all’orizzonte nel settore finanziario investimenti attraenti per prezzo e prospettive, la mossa di Leonardo non è certo delle più frequenti. Braggiotti ha rapporti diretti e consolidati con molti dei suoi azionisti, ma addio al private equity ed extradividendo segnalano che sono più vicine novità nell’azionariato, quotazione della banca o accordi di partnership?
S. BO., SUSSURRI&GRIDA