Roberto Nepoti, la Repubblica 02/02/2010, 2 febbraio 2010
BANDO AL 3D, DILATIAMO LA FANTASIA
Un consiglio spassionato: guardatevelo in due sole dimensioni. Sarà controcorrente dire che l´ultima fatica di James Cameron, il kolossal Avatar è più bello nella versione non-tridimensionale, dopo che lo hanno spalmato su 416 sale (quasi tutte) abilitate al 3D e ci hanno fatto prenotare i posti; anche se sono di più i cinema che lo proiettano in pellicola tradizionale, infatti, il 78% degli italiani vuol vederlo "in rilievo". Ma è uno sbaglio. E non tanto perché costa di più; o perché a qualcuno gli appositi occhiali danno un senso di nausea.
Il fatto vero è che il 3D, all´opposto di quel che si va dicendo, rende lo schermo più piccolo; comprime l´immagine per eccesso d´informazioni visive. Dopo un po´ i soldati cominciano a somigliare ai pupazzetti del Playmobil, elicotteri e corazzati sembrano delle macchinine.
Perché il 3D «non aveva bisogno di essere inventato» lo ha spiegato bene, anni fa, lo psicanalista Cesare Musatti: «Il cinema comune riesce a darci impressioni del tutto corrispondenti a quelle di una realtà corporea tridimensionale» grazie alle leggi della prospettiva e del movimento. Quando un film inizia lo schermo scompare mentre lo spazio virtuale, che è nella mente dello spettatore, si dilata all´infinito.